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TJ - AVV. CHIAPPERO A JTV: "Sbagliato riportare pezzi di intercettazione. Dominello conosciuto solo come tifoso Juve. Ecco tutta la telefonata..." (INTEGRALE)

27.03.2017 21:37 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
LIVE TJ - AVV. CHIAPPERO A JTV: "Sbagliato riportare pezzi di intercettazione.  Dominello conosciuto solo come tifoso Juve. Ecco tutta la telefonata..." (INTEGRALE)

JTV ha dedicato un ampio approfondimento speciale alle recenti inchieste, e al deferimento da parte della Procura Federale FIGC ai danni della Juventus e dei suoi dirigenti. Ospite in studio, con il direttore dell'emittente Claudio Zuliani, l'avvocato Luigi Chiappero. Tuttojuve.com ha ripreso integralment e in tempo reale il suo intervento.

Inizia tutto nei mesi estivi con il procedimento "Alto Piemonte".
"Inizia tutto e dovrebbe anche finire tutto con il procedimento 'Alto Piemonte', perchè a seguito di un'approfondita immagine della Procura della Repubblica di Torino si chiude un'indagine complessa nell'ambito della quale tra vari altri reati vi è un aspetto che è stato indagato a fondo, cioè quello della vendita di biglietti della nostra società Juventus che arrivavano alle  tifoserie e da queste erano rivendute. E su questo ovviamente c'era un guadagno. La chiusura di questa indagine vede tutti i nostri i dirigenti che hanno avuto parte in quella indagine, nella veste di testimoni, perchè nulla è emerso rispetto a un coinvolgimento che non c'è mai stato, con quello che poi si è discusso successivamente esserci dietro a questi gruppi organizzati di tifosi juventini".

Quindi durante l'estate c'era questa doppia fase: la prima di chiusura di un'indagine denominata Alto Piemonte che si chiude con l'arresto di Rocco Dominello, accostato a cosche mafiose,  il coinvolgimento di Fabio Germani. Dopodichè i testimoni Juventus vengono ascoltati come testimoni e sono naturalmente momenti da parte della società perchè sono secretate queste interrogazioni.
"Certo, questo tra l'altro è un momento molto importante, perchè generalmente quando le inchieste finiscono, l'attività di indagine è rivolta a carpire qualche ulteriore elemento attraverso intercettazioni che avvengono all'interno del carcere piuttosto che all'interno dei parenti degli accusati. Qui è successa una cosa particolare, importante, che è stata importante anche per noi, cioè che i testimoni D'Angelo e Merulla sono stati ancora intercettati, perchè l'autorità giudiziaria ha ritenuto che fosse bene continuare ad ascoltare quello che loro continuavano a dire in quel periodo, periodo nel quale venivano sentiti come testimoni dall'autorità giudiziaria".
 

Merulla è il responsabile della biglietteria. Il signor S'Angelo è il collante tra la società e i tifosi che sono allo stadio. In questo momento si parla di indagine penale e non c'è niente di sportivo...
"Certo, nulla di sportivo".

Si arriva ai primi ascolti da parte del Dottor Marotta, del Dott. Calvo, di Merulla e di D'Angelo. E in quel momento i giornali iniziano ad affiancare la Juventus a un qualcosa che non c'entra assolutamente nulla con lo sport...
"E' corretto, in effetti comincia proprio così. Ma fino a quando l'indagine rimane nell'ambito - tra virgolette - penale tutto è sufficientemente chiaro. La  nostra veste di testimoni è chiara, collaboriamo con l'autorità giudiziaria per fornire tutte quelle che sono le indicazioni che devono essere date, è chiaro che nell'ambito di questa indagine risulta che la Juventus, attraverso alcuni suoi funzionari  dirigenti aveva questa riserva - un po' per il tipo di tifoseria che la Juventus ha, proveniente un po' da tutta Italia e anche i  nostri gruppi hanno bisogno di organizzarsi - per i suoi fedelissimi, se così possiamo dire. Questo fatto ha provocato ovviamente un'allerta da parte dell'autorità disciplinare, che viaggia su un binario parallelo, cioè che si occupa dei rapporti tra le società e le tifoserie, soprattutto le tifoserie ultrà".

Tra l'altro, questa estate, è venuto a mancare Bucci, che poi era quella figura che era stata richiesta negli ultimi anni come rappresentate tra la società di calcio, la Juventus in questo caso, e i gruppi organizzati. Durante il procedimento viene ascoltato e poi muore suicida....
"Sì, è stata un'estate durissima. Tra l'altro io lo devo dire perchè va detto, perchè dalle carte emerge, che coloro i quali hanno avuto a che fare, anche autorità di polizia, con il Bucci dell'ultimo periodo nostro, nel periodo in cui era il cosiddetto slo (supporter liason officer, ndr) o comunque aiutante slo, perchè lo slo era un altro, è stato ampiamente apprezzato come persona che si rapportava in maniera assolutamente corretta e che era stato in grado di risolvere una serie importante di problemi che ovviamente dovevano essere affrontati, vuoi per le trasferte vuoi per le gare che dovevano essere disputate".

I dipendenti della Juventus sono ascoltati come testimoni non come indagati.
"Assolutamente. Il problema è legato alla presenza di questa figura di Rocco Dominello che noi avevamo conosciuto dai tempi risalenti, dal 2009/10, perchè amico di Fabio Germani. Lo si era conosciuto come un tifoso juventino". 


Dominello, ad oggi è una persona incensurata, imputato quale partecipe per associazione a delinquere di stampo mafioso.
"Questo è importante perchè risulta dagli atti, sono state rilette tutte le carte del 2009/10 di un'altra indagine, lo ha fatto la Guardia di Finanza, è stata una lunga rilettura di questi atti e da questa rilettura è emerso che i contatti di Germani e Dominello con la Juventus, già all'epoca, era un contatto di tifosi particolarmente vicini - o tentavano di essere particolarmente vicini alla società -, di avere notizie, di essere persone che a loro volta informavano e in qualche misura si vantavano anche di essere persone a conoscenza delle dinamiche societarie, soprattutto quelle di campo, quelle calcistiche, che interessano di più i tifosi".

A chiusura di indagine, ci sono le audizioni e contemporaneamente, il Dottor Marotta, il signor Merulla e il signor D'Angelo vengono anche messi sotto intercettazione da parte degli organi inquirenti per vedere le reazioni a questo ambiente che si sta creando. E in alcune intercettazioni, sia Merulla che D'Angelo appaiono sorpresi che Rocco Dominello facesse parte di una cosca mafiosa.
"Quì dobbiamo essere chiari su un punto. Le intercettazioni sono atti complessi, difficili da leggere ed è per questo che certe volte non vengono divulgati prima di un certo momento. Perchè non tutto quello che si dice al telefono corrisponde alla verità assoluta, molte volte si fanno dei ragionamenti ipotetici. Un conto sono i fatti e un conto sono le cose che si dicono al telefono. Quindi l'intercettazione è un elemento delicato da studiare e da comprendere. Poi ognuno può avere la sua interpretazione, ma il dato è un dato di difficile interpretazione. Queste telefonate avvengono in un momento in cui c'è già stata l'emissione della misura di custodia cautelare nei confronti di persone che sono sottoposte a procedimento penale per associazione ai sensi dell'articolo 416 bis del codice penale. Quindi è molto importante contestualizzare nel tempo: perchè quando uno parla di Dominello nel 2016, dopo che è stato arrestato, ne parla a seguito di tutta una serie di elementi e di conoscenze che sono emerse proprio per via di quello che è capitato. E  questo è un dato che non può essere dimenticato perchè è chiaro che è un elemento portante per interpretare e leggere bene le telefonate del periodo agosto 2016".

E' evidente che a livello mediatico se poi si fa passare una telefonata come prima di una chiusura di un procedimento e di arresti effettuati, quando invece è avvenuta dopo, cambia tutto. 
"Quello che sta avvenendo è un qualcosa di estremamente sbagliato: riportare pezzi di intercettazioni, momenti e frasi estrapolate qua e là, è estramente fuorviante, perchè si possono far passare per vere delle cose che invece non sono di per sé vere. Sono vere nella misura in cui sono state dette, ma che costituiscono la base di un ragionamento e non di un fatto provato, qusta è la grande diversità. Se io non faccio attenzione a tutto il contesto nel quale la telefonata avviene, io divulgo brani di telefonate per utilizzarle per una certa finalità e per arrivare a tentare di dimostrare qualche cosa che non interessa. Non è così  non deve essere così".

Ad ottobre, all'Assemblea degli azionisti, il presidente Agnelli specifica che non ci sono dipendenti indagati. Ci sono due telefonate in particolar modo da affrontare e da spiegare. Perchè telefonate del presidente Agnelli ce ne sono due.
"Esatto, ci sono due intercettazioni vecchie, prima del periodo 2016, prima degli arresti e sono due telefonate con Alessandro D'Angelo. Sono brevi e particolarmente non rilevanti. Poi ci sono invece queste due telefonate del 4 agosto 2016, dove oltre ad essere uno che può spiegarle, sono anche un po' testimone perchè quelle telefonate fatte col telefono di Alessandro D'Angelo al presidente che era in ferie, vedono presente anche il sottoscritto e la collega Turco, proprio perchè c'era una ragione per cui era bene che fossimo presenti a questa telefonata".

Vogliamo vederle nel dettaglio?
"Devo premettere che c'è stato in quel giorno, il 4 agosto, l'audizione di D'Angelo davanti al pubblico ministero. A D'Angelo per la prima volta viene contestato che Dominello nel suo interrogatorio difensivo avrebbe rivelato di avere incontrato il presidente a tu per tu in un'occasione, dove il presidente prendeva addirittura degli appunti e gli spiegava delle cose che lui neppure era in grado di capire esattamente. Questo è quello che il pubblico ministero contesta a D'Angelo. D'Angelo a quel punto non ricorda nel modo più assoluto questo fatto e quando va a casa, esce di lì, telefona ad un amico, ma prima ancora va a casa e parla con la sua fidanzata al telefono e le dice che adesso la situazione per lui è pesante, perchè gli hanno fatto firmare un foglio perchè lui non ricorda che nel 2012 ha portato Rocco Dominello nello studio del presidente. Dice che ha chiesto al Dottore, che è il pubblico ministero, se può chiedere al presidente, e lo stesso gli ha detto che può farlo perchè è un cittadino libero. Questa è la partenza".



In sostanza viene chiesto a D'Angelo di ricordare questo episodio, siccome lui non si ricorda, chiede di poter colloquiare al telefono col presidente.
"Non si ricorda. Ovviamente il pubblico ministero lo sollecita in questo ricordo, lui continua a non ricordare e a questo punto per riuscire da questo momento di difficoltà, chiede al pubblico ministero se può fare una telefonata al presidente. Viene autorizzato a fare questa telefonata ed ecco perchè la sera del 4 agosto interviene questa telefonata tra D'Angelo, Chiappero e Turco da una parte e dall'altra parte il presidente Agnelli, verso mezzanotte, in vacanza".

Andiamo a rileggerci questa telefonata pr capire cosa si siano detti perchè leggerla sul giornale non ha lo stesso effetto...
"Credo che lei non abbia fatto trasmissioni più noiose di quella di questa sera, comunque cercherò di esercitarmi in questa lettura. (Chiappero legge i passaggi della telefonata, ndr).
CHIAPPERO: "Dominello avrebbe detto che tu avevi nel momento in cui vi parlavate una sorta di block notes dove ti segnavi le cose e avresti suggerito: guarda, sono meglio gli abbonamenti che i biglietti, perchè sui biglietti ci sono dei problemi".
AGNELLI: "Sì, c'erano i tamburi, c'erano gli striscioni, che ne so, c'era tutta quella roba lì".
CHIAPPERO: "Sì, sì, ma siccome Alessandro non se la ricordava questa cosa, ed è sul non ricordo di Alessandro che si sono molto soffermati, quello che volevo sapere è se te lo ricordavi tu questo incontro".
AGNELLI: "L'incontro sì, senz'altro. Ecco, io ogni volta che li vedevo, per quanto li vedevo a gruppi, ogni volta che li vedevo ai gruppi, scrivevo le cose sui fogli perchè nella mia testa era per dargli importanza che scrivevo quello che dicevano".

Quindi quando io segnavo l'esigenza di ricordarsi un incontro con Dominello, la risposta del presidente è 'Sì, sì lo ricordo, io li vedevo a gruppi'. Ricorda di aver incontrato tutti i gruppi". Poi D'Angelo ritorna sul tema...
D'ANGELO: "E' vero, in questa circostanza particolare eravamo però io, te e lui".
AGNELLI: "Ma in questa circostanza particolare, io mi ricordo che ogni tanto veniva prima, poi arrivavano gli altri, però vado a memoria, non è che...".
D'ANGELO: "Il problema mio è stato lo stesso. Loro si sono molto soffermati quando io gli ho detto che non ricordavo, perchè lui dice: la prima volta che ho incontrato il presidente Agnelli è stato tra giugno e luglio del 2012, mi ha portato Alessandro, eravamo attorno ad un tavolo, addirittura aveva un block notes".
AGNELLI: "Ma no, non penso proprio. Non penso proprio, perchè mai e poi mai, ad un primo incontro del genere vado così, conoscendomi io".
D'ANGELO: "Poi lui mi ha detto una roba -  oggi non mi hanno trattato benissimo -, mi ha detto: per me potete continuare a negare l'incontro. Poi io ad un certo punto gli ho detto: senta, ma io posso anche chiamare Agnelli. 
AGNELLI: "No, ma l'incontro c'è anche stato secondo me. Non è che bisogna negarlo. Però dubito che sia stato: 'Ti presento'; e da lì subito fai dei ragionamenti di questo tipo. E ti presento questo che fa questo, che fa quell'altro, poi comunque non ti preoccupare, ci penso io, non  è che ti presento qualcuno, pronti via, e fai quel tipo di riflessione".
D'ANGELO: "Questo è normale. Ma l'altra domandaè perché te l'avrei portato".
AGNELLI: "Perchè quello come al solito, perché quello che te l'ha presentato, era quello che faceva ordini, eccetera. Cioè Alessandro, in Lamse è venuto anche Mocciola. E' venuto anche Loris Grancini. Tutti in Lamse. Cioè sono venuti tutti".
E sì ragazzi miei, secondo me questo se lo inventa anche lui".
AVV. TURCO: "Era lui da solo, senza Dino Mocciola? Solo lui senza gli altri?"
AGNELLI: "E sì ragazzi miei, questo secondo me se lo inventa anche lui, secondo me se lo inventa anche lui".
D'ANGELO: "Però lui mi ha detto (credo il pubblico ministero, anzi sicuramente, osserva Chiappero): 'Per me puoi anche non ricordarti ed è assurdo che non ti ricordi una roba  del genere. Mi ha detto: Se la prossima volta Rocco viene qua e mi dimostra di essere stato là in quella giornata in ufficio, mi ha proprio detto tu sei fregato".
CHIAPPERO: "Sì, ma non è tanto questo, il fatto che ti abbia trattato un po' in questa maniera un po' forte, perchè sono cose normali che avvengono in un'audizione. La cosa importante è sapere se nei tuoi ricordi, tu ricordi di aver avuto un incontro in presenza di coso, dove il fatto..."
D'ANGELO: "Sì, sicuro. Sì, ok va bene. Lui sostiene che tu abbia consigliato di gestire abbonamenti invece che biglietti".
AGNELLI: "Ah, questo non me lo ricordo. Questo mi sembra una follia. Io mi ricordo che facevo i numeri".
D'ANGELO: "Facevamo i numeri dei biglietti?
AGNELLI: "Sì, sì"
D'ANGELO: "Guarda, ho proprio un vuoto incredibile. Non ricordo neanche".
CHIAPPERO: "Ecco, potrebbe essere che tu gli hai detto abbonamenti per evitare che i numeri salissero o cose di questo genere?".
AGNELLI: "Può darsi, potrebbe anche essere così. Io li vedevo ogni sei mesi, una volta all'anno. Quindi non è che..."
CHIAPPERO: "Quindi diciamo che hai visto lui come hai visto anche altri singolarmente. Hai visto solo lui? Perché questo potrebbe essere un altro aspetto che potrebbero richiedere"
D'ANGELO: "Può darsi".
AGNELLI: "Sì, ti direi di sì".
CHIAPPERO: "Cioè voglio dire, il Mocciola da solo piuttosto che il Grancini da solo, son venuti? Perché questo qui per esempio..."
AGNELLI: "No".
D'ANGELO: "No".
AGNELLI: "No, no, no. Ma neanche secondo me, non è venuto da solo, non c'è mai stato adesso che io questo... o che è arrivato cinque minuti prima e dietro c'era l'altro. O da solo con me...non me lo ricordo neanche io, perché vengo dieci minuti prima, sono sempre in coppia quelli lì".
D'ANGELO: "Perché ti spiego un altro dettaglio. Quando è uscito dall'ufficio, lo ha chiamato l'avvocato Galasso dicendogli: 'Come ti devo chiamare adesso, dottore, visto gli uffici che frequenti. E Rocco ha detto: 'Io non so come Galasso facesse a sapere di questo incontro''.
AGNELLI: "Perché secondo me c'era anche Germani e arrivava dieci minuti dopo, cioè non lo so. Quelle robe lì...".
D'ANGELO: "Io non ricordo. Purtroppo me ne dispiaccio, ma io non lo ricordo".
CHIAPPERO: "Comunque tu in genere li vedevi tutti insieme?"
AGNELLI: "Sì".
D'ANGELO: "Sì"
CHIAPPERO: "Quindi il fatto che lui ricordi di essere venuto da solo corrisponde al fatto che può essere che lui sia venuto da solo e che tu non abbia visto gli altri da solo?"
AGNELLI: "Potrebbe anche essere venuto dieci minuti prima. Una volta sì. Dieci minuti prima degli altri o quindici".
TURCO: "Vuole dire che arrivavano tutti i gruppi e ricevevi solo..."
AGNELLI: "No, tutti assieme. Sempre detto ad Ale, tutti assieme i capi. Una volta l'anno, tutti assieme. I referenti come li chiamano loro".
D'ANGELO: "Dice che era la prima volta che ti incontrava. E' come se lo avessi combinato io questo incontro"
AGNELLI: "No, no e no. E mai e poi mai saremmo scesi in quei dettagli lì la prima volta. Impossibile, impossibile".
CHIAPPERO: "E' vero. Questo è corretto".
AGNELLI: "Impossibile".
D'ANGELO: "Però sai cos'è la verità? Che non ricordo neanche Rocco in presenza degli altri quando sono venuti".
AGNELLI: "Quello no. In presenza degli altri no".
D'ANGELO: "In presenza degli altri io non me lo ricordo. Rocco presente alle riunioni nostre. Non me lo ricordo, non me lo ricordo mai".
CHIAPPERO: "Ma per quale ragione potrebbe essere venuto da solo?"
AGNELLI: "Eh non lo so, ragazzi. Gigi, però, voglio dire, non me lo ricordo io".
D'ANGELO: "Anche io"
AGNELLI: "Cioè ci penso, voglio dire, domani vi chiamo"
CHIAPPERO: "Pensateci un attimo, pensateci tutti e due un attimo".
AGNELLI: "Però mi sembra una cagata eh...".
D'ANGELO: "E' la mia paura".
AGNELLI: "Mi sembra una cagata".
D'ANGELO: "Oggi son stato in difficoltà e mi hanNO detto che se la prossima volta Dominello viene qua e mi dimostra che ero lì quel giorno...".
AGNELLI: "Va bene ci penso un attimo e ci risentiamo".

(Chiappero riprende a parlare con Zuliani, ndr). Questa era la prima parte. Chiaro che se uno mette insieme queste cose, ci sono dei momenti in cui alla domanda l'hai visto, lui dice 'sì, sì, sì'. Ma nel contesto - letta tutta insieme - forse è un po' diversa...".

Mi sembra di capire che gli incontri ci siano stati - come ha ammesso il presidente - con i gruppi organizzati durante l'arco di un anno, una o due volte, ma non c'è dietro nessun tipo di rapporto, se non si ricordano neanche chi andava...
"Soprattutto non c'è un incontro a tu per tu con quei contenuti, rispetto al quale 'no, mai', e 'impossibile', è la frase ricorrente, a fronte tra l'altro di un soggetto che non si accontenta, che ritorna sul tema, che insiste, che vuole cercare di capire, che fa delle domande che porterebbero a dare delle risposte positive: tanto che il povero Andrea, prima dice 'non mi ricordo', poi nella sua mente dice, 'potrebbe essere dieci minuti prima', cioè si cercano delle soluzioni a una costante domanda di un certo tipo. Ma la risposta che viene fuori da questo tipo di intercettazione è la risposta di un incontro che con i termini e con le modalità con le quali era stato contestato a D'Angelo non c'è mai stato".

Poi c'è la seconda telefonata...
"Io sono per leggere e perchè tutti conoscano tutto, non vogliamo che nulla rimanga nascosto. Trovo che le secretazioni siano importanti, ma siano importanti per le procure che devono fare le indagini, dopo siamo in un modo dove conoscere dei pezzi e non conoscere tutto è assolutamente sbagliato. Io vorrei che tutto si conoscesse ma rileggere tutta la telefonata del giorno successivo sarebbe fuor d'opera, anche perchè i contenuti sono sostanzialmente i medesimi. Ci si è lasciati nel cercare di ricordare qualcosa di più e nei ricordi successivi c'è tutta una lunga disquisizione se potesse essere essere avvenuto quei cinque minuti prima, quei dieci minuti prima. Escluso da D'Angelo, perchè dice:  'E' impossibile, c'ero sempre io presente a questi incontri'. E dove i due ricostruiscono i cosiddetti agguati, quegli incontri a tu per tu che possono essere avvenuti nel corso degli anni e ne ricostruiscono sostanzialmente due: uno di Fabio Germani e un altro con un altro rappresentanti dei gruppi che non ricordo chi è, che aveva visto Andrea, che lo aveva fermato e che gli aveva parlato. Ma lui dice che se questi sono gli incontri a tu per tu, possono essercene stati. Ma di incontri come quello che è stato descritto, siamo assolutamente fermi su quello che è stato non ricordato la sera del 4"

La Commissione Antimafia poi vuole approfondire quanto emerso nell'indagine Alto Piemonte. E qui sono emerse delle incomprensioni. Me le chiarisca meglio lei. Perchè quando va il procuratore federale alla Commissione Antimafia viene secretato un pezzo di intervento.
"Qui bisognerebbe anche fare un po' di chiarezza su quali sono i compiti istituzionali dei vari enti, perchè altrimenti si rischia di fare confusione, che è quella che poi è avvenuta. Credo che quando una Procura della Repubblica è particolarmente... un organo specializzato della Procura della Repubblica, che è la DDA, fa un'indagine e conclude l'indagine in un certo modo, con determinati risultati,  questo sia il dato che deve essere preso. Cosa è capitato? E' capitato che la Procura Federale ha riletto le carte che sono arrivate dalla Procura dalla Repubblica di Torino, a mio modo di vedere in modo non esatto e ho anche avuto modo di segnalarlo con una memoria che abbiamo a suo tempo depositato agli atti. Da questa lettura che ha costituito questo capo di incolpazione dove avremmo mantenuto l'ordine pubblico anche per il tramite di questi soggetti asseritamente 'ndranghetisti, perché il processo non è ancora finito e deve ancora cominciare, come ha sottolineato l'avvocato che tutela gli interessi di altri soggetti.... A questo punto è capitato che sul piano sportivo, oltre quella che era l'accusa di aver riservato un numero di biglietti superiore a quattro  - perchè questa è la legge - a gruppi organizzati, sempre ovviamente a pagamento dico io,  l'accusa è anche a credito e la smonteremo nelle opportune sedi. Vi è questo inciso, per noi gravissimo e fuori da quella che è una corretta lettura delle carte, di aver fatto tutta questa operazione anche per il tramite della malavita organizzata. Che poi anche lì c'è confusione, perchè una cosa è la malavita, una cosa è la criminalità organizzata, sono due cose diverse. Comunque si parla di malavita organizzata. Questo fatto  non può essere da noi assolutamente accettato. E' un qualcosa fatto a nostro giudizio al di fuori di quelle che sono le regole che riguardano la giustizia sportiva, che avrebbe dovuto occuparsi esclusivamente di quella che era la sua parte, prendendo per buono tutto quello che era stato fatto dalla Procura della Repubblica. Tutto questo lavoro è finito sul tavolo dell'Antimafia. Magari qualcuno può avere ben chiari i compiti e qual è la finalità con cui è stata data a questa Commissione Parlamentare di utilizzare le carte dei processi, perchè la finalità è quella di fare delle leggi che siano migliori di quelle che o non ci sono o non vengono rispettate.  Ogni sede poi è buona per rivisitare quegli atti che arrivavano da Torino, quindi anche lì in parte si è di nuovo discusso di quello che può essere un elemento di partenza, ma non dovrebbe mai essere l'oggetto effettivo di tutto il contesto. Devo dire che la presidente, i senatori e i deputati che mi hanno voluto sentire, hanno preso atto di quelle che erano le nostre risposte. Io penso e mi auguro che da questa prima indicazioni, soprattutto dalle indicazioni che arriveranno dal presidente e dagli altri presidenti - perchè la presidente della Commissione mi ha detto che vorrà sentire un po' tutti i presidenti -,  possano arrivare delle novità importanti".

Il senatore Esposito le pone delle domande e si riferisce a due momenti specifici: a un compleanno dove ci sarebbero state delle frequentazioni degli indagati, poi ai fratelli arrestati e al fatto che poi si fossero sentiti prima o dopo il procedimento penale.
"Per dirla con la presidente Bindi, nelle mie carte, che devo dire sono tutte, perchè credo non mi manchi assolutamente niente... nelle mie carte non c'è assolutamente nulla di tutto questo, non ho mai letto, non ho mai avuto il piacere di leggere di una festa di compleanno e non ho mai avuto il piacere di leggere un'intercettazione con i contenuti che il senatore Esposito mi ha letto nell'ambito di quella audizione".

Quindi stiamo parlando di una fantomatica telefonata che non è nè nel deferimento portato al presidente, a Calvo, D'Angelo e Merulla, nè nell'inchiesta processuale.
"Non è nell'inchiesta, non è nella relazione fatta a suo tempo dai collaboratori della Procura Federale, non è nel deferimento. E posso aggiungere che nelle carte in mio possesso non è nelle carte che io ho sul tavolo".

(viene mandata in onda la domanda del senatore Stefano Esposito in Commissione Antimafia, ndr) Agnelli in un'intercettazione dice: "I due fratelli sono stati arrestati. Rocco è incensurato, parliamo con Rocco". Questo sembrerebbe far dire che Agnelli conoscesse le vicende familiari di Rocco Dominiello. Le risulta questa intercettazione?
(Riprende la parola Zuliani in studio, ndr). Avvocato Chiappero, c'è o non c'è questa telefonata?

"Agli atti non c'è, può starne certo, agli atti non c'è".

A questo punto cosa ci dobbiamo aspettare?
"Aspettiamo che il Tribunale Nazionale ci chiami, ha 90 giorni di tempo per celebrare il procedimento in primo grado. Io quindi mi aspetto che a fine aprile, ai primi di maggio dovremmo venire essere chiamati. A questo punto, se non ci sono delle novità dal punto di vista dell'accusa, cioè se l'accusa non modifica le contestazioni che ci sono state mosse.... noi non abbiamo mai negato di avere, tra virgolette, sbagliato nel riservare più di 4 biglietti agli ultrà, non andiamo a difendere l'impossibile; abbiamo spiegato anche perchè lo abbiamo fatto, ci sono ragioni per cui lo si è fatto, ragioni che però non arrivano al punto tale da poter dire 'dobbiamo essere assolti anche da questo'. Quindi il punto non è questo. Il punto è: se dalla contestazione scompare come deve scomparire questa complicità con quella che è la malavita organizzata che è una definizione un po' ambigua, se scompare questo dato, nel momento in cui questo dato scompare, il processo può diventare molto semplice e può essere definito in maniera tranquilla. Cosa che non può essere e non sarà mai, finchè si continua a sostenere che le cose che che i dirigenti della Juventus hanno fatto, le hanno fatte con il concorso consapevole come addirittura è stato scritto di personaggi che adesso sono sotto processo ma con i quali noi avevamo un rapporto - noi funzionari preposti -  assolutamente in linea con quello che è il rapporto che si ha con i referenti dell curve e delle tifoserie ultrà".

Il senatore Esposito, componente della Commissione Antimafia, riguardo a questa famosa telefonata che non è agli atti e non è nel deferimento che arriva al presidente Agnelli e agli altri, e che il procuratore federale deve andare a spiegare, dice: c'è o non c'è? Si è confuso il procuratore? In qualche modo dovrebbe andare a chiarire. Bisognerebbe desecretare l'intervento del procuratore Pecoraro...
"Non chieda a me quello che a me non compete. Io non faccio parte della Commissione Antimafia, so che questa cosa è già stata chiesta da chi di dovere. Io mi limito a leggere e a studiare gli atti che ho a disposizione e credo che gli stessi siano più che sufficienti per dire a testa alta che le cose stanno nella direzione che le ho prima indicato, cioè che nessuno - ed è quello che ha sempre riconosciuto la nostra procura, che non è mai tenera... Noi non siamo una città dove facciamo dei favoritismi ai locali, io ho seguito tanti processi e le posso assicurare che la procura di questa città non ha mai, mai, mai, mai risparmiato nulla a questa società, quando c'erano processi da fare li hanno fatti, li hanno fatti anche se altre città avrebbero dovuto farli e non li hanno fatti, quindi non credo ci sia mai stato il minimo occhio di riguardo rispetto a noi. Tanto è vero che i nostri funzionari sono stati intercettati proprio mentre andavano a rendere testimonianza, che è quanto di più invasivo si possa fare, perchè è già difficile rendere testimonianze e già ci sono degli strumenti per farsi dire la verità quando un testimone va, qua si è andati ben al di là perchè si voleva essere ancora più sicuri. Si è andato a vedere cosa i nostri testimoni dicevano dopo che hanno testimoniato, prima e dopo la testimonianza per vedere se per caso, nel momento in cui testimoniavano, non avessero detto quella verità che i giudici si aspettavano.La risposta è stata: abbiamo detto la verità. La risposta è non sapevamo altro che le persone con cui avevamo a che fare erano, per come era tutto il contesto, anche il contesto delle forze dell'ordine che ci seguivano, perchè tutto quello che abbiamo fatto in questi anni, è sempre nell'organizzazione di una partita a stretto contatto con le forze dell'ordine, nessuno ha mai segnato perchè evidentemente non c'era da segnalarlo, che ci fosse qualcosa di particolare rispetto ad una sola persona, che è quella persona che oggi subisce il processo con l'accusa di associazione di stampo mafioso".(trascrizione Tuttojuve.com)

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