Moby Dick - Il boia che mancava alla Juventus

Editorialista del mensile "Calcio 2000" fondato da Marino Bartoletti, collaboratore de "Il Riformista". Vincitore del premio "Miglior giornalista di Puglia". Autore delle biografie di Paolo Montero e Antonio Conte.
02.12.2015 01:22 di  Alvise Cagnazzo  Twitter:    vedi letture
Moby Dick  - Il boia che mancava alla Juventus

Avesse preso un pizzico di rincorsa in più, probabilmente Mario Mandzukic avrebbe trascinato il difensore ed il portiere del Palermo in fondo alla rete. Il cross, perfetto, di Dybala avrebbe potuto esser colpito in tanti modi. Il corazziere croato non ha esitato a trasformare un pallone calciato perfettamente in un colpo di testa imperioso, marchio di fabbrica costantemente riproposto in ogni annata trascorsa a combattere in area di rigore. Mandzukic non è un attaccante comune e, a conti fatti, rappresenta uno splendido "ibrido", figlio di un calcio in perenne evoluzione. Uno stopper con vocazione offensiva. Spesso e volentieri questo leitmotiv ha accompagnato i giudizi su di un attaccante di razza capace di trasformarsi nel primo difensore della propria squadra. 

 

Mario ama giocare di fisico, sbaragliando il difensore con astuzia e "sostanza" muscolare, come accaduto nel contrasto, vinto dal croato, con Otamendi nella sfida di Coppa dei Campioni contro il Manchester City. E' un lottatore vero e come tale non disdegna il gomito alto e l'acredine con il marcatore dirimpettaio. Detto ciò, il suo modus di concepire e vivere la sfida rappresenta una novità per i meccanismi offensivi della Juventus. Non avrà l'eleganza di Trezguet e la classe di Tevez o Del Piero. E forse nemmeno la falcata elegante di Morata. Ma Mario, il centravanti più spigoloso d'Europa, ha nella cattiveria agonistica una dote innata.

 

Capace di rendere giocabile il peggiore dei palloni ricevuti, il peggiore dei cross possibili. Con Alex Sandro, l'intesa pare essere perfetta. I traversoni nel mezzo hanno nella testa dell'ariete un punto di riferimento costante. Che si tratti di una sponda o di una frustata improvvisa, non fa differenza. Con lui, ancor più che con Llorente, i bianconeri hanno trovato un bomber di movimento, capace di segnare e di pressare. Una fastidiosa borsite al gomito ha in qualche modo rallentato il processo di adattamento ai ritmi del nostro campionato. Un dolore fastidioso avvertito, a quanto pare, anche in corsa ed in fase di coordinazione. Superato il problema fisico, Mandzukic ha mostrato con reti pesanti la sua grande dedizione al lavoro.

 

I centri contro il City, sia all'andata che al ritorno, e contro Atalanta, Empoli e Palermo testimoniano la grande confidenza con la porta. L'intesa con Dybala sembra perfezionarsi, partita dopo partita. Ed Allegri, dopo mesi di confusione tattica e tecnica, pare aver finalmente trovato il tandem offensivo di riferimento...

 

 

 

I VIDEO DI ALVISE CAGNAZZO

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CHI E' ALVISE CAGNAZZO - Alvise Cagnazzo (1987) è nato a Bergamo e vive a Bari. Giornalista, scrittore, autore e conduttore televisivo, è il più giovane vincitore del premio “Miglior giornalista di Puglia” sezione carta stampata -sport, istituito dall’Odg. È autore dei libri “Tutti zitti, parlano loro”, (2007), “Semplicemente Rafa” (2010) e, “Montero, l’ultimo Guerriero (2010) e, sempre per Bradipolibri, "Antonio Conte, l'ultimo gladiatore" (2011). Ha collaborato con Carlo Nesti. Ha condotto, per centosessantaquattro puntate, il programma televisivo “Parliamo di calcio”, in onda su Rtg Puglia in prima serata. È firma di Calcio2000, mensile nazionale e internazionale fondato da Marino Bartoletti, diffuso in trentadue paesi. Collabora con il giornale “Puglia”, fondato da Mario Gismondi, ex direttore del “Corriere dello Sport”. Collabora con “Il Riformista”. Editorialista per “Tuttojuve.com con la rubrica Moby Dick”. Ha partecipato come opinionista tv a “Quelli che il calcio” su Rai 2 e “La giostra dei Gol” su Rai International.