Ag. Da Graca: "Sente la fiducia della Juventus, siamo in sinergia. L'obiettivo è diventare il nuovo Marchisio"

16.04.2021 12:40 di Rosa Doro Twitter:    vedi letture
Ag. Da Graca: "Sente la fiducia della Juventus, siamo in sinergia. L'obiettivo è diventare il nuovo Marchisio"
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© foto di Alessio Alaimo

Giorgio Parretti, agente di Da Graca, è intervenuto ai microfoni d TMW per commentare il prolungamento del giovane gioctore bianconero ma anche il percorso di crescita del ragazzo arrivato a Torino dal Palermo nell’estate del 2017 e attuale capocannoniere del campionato Primavera con 13 reti in 12 presenze.

Giorgio, ci può raccontare le sensazioni del ragazzo e della famiglia dopo aver firmato questo nuovo contratto con la Juventus?
“Sentire la fiducia della Juventus è stato importante. Tutti gli sono stati sempre vicini da quando è arrivato, ha avuto momenti tristi e ora è cresciuto. La sua serenità familiare e sportiva gli permettono di lavorare libero. Lui ama giocare a calcio e questo è il messaggio che deve essere trasmesso a tutti i ragazzi. Ha passato tutta la sua vita a giocare a calcio, l’ha sempre fatto con entusiasmo. E poi manifesta talento, che diventi calciatore o meno non sta a me dirlo perché il talento non equivale al successo. Da solo il talento non ha mai fatto giocare in Serie A, servono voglia e passione. Con Marco abbiamo lavorato, anche nel periodo di lockdown, sull’addestramento atletico e tecnico e sulla programmazione della crescita. L’unica cosa non programmabile sono i gol, ma lui non fa solo quello. Lavora per la squadra e questo non gliel’ha insegnato nessuno, è tutta farina del suo sacco”.

Questo prolungamento è un segnale inequivocabile di quanto la dirigenza punti sul talento del ragazzo. Che progetto c’è attorno a Da Graca?
“Io non lavoro e non ho mai lavorato contro le società perché l’obiettivo è comune: se diventa un giocatore forte ci guadagnano tutte le parti in causa. Con la Juve c’è stata piena sinergia. Anche qualche scontro dal punto di vista tecnico, ma ho avuto la fortuna di avere sempre interlocutori credibili. Partendo da Marotta, ma anche Paratici e Cherubini che era responsabile del settore giovanile e conosce benissimo le difficoltà che ha avuto Marco. C’è stato un momento in cui si dubitava della scelta, lui aveva un diritto di riscatto ma poi è stato preso a titolo definitivo. Vi racconto questa: una volta gli ho chiesto come mai in allenamento ha fatto un movimento per far entrare in scivolata Cuadrado, evitarlo e poi calciare e lui mi ha detto: “Io non penso, mi viene”. Questo è il talento, mi sembra che siamo sulla strada giusta per diventare un professionista. Della Juve? Lui deve lavorare tanto, il sogno di tutti, e l’obiettivo, è diventare il nuovo Marchisio. Le richieste soprattutto dalla Premier ci sono state, leggevano scadenza 2022 e quindi con un giocatore di queste caratteristiche diventa abbastanza logico. Lui ha le prerogative dell’attaccante moderno. La Juve non avrebbe investito come ha fatto con Dragusin, con Fagioli. Sono giocatori con profili da attenzionare”.

Da Graca ha già esordito anche con la prima squadra in Coppa Italia contro la Spal andando pure a un passo dal gol. Cosa le ha raccontato il ragazzo di quella serata?
“È un piccolo rammarico perché io ho avuto la fortuna di allenare Bobo Vieri che aveva l’età di Marco e l’esordio lo fece in Coppa Italia facendo gol. Mi sarebbe piaciuto se avesse segnato, a coronamento di tre mesi in prima squadra che cambiano l’esistenza di chi ama il calcio. I grandi campioni si sono dimostrati di una disponibilità notevole, c’è un gruppo che accoglie i giovani calciatori nel migliore dei modi. Abbiamo parlato pochi giorni fa di quella partita: prima di entrare un po’ di tensione ce l’aveva, ma appena messo il piede in campo non c’è stato alcun tipo di problema. Io sono andato per conto della Juve, ma poi andò alla Roma, a prendere Samuel che a 18 anni era centrale titolare del Boca Juniors dove la terra trema da quanto urlano. Se uno non ha questo spirito non può giocare a calcio. Ora è finito il percorso di primo avvicinamento alla prima squadra, è stato molto utile ma poter giocare lo è stato ancora di più. Se vuoi fare il calciatore devi fare minuti. E quello che ha sbalordito tutti è che purtroppo spesso chi va in prima squadra quando ritorna in Primavera si sente sminuito. Con lui invece è il contrario, lui gioca a calcio”.