Giampaolo al Corsport: "Sarri alla Juve farebbe bene. Ecco cosa successe nel 2009 con i bianconeri"

23.05.2019 09:30 di Alessandra Stefanelli   vedi letture
Giampaolo al Corsport: "Sarri alla Juve farebbe bene. Ecco cosa successe nel 2009 con i bianconeri"
TuttoJuve.com
© foto di Insidefoto/Image Sport

Ai microfoni del Corriere dello Sport ha parlato il tecnico della Sampdoria Marco Giampaolo. Tanti gli argomenti affrontati, dalla sfida contro la Juventus al futuro in casa bianconera:

La Juventus per il dopo Allegri sta pensando a Sarri. Le piace come idea?
«Sarebbe il riconoscimento del valore del lavoro. Con Sarri in panchina la Juventus sottoscriverebbe una sorta di discontinuità con il passato: finora ha vinto con una squadra organizzata individualmente, mentre con Sarri proverebbe a farlo con un’organizzazione collettiva e con i dogmi di Maurizio. Lui scompone le situazioni di gioco, sia la fase di possesso sia quella di non possesso; è simmetrico nel modo di pensare e ha un’idea di calcio che per essere portata a compimento ha bisogno di una didattica che deve essere recepita da tutti, altrimenti la proposta di lavoro non va come dovrebbe. E’ uno dei migliori d’Europa».
 
Sarri a Torino avrebbe successo secondo lei?
«Nel calcio si può vincere in più modi. Un club deve scegliere in base al momento che attraversa, ai calciatori che ha, a come vuole utilizzarli, ma anche in base alla sua cultura e alla sua storia. Alla Juve Sarri farebbe bene anche perché le partite non le vincono gli allenatori, ma i giocatori forti. Un tecnico mette un’idea di gioco, però in campo vanno i suoi uomini. La Juve ha vinto per manifesta superiorità grazie alla capacità di Allegri di gestire il gruppo, alla sua ironia e alla sua intelligenza. Non tutti sarebbero stati in grado di farlo».
 
Praet è da grande squadra?
«Sì, anche se il ruolo che in futuro lo potrà proiettare tra i migliori d’Europa è quello di play basso, davanti alla difesa, e non di mezzala: avevo deciso di utilizzarlo lì, ma poi è arrivato Ekdal che ci ha dato spessore internazionale. Praet può essere il Modric o il Pjanic del domani perché sa giocare, contrastare e ha l’agonismo giusto».
 
Lei e la Juve: adesso che è passato tanto tempo, ci racconta cosa è successo nel maggio 2009?
«Mi chiamarono per una chiacchierata interlocutoria Secco e Castagnini, poi per un secondo colloquio a casa di Blanc. Uscii e loro mi dissero che al 99% sarei stato io l’allenatore. Mancava “solo” la ratifica del consiglio... Due giorni dopo la doccia fredda: fu scelto Ferrara e io ringraziai per l’opportunità».
 
Chiudiamo con Samp-Juve di domenica. Cosa si aspetta?
«Di finire bene. Per noi stessi e per il nostro pubblico. E’ una cosa da fare e stop. Non serve sottolinearla».