Garlando (Gazzetta): "Juve, un fallimento pubblico di un esperimento che in laboratorio riesce"
Sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, Luigi Garlando ha parlato così di Maurizio Sarri e del momento che sta vivendo la Juventus: "Una partita non cambia la situazione, però Lione è stata una brutta secchiata d’acqua, perché sembrava la notte giusta: l’atmosfera di Champions, obbiettivo ossessionante; le tante settimane di lavoro senza coppe; le buone sensazioni di Bonucci e Sarri. Invece al Groupama Stadium la palla camminava lenta e non si è visto nulla di nuovo. La sensazione è stata proprio questa: il fallimento pubblico di un esperimento che in laboratorio riesce. In fondo, l’unica vera prestazione dominante risale a mezzo campionato fa, contro l’Inter, appunto. A questo era chiamato Sarri: a trasformare la Juve in una squadra meno speculativa, più arrembante, come City e Liverpool. Più da Champions. Invece finora in campionato ha vinto solo 5 partite con più di un gol di scarto (contro le 12 di Allegri un anno fa) e ne ha già perse 3 (Allegri era imbattuto). Meno dominante di prima.
Le cause: mercato, spogliatoio, società. E alla fine Sarri, più che trascinare Ronaldo e Dybala verso l’Idea, si è arreso al rispetto della loro eccezionalità. I giocatori ci provano a fare le cose nuove, ma per dovere, senza passione, senza la gioia dell’Atalanta, devota al gioco che l’ha fatta grande. La Juve non ha voglia di segnare 7 gol, sente ancora il bisogno di difendere il vantaggio col minimo sforzo. Non è un caso che le migliori prestazioni di Allegri siano arrivate per disperazione: il 3-1 al Bernabeu e il 3-0 all’Atletico, dopo partite compromesse. E non è un caso che questa Juve non abbia perso in casa. Il meglio lo dà quando è spinta dal pubblico o dalla necessità del risultato, mai per l’orgoglio di dominare e per il piacere di divertirsi".