MARCHISIO: VOGLIO ESSERE IL LAMPARD DELLA JUVE

o ha visto da vicino in Champions League e n’è rimasto impressionato. “Che giocatore! Un modello da studiare e imitare”. Frankie Lampard è il punto d’arrivo di Claudio Marchisio, uno che desta sentirsi chiamare “giovane” ma su cui – dice – “Ranieri può contare: conosco i miei limiti ma so pure dove voglio arrivare”. Magari a vincere questo scudetto: “Esiste una speranza ancora di farcela, e noi la percorreremo fino in fondo”.
Claudio Marchisio è uno che ha le idee chiare su molti aspetti della sua vita da calciatore in forte ascesa. Intanto non vuol sentirsi chiamare più... «giovane». Non è che più in là rimpiangerà questo appellativo?
« A 23 anni on ci si può certo sentire vecchi, ma spesso questa beata gioventù viene scambiata per eterna inesperienza, si viene additati ancora come giocatori della primavera. In realtà non è più così. Io sto cercando di ritagliarmi un posto al sole in questa grande Juventus».
Questione di fiducia. Ranieri spesso gliel’ha concessa.
«Devo ringraziare veramente il mister che mi ha sempre gettato nella mischia quando ce n’era bisogno. E non solo in casi di estrema necessità. Faccio un esempio, magari Tiago o Sissoko avevano qualche acciacco leggero, superabile. Bene, Ranieri preferiva far giocare me. Questo significa stima. E per me continuità, crescita professionale. Ne ho bisogno » .
L’amichevole dell’Under 21 in Olanda è arrivata a proposito. Claudio era fermo da più di due settimane, l’infortunio superato ma un po’ di ruggine...
«Vero, in questo senso sono stato davvero fortunato. Avevo bisogno di giocare prima della ripresa del campionato, di mettere benzina nella gambe e fiato nei polmoni. La partita con l’Olanda poi è stata decisamente impegnativa. Bene così .
Coprendo tra l’altro due ruoli l’altra sera a Kerkrade sul campo del Roda.
«Prima nella consueta posizione che ricopro nell’Under 21, esterno di sinistra nel centrocampo a tre, poi, dopo l’infortunio di Cigarini da centrale».
E come è andata?
«Bene in tutte e due le situazioni. Va detto tra l’altro che io nelle giovanili ho sempre giocato da centrale, quindi il ruolo per me non è certo una novità».
Duttilità che può venire utile anche in chiave Juventus.
«Ranieri sa che può contare su di me in ogni parte del campo. Io mi applico per migliorare, conosco i miei limiti ma anche i miei obiettivi».
Vale a dire?
«Diventare un campione, naturalmente con la maglia della Juve».
Più chiaro di così. Nel ”work in progess” di Marchisio c’è stata anche la prima esperienza in Champions League.
«Esaltante, emozionante, confronti che ti aiutano a crescere sotto ogni profilo. Le partite di Champions hanno un sapore speciale».
E giocatori speciali. Da ”ex” giovane in carriera, da chi ha avuto l’impressione migliore, particolarmente positiva?
«C’è l’imbarazzo della scelta, ma se devo proprio sceglierne uno dico Frankie Lampard. Che giocatore! Magari lo vedi poco in fase difensiva, ma quando entra in gioco lui è tutta un’altra musica: corsa, tecnica, tiro, senso del gol. Una presenza da vero leader riconosciuto anche dai compagni di squadra».
Sbagliamo o stiamo parlando di un tipo di giocatore cui tende proprio Marchisio?
« Lampard è un modello da studiare, perchè no, anche da imitare, un punto d’arrivo».
Corsa, tiro, tecnica. Punto di riferimento costante. Ma stiamo parlando delle stesse caratteristiche di Marchisio.
« Sì, ma con le dovute proporzioni. Lampard è Lampard e io sono Marchisio che vuole diventare un Marchisio ancora più bravo».
A partire dalla partita di domenica col Chievo.
«L’aria dell’Under 21 mi ha fatto bene. Io sono pronto ma decide Ranieri. Vediamo al ritorno di tutti i nazionali».
L’Inter è sempre lì a +7. A volte sembra troppo lontana, a volte no.
«Dipende dai punti di vista. In mezzo balla sempre lo scontro diretto. Noi dobbiamo vincere 9 partite su 9 e poi tirare le somme. E’ difficile, ma una speranza di riagguantare i nerazzuri c’è ancora e noi la percorreremo fino in fondo».