Under 17, Bianchi: "Essere capitano della Juventus è un grande onore e una grande responsabilità"
Alessandro Bianchi, difensore e capitano dell'Under 17 della Juventus, reduce dall'esperienza in Nazionale agli Europei in Azerbaijan, ha concesso un'intervista a footbola.it. Ecco le parole del classe 1999:
Osservandoti abbiamo sempre visto che giochi da difensore centrale, ma sappiamo che in passato hai agito anche da terzino. Dove preferisci piazzarti in campo?
Da laterale destro ho giocato un anno in nazionale U16, per esigenza del mister Zoratto. Con il mister Del Canto e anche con la maglia della Juventus ho sempre fatto il centrale, e preferisco decisamente giocare lì, sia in una difesa a quattro che in una difesa a tre.
Rappresentare una squadra come la Juventus è sicuramente un onore per te e per i tuoi compagni. Senti già un senso di appartenenza al progetto bianconero?
Sicuramente essere il capitano della Juventus è al contempo un grande onore ed una grande responsabilità. Far parte di questa società riempie tutti noi di orgoglio, e abbiamo ovviamente la consapevolezza di vestire ogni weekend una maglia gloriosa e conosciuta in tutto il mondo!
Passiamo al capitolo nazionale. Che effetto fa pensare di essersi potuti confrontare con i migliori giocatori della tua categoria, negli Europei U17?
Quella dell’Azerbaijan è stata un’emozione molto grande, così come confrontarsi con giocatori di assoluto valore, che in parte già conoscevo per averli incontrati precedentemente sia con le altre categorie della nazionale che con i club. Il rammarico c’è, perchè pur essendo capitati in un girone molto duro sono certo che avevamo le capacità per arrivare fino in fondo. I 45 minuti sbagliati con la Spagna ci sono costati carissimi.
Nella nostra selezione e nelle altre nazionali, ci sono giocatori che hanno grandi prospetti? E tu che obbiettivi hai per i prossimi anni?
Per quanto riguarda gli avversari sono rimasto molto colpito da 3 portoghesi: Domingos Quina, Josè Gomes e Diogo Dalot, ma mi sento di dire che in generale all’Europeo c’erano parecchi giocatori che faranno parlare di loro. Tra i miei compagni di squadra non posso citare qualcuno e lasciare fuori altri perchè sarebbe un grande torto, ma credo che in molti avranno la possibilità di calcare palcoscenici di livello. Gli auguro di potersi confrontare nelle categorie maggiori almeno una volta. Per quanto riguarda me, mi trovo in uno dei club più importanti al mondo, e di sicuro rimarrò qui altri 3 anni, ma spero di poter restare anche per più tempo. Non ho particolari obbiettivi, voglio solo diventare un professionista, che sia qui o altrove.
La primavera della Juventus è nelle final-eight. Conosci i giocatori? Secondo te possono raggiungere la finale?
Nel settore giovanili si stringono molte amicizie e personalmente li conosco tutti molto bene. Sono un gruppo fortissimo, e senza dubbio attrezzato per la vittoria finale. Io glielo auguro con tutto il cuore.
Te la senti di sbilanciarti in un pronostico riguardante gli Europei della nazionale maggiore?
Credo che questa non sia la nazionale più forte degli ultimi anni, senza dubbio. Tuttavia sono un gruppo molto solido, e Conte è uno molto attento ad ogni dettaglio. Perciò in fondo in fondo sono abbastanza ottimista, e se si dovesse riuscire a passare il girone poi incontrare l’Italia sarà molto scomodo per chiunque.
Chiudiamo chiedendoti di dirci il tuo idolo, del passato o del presente.
Nel passato ho imparato l’arte del difendere innamorandomi di Paolo Maldini e Fabio Cannavaro. In generale però non ho idoli, men che meno nel calcio moderno, anche se apprezzo tantissimo Sergio Ramos e Thiago Silva.