L'INTERVENTO - Luigi Vergallo: "Come ti ammazza la tristezza un tifoso bianconero"

12.01.2017 11:45 di  Raffaella Bon  Twitter:    vedi letture
Fonte: di Luigi Vergallo, scrittore e ricercatore di storia contemporanea
L'INTERVENTO - Luigi Vergallo: "Come ti ammazza la tristezza un tifoso bianconero"

Ieri ho festeggiato il compleanno della mia fidanzata e devo aver esagerato col cibo e col vino, perché stanotte non ero poi così in forma. Ho dormito poco e insomma alle cinque ero sveglio. Dunque ho lavorato lavorato e lavorato fino a un certo punto, e poi ho smesso e ho guardato un film in francese, così, per passare le ore che mi separavano dalla partita Juventus-Atalanta. Ho guardato una commediola a tratti un po’ triste: la storia di una bambina figlia di una ragazza madre. La ragazza madre qualche giorno prima di Natale viene investita da un’automobile e muore. La bambina viene presa in consegna da una coppia che ha da poco perso il proprio figlio adolescente…e così via per tutta una serie d’intrecci. La scelta è stata infelice, perché ho pianto, ho pianto per tutta la durata del film. Se metto insieme il malessere notturno e le lacrime diurne…i segni dell’invecchiamento precoce sono sotto gli occhi di tutti, è la dura realtà. Ma perché vi racconto tutto questo? Perché finito il film, per trovare conforto, ho preso a pensare alla Juve. Mi sono imbattuto in un bell’articolo di Arnaldo Greco pubblicato da L’Ultimo Uomo. Greco immagina una Juventus che gioca la Premier League con soddisfazione di tutti: dei tifosi avversari, degli sponsor, delle televisioni. Un campionato italiano finalmente combattuto e una premier che fa concorrenza alla Champions. “A questo ci siamo ridotti”, ho pensato. Intanto, il mio umore prendeva pian piano a migliorare. Poi mi sono messo a fare una cosa che faccio sempre quando sono triste, cioè cercare vecchi articoli sulla Juventus nell’archivio storico (digitale) del Corriere della Sera. E la mia attenzione è stata catturata da un articolo del 24 maggio 1982: Squilli di rivolta contro la Juventus. Già cominciate le grandi manovre per tentare di abbattere nel prossimo campionato la dittatura bianconera. Ma per ora è la Signora che domina il mercato. Insomma, mi sono immerso nella lettura e così, magicamente, la tristezza è scomparsa del tutto. “Quanto è confortante l’idea”, mi dicevo, “di una Juve dittatoriale decennio dopo decennio”. Quanto è confortante l’idea di questa Juventus che stimola gl’ingegni più acuti, le penne più brillanti, le grandi passioni verso un solo, agognato obiettivo: un equilibrio maggiore.  “Se prima era la più forte – scriveva in quell’articolo del Corriere Nicola Forcignanò – ora sembra appartenere ad un altro pianeta”. Musica per le mie povere orecchie. Miele per il mio cuore che soltanto pochi minuti prima veniva squassato dalle vicende della povera bambina orfana e dal destino segnato. Il 15 luglio del 1985, in Tutti ricchi e forti, Silvio Garioni scriveva: “Forse è giusto. Per chi è al mare a preparare undici mesi di lavoro e per chi è in montagna a preparare dieci mesi di calcio, luglio è il mese che permette a tutti di sentirsi ricchi e forti. Prima di vincerlo davvero o di perderlo regolarmente, l’immancabile scudetto serve a nascondere il rincaro degli abbonamenti, sempre superiore al cammino dell’inflazione…”. Insomma, è vero. Noi ci divertiamo, ormai, a prendere in giro questi nostri amici che lo scudetto, da molti anni, lo vincono a luglio soltanto, ma intanto il nostro bel calcio cambia, e da molti punti di vista peggiora. Dobbiamo inventarci qualcosa.


*Luigi Vergallo, scrittore e ricercatore di storia contemporanea                        ⁠⁠