MAROTTA alla Gazzetta: "Juve da 8, ma ha l'obbligo dello Scudetto. Allegri ha fatto ricredere tutti. Arriva subito difensore, manca qualcosa in attacco. Aspettiamo Conte"

27.12.2014 09:14 di Redazione TuttoJuve Twitter:    vedi letture
MAROTTA alla Gazzetta: "Juve da 8, ma ha l'obbligo dello Scudetto. Allegri ha fatto ricredere tutti. Arriva subito difensore, manca qualcosa in attacco. Aspettiamo Conte"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Beppe Marotta a ruota libera sulle colonne de "La Gazzetta dello Sport", in una lunga intervista concessa al collega Mirko Graziano. Ecco i passaggi più significativi:

SUPERCOPPA - "Che segni lascia la Supercoppa persa con il Napoli? Solo un pizzico di delusione. Si è cele­brata l’imprevedibilità del calcio. Ave­vamo la coppa in mano, più volte, e difatto l’abbiamo quasi regalata. Buttati al vento almeno due match point, ma è giusto riconosce­re pure il valore del Napoli, ottima squadra. Ci sarebbe piaciuto portare a casa un altro trofeo, non è stato così, in ogni modo sul campo la parti­ta è finita 2­2, non è stata una disfatta".

BILANCIO - "Bilancio dell’era Allegri? Voto 8 a Max e ai suoi ragazzi. Partiamo dall’inizio. Abbiamo avuto un avvi­ cendamento tecnico in corso d’opera, a stagione iniziata. Ci siamo trovati a scegliere un altro alle­natore in 24 ore, e Allegri non ha poi potuto inci­dere sulle operazioni di mercato. Max si è trova­to oltretutto a gestire un gruppo reduce da molti successi, avendo quindi tutto da perdere. E’ stato bravissimo, ha smentito chi non credeva in lui: siamo primi in campionato e fra le grandi sedici d’Europa. E ancora dobbiamo giocarci la Coppa Italia. Insomma, la Supercoppa è un piccolissimo puntino nero su un foglio bianchissimo. Dico bravo al nostro allenatore, esalto la professiona­lità dei ragazzi e voglio evidenziare anche la soli­dità della società: il presidente Agnelli, io, Para­tici e Nedved siamo accanto alla squadra pratica­ mente ogni giorno, il supporto è totale e appunto quotidiano".

OBIETTIVI - "La Juve ha l’obbligo di puntare al quarto scudet­to consecutivo, così come aveva il dovere di entra­re negli ottavi di Champions. E secondo me abbia­mo le carte in regola per arrivare almeno ai quarti di finale. Quest’anno vorremmo anche la Coppa Italia, trofeo che ci manca da troppo tempo".

SOCIETA' - "3 scudetti e due Supercoppe italiane dal 2010? Sinceramente, quando siamo partiti non immaginavamo di raggiungere ri­ sultati tanto importanti in così poco tempo. E gran parte dei meriti sono di Andrea Agnelli, dirigente illumina­to, che al di là di inculcare un forte senso di appartenenza, legato an­che al suo nome, è riuscito a mo­dellare una società che oggi è decisamente un punto di riferimen­to in Italia (....)".

FUTURO - "Si dice che molti club stiano pensando a me per risalire? Il mio futuro è il presente. Vorrei concludere qui la carriera, non vedo alternative al momento. Poi, sono un uomo di calcio e so bene che ogni cosa è legata ai risultati. Il grande Rocco diceva: se vinci sei un bravo ragazzo, se perdi sei invece una testa di... Vabbé, diciamo un “mona”.... Se mi piacerebbe fra qualche anno dare una mano concreta, sul piano politico, al calcio italiano? Sì, mi piacerebbe. Siamo carenti a livello di clas­se dirigenziale (.....). Non ci si improvvisa direttore generale, manager o chicchessia. Nel nostro calcio ci sono ancora troppi dirigenti improvvisati nei posti chiave. Io combatto per questo. E le colpe vanno spesso a presidenti accentratori...".

RICETTA PER MIGLIORARE CALCIO ITALIANO - "Tre cose che farebbe subito per migliorare il calcio italiano?
Ricominciare a parlare di calcio, e non solo di diritti tv, stadi e violenza. Oggi la grande crisi non è unicamente strutturale, ma riguarda an­che la formazione dei tecnici e dei dirigenti, componenti fondamentali per ritrovare qualità fra i calciatori, che sono poi il valore più impor­ tante. E qui che la Figc deve agire. Quindi, il cam­pionato va riportato assolutamente a 18 squa­dre: crescerebbe in qualità, senza ignorare i be­nefici che ne deriverebbero sui calendari in ge­nerale. Infine, terzo necessario intervento, bisogna puntare sulle seconde squadre. Altro che doppie proprietà, cosa che non esiste in nes­ suna altra nazione. Ci sarà un motivo se in Euro­pa tutti i grandi club hanno le seconde squadre... E’ il modo migliore anche per facilitare il lancio dei giovani, che così resterebbero di fatto tutto l’anno a disposizione della prima squadra, po­tendo oltretutto sfruttare concretamente la vici­nanza di tanti campioni. Il campionato Primave­ra, per quello che è, non dice nulla tecnicamente. Penso a Coman, classe 1996: ha poco spazio in prima squadra, ma allo stesso tempo non ha sen­so inserirlo in Primavera. Di fatto, siamo quasi costretti a mandare i giovani migliori a fare espe­rienza fuori, quindi lontano dal nostro controllo. Fra l’altro, le seconde squadre, in caso di avvi­cendamento traumatico del tecnico, ti danno la possibilità di promuovere eventualmente un al­lenatore che già conosce metodi, uomini e storia della società. Guardiola e Luis Enrique sono esempi significativi (.....)".

LOTITO - "Attacco Lotito? Il comportamento di Lotito è stato deplorevole. Sono stato toccato personalmente. Io e la Juventus stiamo ancora valutando cosa fare. E’ un contro­ senso che non mi sia stato permesso di andare per vie legali, in sedi diverse dall’ambito sportivo, no­ nostante sia stata toccata una sfera assolutamente privata e personale, che nulla ha a che fare con il calcio. Cioè, che faccio se attraverso sulle strisce pedonali e un tesserato mi investe? Non posso an­ dare in tribunale? E’ bestiale, allucinante".

DIFESA - "Che mercato sarà per la Juve a gennaio? Arriverà sicuramente un difensore: avendo il jolly Caceres, stiamo ancora valutando se puntare a un terzino o a un centrale".

ATTACCO - "Più fantasia in attacco? Sappiamo che il calcio di Allegri richiede anche questo. Max ha idee diverse da Conte, e si è dovu­to adattare a una rosa che ha trovato. E’ quindi logico che per sviluppare in pieno il suo lavoro manchi ancora qualcosa. Perotti? Non faccio nomi, non ha senso in questa fase, però di sicuro andremo a caccia dell’occasione giusta. Non è facile, perché non possiamo disco­ starci da certi parametri economici. Vediamo, osserviamo, lo scouting coordinato da Paratici è al lavoro 24 ore su 24".

STURARO, BERARDI E ZAZA - Uno tra Sturaro, Berardi e Zaza  potrebbe anticipare il suo arrivo a Torino? Non credo, riteniamo più utile che giochino con continuità piuttosto che venire qui a fronteggia­re una concorrenza più dura. Poi, là davanti, molto dipenderà per forza da ciò che deciderà di fare Giovinco". 

CONTE - "Quando vedremo Conte in visita a Vinovo? L’ho sentito un mese fa, e abbiamo condiviso l’idea di vederci a gennaio. Credo che verrà a tro­varci subito dopo la trasferta di Napoli, è il perio­do ideale. Come si fa ad avallare la decisione di chiudere il 22 maggio 2016 il campionato che porta all’Europeo? E infatti noi siamo dalla pare di Conte in questo senso. Il c.t. deve avere il giusto tempo per prepa­rare l’Europeo. Ripeto, siamo scettici sugli stage, e qui condivido l’opinione di Lippi, ma riteniamo giusto che il campionato 2015­-2016 finisca pri­ma, affinché Conte abbia la possibilità di pla­ smare e gestire il gruppo nel migliore dei modi. Questo anche per chiarire che non esiste un dualismo Juve­-Conte.... Da fuori non si percepisce grande amore? E’ un falso problema, che ha piacevoli ripercus­ sioni solo per i media. Noi siamo a favore di ogni tipo di collaborazione con la Nazionale, poi certe decisioni devono essere prese dall’assemblea, e la Juve ha un solo voto. Certo, con il campionato a 18 squadre sarebbe tutto più semplice".

MOVIOLA IN CAMPO - "La posizione della Juve sulla moviola in campo? Favorevoli alla tecnologia per quanto riguarda il gol­non gol. Contrari alla moviola in campo".

ITALIA ALLO STADIUM - La Nazionale giocherà allo Juventus Stadium contro l’Inghilterra? La Figc, nella persona del presidente Tavecchio, ha chiamato il presidente Agnelli chiedendo la disponibilità del nostro stadio: disponibilità ac­ cordata. Ora sta alla Figc decidere, il primo pas­ so è loro. Se vogliono, saremo ben contenti di ospitare gli azzurri, altrimenti amici come pri­ ma...".