David ed Openda, che fare?
Come riporta La Stampa, il tecnico bianconero Spalletti, mette infatti il dito nella piaga dei limiti caratteriali di Jonathan David e Loïs Openda, finiti ai margini già nelle prime settimane. Prima retrocessi al ruolo di alternative di Dusan Vlahovic, poi esclusi nella prima gara davvero preparata dopo l’infortunio del serbo.
La scelta di una Juve senza centravanti contro il Napoli ha fatto discutere, ma Spalletti l’ha difesa e rilanciata: «Con loro in campo non sarebbe cambiato molto».
E in effetti, né con l’ingresso di David a inizio ripresa, né con quello di Openda nel finale, la musica è cambiata.
L’intero mercato estivo sembra oggi messo in discussione: Joao Mario rimane spettatore, Zhegrova continua ad avere “solo quindici minuti nelle gambe”, soprattutto David e Openda deludono, nonostante gli investimenti importanti.
Che fare adesso?
L’unica mossa percorribile fino a gennaio è rigenerarli. Il posto lasciato libero da Vlahovic è enorme e dura tre mesi: l’occasione per prendersi la Juve è lì, a un metro da loro.
David, più “relazionale”, ha dimostrato di saper giocare spalle alla porta. Ma a dicembre ha ancora un ritardo di condizione evidente e le occasioni sbagliate sono troppe.
Resta comunque lui il principale indiziato per una maglia da titolare, anche perché è l’unico in grado di far scattare un nuovo “effetto-domino” sul mercato invernale, qualora si dovesse intervenire subito.
Contro il Pafos toccherà probabilmente di nuovo a lui: partita da vincere e comandare fin dall’inizio.
Il caso Openda
Il gol di Bodo non è bastato a riaccenderlo.Openda, perfetto quando c’è da attaccare la profondità, a Napoli è rimasto un oggetto misterioso: venti minuti, due palloni toccati, zero impatto in un momento in cui serviva disperata energia.
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