Semplicemente Epici. Fattori X di questo risultato? La programmazione e le palle!

Capolavoro di Max Allegri, bravissimo nel saper continuare e migliorare l'immenso lavoro di Antonio Conte
14.05.2015 12:40 di Francesco Carini Twitter:    vedi letture
Semplicemente Epici. Fattori X di questo risultato? La programmazione e le palle!
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Correva il 2003 e la Juve sconfiggeva il Real Madrid nella partita perfetta per eccellenza, con un 3 a 1 che disintegrava le speranze di una fra le più grandi squadre di ogni tempo, che vedeva nelle sue fila elementi come: Zidane, Ronaldo, Raul e Figo. 

Passò Madama fra la gioia di tutti, tranne che di Nedved, ammonito negli ultimi minuti di match e costretto a saltare la finale di Manchester. Che dire? Se Pavel dovette rinunciare alla partita più importante della sua carriera, rivivrà l’emozione di una finalissima il prossimo 6 giugno, quando, in giacca e cravatta, siederà in tribuna in qualità di dirigente.

La squadra che ieri ha messo nuovamente in ginocchio i “Galapticos” rispecchia il DNA della storia Juve, che è lo stesso del ceco, pronta a non mollare mai e a mettere la tecnica a servizio del collettivo. Gianni Agnelli, nonostante avesse rimproverato i suoi dirigenti a cavallo a fine anni '60 di costruire squadre troppo “socialdemocratiche”, sottintendendo ad una mancanza di spettacolarità, sarebbe stato più che orgoglioso di questa compagine, che magari non avrà il genio di Sivori o la classe di Boniperti, ma sicuramente ha nella grandezza di Tevez e nelle geometrie di Pirlo o nei colpi di Pogba, un collante che riesce ad impreziosire una rosa che ha nelle “palle” il fattore fondante dei suoi successi.

L’elemento fortuna è fondamentale per qualsiasi squadra voglia arrivare in finale. Se nel match casalingo contro l’Olympiacos la palla non fosse sbattuta sul corpo del portiere biancorosso in occasione del timbro di Llorente, avremmo parlato di un’altra situazione. O se magari l’Apache non avesse sbloccato al secondo minuto di gioco la gara a Gelsenkirchen con il suo tiro stratosferico, il Borussia Dortmund avrebbe messo sotto i Campioni d’Italia; senza dimenticare il piedino di Sturaro  sul colpo di testa a botta sicura di Rodriguez. Ma questo è il calcio e sicuramente “la fortuna aiuta gli audaci”, soprattutto quelli che sanno crederci.

Questa corazzata ha gli attributi e li ripossiede  dal 2011 a questa parte, cioè da quando Antonio Conte ha risvegliato l’orgoglio di un intero ambiente che non contava fenomeni come l’argentino o Morata, bensì aveva in rosa Giaccherini, Vucinic e Quagliarella, giocatori molto bravi ma che non potevano fare la differenza. Eppure, con questi elementi vinse il tricolore e l’anno successivo centrò i quarti di finale di Champions League, uscendo solo contro i futuri vincitori del Bayern Monaco, dopo aver rifilato una sonora lezione al Chelsea campione in carica.

Che dire, Allegri ha ereditato un gruppo fantastico ed ha saputo lavorarci su apportando quella tranquillità che ha permesso di ragionare di più in fase di possesso palla e di controllare la gara in fasi fondamentali. Ha avuto dei meriti giganteschi, ma non ci si deve dimenticare da dove si è partiti solo quattro anni fa e di conseguenza fare l’errore di dividersi in gruppi e fazioni che sostengono uno o l’altro allenatore. 

Senza ombra di dubbio, denigrare il tecnico salentino, salvo le sacrosante critiche per la modalità con cui ha scelto i tempi del divorzio, apparirebbe sinonimo di deficit cognitivo, come sarebbe da ignoranti manifesti screditare il lavoro del mister livornese. La Juve è l’orgoglio d’Italia e va al di sopra di ogni stupida logica da clan o di qualsiasi analisi distorta per incapacità manifesta, mala fede o memoria corta. Abbiamo grandi professionisti e uomini straordinari, pertanto: sperare è umano, sognare è lecito, non dimenticare è un obbligo. Historia docet!

Mg Madrid (Spagna) 13/05/2015 - Champions League / Real Madrid-Juventus 
nella foto: esultanza fine gara Gianluigi Buffon-Alvaro Morata
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport