Corsera - Vialli: "Un maglione sotto la camicia per nascondere la malattia. Ora spero di aiutare gli altri"

26.11.2018 09:00 di Redazione TuttoJuve Twitter:    vedi letture
Corsera - Vialli: "Un maglione sotto la camicia per nascondere la malattia. Ora spero di aiutare gli altri"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Gianluca Vialli, in una lunga intervista al Corriere della Sera, ha parlato della sua malattia che ha anche raccontato nel libro appena uscito: «Goals. 98 storie + 1 per affrontare le sfide più difficili». "Una storia che nessuno conosceva? Ne avrei fatto volentieri a meno - spiega l'ex attaccante della Juventus al Corsera -. Ma non è stato possibile. E allora l’ho considerata semplicemente una fase della mia vita che andava vissuta con coraggio e dalla quale imparare qualcosa. Sapevo che era duro e difficile doverlo dire agli altri, alla mia famiglia. Non vorresti mai far soffrire le persone che ti vogliono bene: i miei genitori, i miei fratelli e mia sorella, mia moglie Cathryn, le nostre bambine Olivia e Sofia. E ti prende come un senso di vergogna, come se quel che ti è successo fosse colpa tua. Giravo con un maglione sotto la camicia, perché gli altri non si accorgessero di nulla, per essere ancora il Vialli che conoscevano. Poi ho deciso diraccontare la mia storia e metterla nel libro.

Come sto dopo l’intervento, otto mesi di chemioterapia, sei settimane di radioterapia? Bene, anzi molto bene. È passato un anno e sono tornato ad avere un fisico bestiale (Vialli ride). Ma non ho ancora la certezza di come finirà la partita. Spero che la mia storia possa servire a ispirare le persone che si trovano all’incrocio determinante della vita. E spero che il mio sia un libro da tenere sul comodino, di cui leggere una o due storie prima di addormentarsi o al mattino appena svegli. Un’altra frase chiave, di quelle che durante la cura mi appuntavo sui post-it gialli appesi al muro, è questa: “Noi siamo il prodotto dei nostri pensieri”. L’importante non è vincere; è pensare in modo vincente. La vita è fatta peril 10 per cento di quel che ci succede, e per il 90 per cento di come lo affrontiamo. Spero che la mia storia possa aiutare altri ad affrontare nel modo giusto quel che accade» (...)".