Moby Dick - Juventus, senza un bomber rischi l'Europa. Più fiducia a Dybala e non si trascuri Mandzukic. Per Pogba c'è posto in panchina...
Decontestualizzando il rendimento offerto da una classifica mediocre, la partita di Milano ha consentito alla truppa bianconera di voltare pagina. Il risultato, bugiardo nella sua forma, ha mostrato una Juventus matura. Con il rientro di Barzagli, monumentale al “Meazza”, la difesa ha ritrovato un equilibrio del quale era stata inopinatamente privata. Il ritorno al 3-5-2, in una sorta di “coperta di Linus” tattica ha poi fatto il resto. Sincronismi e sovrapposizioni sono perfetti anche se nella variante proposta a San Siro il buon Evra è stato spesso e volentieri il vero ago della bilancia. Sulla base della posizione assunta, infatti, la Juventus ha più volte ricostruito uno dei più classici 4-4-2, schema nel quale Pogba, se collocato a sinistra, non può dare nulla in più di una presenza numerica in campo.
Khedira, e questo è un merito, ha incarnato sin da subito lo spirito di Vidal, quantomeno negli inserimenti offensivi. Con il numero di esterni veloci in organico, ovvero Pereyra, Alex Sandro e Cuadrado, lo schema migliore per questa Juventus è il 4-2-4, il sistema preferito, manco a farlo apposta, di Conte. Il tedesco di origine tunisina, ottimo nella fase di impostazione lineare e nelle verticalizzazioni, anche in un centrocampo a tre è riuscito a ritagliarsi un ruolo da leader. Perso, nel giro di un'estate, da Pogba. Non si può regalare un tempo agli avversari con un uomo in meno, questo Paul lo sa. In nessuna grande compagine europea, Barcellona e Bayern in primis, sarebbe stato concesso un credito così ampio. Questo il francese lo sa bene ma, probabilmente, se ne dimenticherà a fine anno quando, con un cachet di notevole portata, saluterà Torino.
In questa Juventus, al fianco di Khedira e Marchisio sarebbe fondmentale la presenza di un centrocampista più dinamico e, soprattutto, più votato alla quantità. Lemina, Sturaro o Asamoah completerebbero un terzetto di grande compattezza. Il francesino arrivato dal Marsiglia meriterebbe senza dubbio più spazio, in ragione di una maggiore capacità interdire oltre che, a conti fatti, di centrare la porta. Capitolo a parte merita il discorso su Mandzukic. Le critiche sul centravanti sono figlia di una ignoranza diffusa. A livello atletico il croato è parso appesantito da una preparazione diversa, più pesante e pressante. Le capacità del corazziere acquistato in estate non sono e mai saranno in discussione. Se servito e se assistito, parola di David Trezeguet, il numero diciassette bianconero conquisterà l'universo bianconero. Anche perchè è l'unico vero bomber d'area a disposizione. Ma se con un due ali forti e veloci non si è in grado di fare un paio di cross a partita...
I VIDEO DI ALVISE CAGNAZZO
http://www.youtube.com/user/wlarai?feature=results_main
CHI E' ALVISE CAGNAZZO - Alvise Cagnazzo (1987) è nato a Bergamo e vive a Bari. Giornalista, scrittore, autore e conduttore televisivo, è il più giovane vincitore del premio “Miglior giornalista di Puglia” sezione carta stampata -sport, istituito dall’Odg. È autore dei libri “Tutti zitti, parlano loro”, (2007), “Semplicemente Rafa” (2010) e, “Montero, l’ultimo Guerriero (2010) e, sempre per Bradipolibri, "Antonio Conte, l'ultimo gladiatore" (2011). Ha collaborato con Carlo Nesti. Ha condotto, per centosessantaquattro puntate, il programma televisivo “Parliamo di calcio”, in onda su Rtg Puglia in prima serata. È firma di Calcio2000, mensile nazionale e internazionale fondato da Marino Bartoletti, diffuso in trentadue paesi. Collabora con il giornale “Puglia”, fondato da Mario Gismondi, ex direttore del “Corriere dello Sport”. Collabora con “Il Riformista”. Editorialista per “Tuttojuve.com con la rubrica Moby Dick”. Ha partecipato come opinionista tv a “Quelli che il calcio” su Rai 2 e “La giostra dei Gol” su Rai International.