Il Corner - Calcio e violenza, l'abominio dell'ipocrisia nel post derby Torino-Juventus di chi non fa nulla per cambiare davvero le cose!

28.04.2015 00:15 di Nicola Negro Twitter:    vedi letture
Il Corner - Calcio e violenza, l'abominio dell'ipocrisia nel post derby Torino-Juventus di chi non fa nulla per cambiare davvero le cose!
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La serie A è un campionato che, a questo punto della stagione, sul campo ha ancora poco da dire. Si sa chi vincerà lo scudetto e (al 99%) chi retrocederà. Purtroppo a tenere banco in quest’ultima giornata è stata la recrudescenza della violenza vissuta in particolare ai margini del derby Torino-Juventus. La coincidenza non fortuita che mi è capitata, nella domenica in cui la violenza è tornata a essere protagonista, è stata quella di sfogliare un giornale, che del calcio pulito ne ha fatto una bandiera (...) e ritrovarsi a leggere l’articolo di un giornalista tifoso, frustrato evidentemente da una vita di sconfitte, sottintendeva ruberie dei rivali, fomentando così, di fatto, odio e disprezzo. L’assalto al pullman della Juventus, da parte di tifosi del Torino e la bomba carta tirata dal settore dei tifosi bianconeri (come ormai sembra accertato a lunedì alle 23h00…) verso quello granata, li ho vissuti un po’ come la chiusura di un cerchio rispetto a quell’articolo letto di prima mattina. A tirar le somme, ognuno usa le proprie armi. Il giornalismo irresponsabile usa le tastiere, i delinquenti tirano pietre e bombe carta. 

Ovviamente, come ogni volta, l’indignazione dei media si è levata altissima. Ci sono stati poi opinionisti e politicanti a invocare leggi speciali e il massimo della pena. Il solito teatrino denso di ipocrisia perché il giornalista che semina odio continuerà a farlo, gli assalti al pullmann della Juventus continueranno a restare impuniti, come in passato, così come le bombe carta continueranno a entrare negli stadi italiani. Perché ci sono stadi in Italia che a ogni partita sembrano delle santabarbara nell’indifferenza di chi trova sempre un motivo di buttarla sul folklore per giustificarli e ci sono società che invece collaborano con le autorità preposte per identificare i responsabili. Ci sono società che condannano le malefatte di tutti i tifosi, compresi i propri, e società che non si azzardano a mettersi contro la propria feccia. E poi basta controllare le decisioni del giudice sportivo di queste ultime ore: negli stadi può entrare sostanzialmente di tutto in quella che, di fatto, è un’assoluta impunità. Forse le società "più coraggiose", nei casi più eclatanti, potrebbero costituirsi come parte civile in eventuali processi contro pseudo tifosi che, quando delinquono, ledono anche prestigio e immagine della società che ritengono di difendere (se non di rappresentare) con comportamenti tanto scellerati.

Poi, quando succede qualcosa di grave, c’è la responsabilità oggettiva, per cui la Juventus dovrebbe pagare per l’idiozia di chi ha lanciato quella bomba carta verso il settore occupato da tifosi del Toro. Viceversa al Torino non faranno pagare l’assalto di centinaia di tifosi al pullman della Juve. E perché? Perché un evento si è consumato all’interno dello stadio e un altro a poche centinaia di metri di distanza. Qualcosa, come al solito, non torna. Fatto sta che le società sono di fatto impotenti di fronte a tali avvenimenti e in alcuni casi vivono alla mercé e sotto ricatto di certi gruppi. A pagare dovrebbe essere chi si è reso materialmente responsabile di comportamenti delinquenziali. Ci sono i video per identificare gli squadristi dell’attacco al pullman bianconero, biglietti nominali e telecamere a circuito chiuso dovrebbero invece smascherare chi si rende colpevole di pratiche terroristiche all’interno di uno stadio. Se no non si capisce proprio a che servono biglietto nominale e tessera del tifoso! A niente, sospetto, ma ora che c'è questa possibilità, spero che ci diano la possibilità di ricrederci risalendo ai responsabili e punendoli come meritano. E’ soprattutto lo Stato ora a dover fare la propria parte, le autorità inquirenti a condurre le indagini, la giustizia a dover assicurare i delinquenti alle patrie galere e, perché no, l’Ordine dei Giornalisti, a spegnere il computer di chi usa la tastiera seminando odio e disprezzo che finiscono per alimentare quel clima marcio intorno al calcio con cui ci ritroviamo puntualmente ad avere a che fare.