Bonucci: "Mai visto un allenatore come Gattuso, lasciare la Juve è stato difficile. A Cardiff non ci siamo aiutati"

19.02.2018 19:30 di Edoardo Siddi Twitter:    vedi letture
Bonucci: "Mai visto un allenatore come Gattuso, lasciare la Juve è stato difficile. A Cardiff non ci siamo aiutati"
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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

Leonardo Bonucci, con l'arrivo di Gennaro Gattuso in panchina, ha cambiato completamente marcia, così come il Milan. E il difensore milanista, oggi, ha parlato al programma radiofonico “105 Mi Casa”, in onda su Radio 105. Qualche passaggio riguarda anche la Juve, come quello sulla finale di Cardiff: “Non ci siamo aiutati tra di noi, cosi come è successo al Milan nelle prime partite. Ci abbiamo messo un po’ di tempo per conoscerci e in questo Gattuso è stato fondamentale. Ha creduto in noi”. A proposito di Gattuso: "Impressiona per quanta carica trasmette, penso di non aver mai visto niente di simile in nessun allenatore. È il primo ad allenarsi a Milanello". Sull'addio alla Juve:  “È stata una scelta difficile lasciarla, perchè quanto ti abitui a giocare la Champions, fare un passo indietro è difficile, ma quello che mi ha convinto del Milan è il progetto e il grande entusiasmo. Abbiamo in ogni caso l’opportunità di arrivare in fondo in Europa League e in Coppa Italia”.

 

Di seguito l'intervista integrale riportata dai colleghi di Milannews.

La prima chiamata che fai dopo la partita: "Mia moglie. Piccolo commento alla partita e poi torniamo alla vita quotidiana, i bimbi a scuola e così via".

La punta più forte mai affrontata: "Il momento peggiore è quando sei prima di una grande partita e ci pensi, non riesci nemmeno a dormire. Il più forte comunque è Cristiano Ronaldo, ogni volta che ci siamo incontrati ha sempre fatto gol. Insieme a Messi, sono i due fuoriclasse per eccellenza. Rubano sempre il tempo, gli lasci un centimetro e diventa deleterio, puoi anche essere in giornata ma non li fermi. Il mio idolo in questo ruolo è Nesta, per eleganza e personalità".

Dove può arrivare questo Milan? "Pensiamo prima a giovedì, che non è scontato. Poi iniziano settimane terribili, dobbiamo essere pronti. Sognare di arrivare in fondo non ci costa nulla, le carte per giocarcela fino alle varie finali le abbiamo".

Sui videogames: "Non ci gioco. Ma tanti compagni lo fanno, in ritiro soprattutto poi fanno tardi per sfidarsi. Sto riprendendo la mano però, perché i miei figli mi sfidano. Lorenzo, ad esempio, prende sempre il Real Madrid. Sarà compito nostro far salire i livelli del Milan nei videogames".

Sui figli futuri calciatori: "Cercherò di essere neutrale nei giudizi. Per esperienza personale, mio padre non mi giudicava mai o attaccava mai. Non si è mai permesso di dirmi qualcosa, è stato il segreto per diventare grande prima di esserlo".

Quanto si allena un calciatore professionista? "Ai nostri livelli, è un lavoro quotidiano di 6/7 ore tra fisioterapia, campo, palestra e tutto ciò che serve per recuperare. Mai poi è un lavoro da 24 ore, perché serve essere attenti al dormire, al mangiare, come ti muovi, a dove vai. E poi c'è la testa, che è cruciale. Va lasciata libera, influisce sulla prestazione".

Il trasferimento al Milan: "È stata una scelta difficile perché mi ero abituato a certi standard, anche all'Europa importante. Fare un passo indietro era difficile ma il Milan mi ha convinto subito col progetto e con l'entusiasmo, che ora stiamo ritrovando. Ora c'è l'opportunità di arrivare in fondo in due competizioni, sono convinto che possiamo dire la nostra e tenere viva la mia fame di vittoria".

Da piccolo, hai sempre pensato solo al calcio? "Non ho mai avuto un piano B. Io mi approcciavo al calcio con ferocia perché non volevo fallire, c'era solo studio e calcio. Il sabato sera gli altri uscivano, io stavo sul pezzo facendo il sognatore. Ci sono riuscito".

La canzone della famiglia Bonucci: "Quella che identifica me e mia moglie è quella di Lorenzo Jovanotti, 'Il più grande spettacolo dopo il big bang'. Nostro figlio grande si chiama Lorenzo anche per questo motivo, questa è stata la nostra grande colonna sonora del nostro matrimonio e abbiamo scelto così".

Il sogno da bambino: "Una parte di me rimane sempre bambino per continuare a inseguire il sogno del calcio, perché la vetta è difficile da raggiungere ma ancora più da mantenere. Quando poi c'è una piccola crisi, va fatto un passo indietro per sistemare le cose".

Entrare a San Siro: "Cerco di essere sempre tra i primi in campo perché è una sensazione unica, mi serve sentire i miei tifosi caldi. Così come gli insulti negli stadi avversari, mi caricano". 

La canzone che ascolti per caricarti: "Sì, ho una playlist più che un singolo pezzo. Al Milan poi si ascolta la musica in spogliatoio con le casse, ma io sto sui miei gusti e mi metto le cuffie nel pre-gara. L'ultima canzone è sempre 'Faded' di Alan Walker, perché mi dà la carica. Poi quando si entra in campo, è tutto mentale. Scatta il clic per la battaglia, tutto con i compagni".

Le difficoltà del Milan e ora dell'Inter: "Ho avuto pochi momenti in carriera di crisi. Ma quando è successo, è perché i singoli non si aiutavano come dopo la finale col Barcellona con la Juventus ed è quello che è successo al Milan. Tanti volti nuovi ed è difficile rendere subito. Ci è voluto tempo, poi il mister è stato fondamentale dandoci autostima e sicurezza quando è arrivato. La fiducia che abbiamo nei compagni è cruciale per uscire da momenti difficili. Scendiamo in campo per vincere ora, non per non perdere. E cambia tutto, poi la parola perdere non la voglio proprio più sentire in carriera".

Il derby di Torino con il figlio: "Ieri era abbacchiato. L'ha vissuta serenamente però, poi ha rifatto il derby nel salone con suo fratello e ha vinto. Lui resta tifoso del Torino, quello più piccolo è indeciso tra Juventus e Milan. Io ho sempre scherzato con loro, ma decidono loro. Se arriva Belotti al Milan? Magari, qualche dubbio di tifare Milan gli viene...".

Su Gattuso: "È il primo ad allenarsi a Milanello. Impressiona per quanta carica trasmette, credo di non aver mai visto nulla di simile in nessun altro allenatore. Poi ha la famosa cinquina... (ride, ndr)".

Le prime parole di Bonucci: "Sto alla grande. Dopo ieri sera sto alla grande. Al gol non ci credevo, sapevo di essere in fuorigioco. Finalmente ci siamo però, abbiamo creato un gruppo e fatto squadra. I risultati si vedono e grande merito va al mister, capace di toccare le corde giuste. Stiamo coi piedi per terra e puntiamo a grandi obiettivi".