Ha ragione Moratti su Farsopoli: "E' sufficiente ricordare". E noi ricordiamo benissimo

Nonostante abbiano distorto la verità in tutti i modi, è sotto gli occhi di tutti ciò che è successo. E, prima o poi, anche la memoria della dignità, si risveglierà.
09.09.2016 11:30 di  Enrico Danna   vedi letture
Ha ragione Moratti su Farsopoli: "E' sufficiente ricordare". E noi ricordiamo benissimo
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© foto di Stefano Porta/PhotoViews

Capita, alle volte, che anche persone che non sono mai andate d'accordo, possano trovarsi sulla stessa lunghezza d'onda per qualche breve e più o meno intenso istante. Quindi, senza girarci troppo attorno, possiamo affermare di essere in perfetta sintonia con quanto dichiarato da Massimo Moratti in relazione alla pubblicazioni delle motivazioni del Tar avverso il ricorso della Juventus relativamente a Calciopoli: “Gli atti ufficiali hanno minore importanza, è sufficiente ricordare”. E ricordiamo tutti benissimo, nonostante siano passati dieci anni, nonostante l'opera di creazione di una realtà virtuale decisamente diversa da quella reale, perpetrata con abilità e sfacciataggine fino al midollo. E poi ancora oltre. La strategia è stata molto semplice sin dall'inizio: creare il mostro (Moggi, Juventus) e continuare a martellare su questo concetto. Non importa se la verità che è emersa nel corso degli anni è un'altra, perché l'ultima cosa che si vuole, in un Paese come l'Italia, è che venga appurata la verità. Ci sono giornalisti che scrivono, opinionisti che parlano, media che diffondono notizie da dieci anni senza aver mai approfondito (o senza aver deliberatamente voluto comprendere ciò che eventualmente hanno letto) l'argomento. Si sono basati sul loro odio sportivo (e non solo) per la Vecchia Signora, dismettendo (se mai l'avessero avuto) l'abito etico e professionale per indossare la divisa da ultras della peggior specie. Sono gli stessi che, con una cecità mirata ed un'ipocrisia da far venire il mal di stomaco anche a Poldo (noto mangiatore di panini) hanno creato dal nulla, il ruolo della Società onesta, del Presidente onesto, della squadra vittima dei complotti, vessata non da se stessa e dalla propria incapacità cronica, ma dal demone avente le sembianze di una zebra. Nemmeno quando sono emerse, dalle viscere tenute sapientemente e dolosamente oscurate, tutta la melma e le malefatte di questi personaggi “internazionali” si è voluto fare chiarezza e giustizia, togliendo legittimamente quello che, illegittimamente, era stato confezionato con cartone di pregio e regalato a chi non se lo meritava per nulla, visto che il campo (sovrano giudice) aveva espresso sentenze decisamente avverse ai colori nerazzurri. In tutta questa vicenda paradossale, la parola che va per la maggiore, è sicuramente “incompetenza”. Incompetenti erano innanzitutto i dirigenti “cartoon” che, nel corso degli anni, avevano buttato palate di soldi per comprare giocatori utili quanto una braciola di maiale per un vegano. Incompetenti sono stati gli organi della giustizia che, a più riprese, si sono dichiarati tali al solo scopo di decidere di non decidere. Incompetenti furono coloro che in un mese portarono a termine un processo, caso più unico che raro nell'intera storia italiana, basandosi su prove parziali e sul sentimento popolare. Incompetenti si dimostrarono i cosiddetti saggi, che, sotto l'egida di un'imparzialità da film “Cuore” decisero di rubare qualcosa al legittimo proprietario per regalarlo all'Inter. Ha ragione Moratti: è sufficiente ricordare. Ma quando si guarda allo specchio, non gli viene il minimo scrupolo, per essersi trincerato dietro la figura di una persona che non c'è più e che quindi è stata “usata” per pararsi le terga? Anche la dignità, ha una sua memoria che, prima o poi, si risveglierà. E allora, saranno dolori. Onestamente parlando.