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Ruben Olivera: "Juve, è l'anno buono per la Champions. Vi racconto di Capello e Camoranesi. Cessione? Andai alla Samp perchè..."

26.10.2016 11:00 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Ruben Olivera: "Juve, è l'anno buono per la Champions. Vi racconto di Capello e Camoranesi. Cessione? Andai alla Samp perchè..."
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© foto di Federico Gaetano

"Dopo Firenze, ho giocato a Brescia e ho vestito la maglia del Latina per un anno e mezzo. Non ho rinnovato e ho avuto, diciamo, una discussione col Presidente. Si parlava di Salernitana e Benevento, ma nulla di fatto. E' stranissimo, davvero strano, anche perchè ormai non guardano più quello che fai in campo". Inizia così la chiacchierata con Ruben Olivera, "El Pollo" che vestì il bianconero per cinque stagioni (dal 2002 al 2007) giocando con grandi compagni sotto la guida di due grandi tecnici come Marcello Lippi e Fabio Capello. La Redazione di TuttoJuve.com lo ha contattato telefonicamente per parlare della sfida di questa sera e non solo:

Buongiorno Ruben, che sfida ti aspetti questa sera?

"La Juve, dopo la sconfitta col Milan, vuole rimettersi subito in moto e dovrà stare attenta perchè la Sampdoria è una squadra molto quadrata con Giampaolo. I bianconeri sono favoriti, ma non sarà una partita così scontata come lo è sulla carta".

Ti aspettavi la sconfitta di San Siro? Come approccerà la Juve al match questa sera?

"Non mi aspettavo una partita del genere sabato sera, la Juve ha creato poco e ancora le manca quella cattiveria che l'ha portata in finale di Champions due anni or sono. Sono andati via giocatori importanti e ne sono arrivati di nuovi, che dovranno ancora conoscere quale è la mentalità della società bianconera".

Uno dei giocatori che è ritornato quest'estate è Juan Cuadrado. Tu hai giocato con lui a Lecce quando era alla prima vera esperienza in Italia. Che ricordi hai di lui?

"Era già fortissimo a Lecce, ma ora è cresciuto molto ed è molto maturato. Il primo anno che l'ho conosciuto faceva fatica a fare la fase difensiva, ma ora sa farle molto bene ed è un calciatore che spacca la partita quando è in giornata. La Juve ha fatto bene a riportarlo a Torino, in Champions il suo apporto potrà servire tanto. Anarchico? E' uno a cui piace giocar la palla. Nell'uno contro uno lo ritengo uno dei migliori".

Bisognerà vedere la Juve senza Dybala...

"La Juve ha molte soluzioni, è vero che dovranno fare a meno della qualità di Dybala ma è altrettanto vero che ci sono a disposizioni giocatori come Mandzukic. La Samp sarà un banco di prova importante, ha un allenatore che prepara bene le partite".

Questa sera ci sarà il rischio, secondo te, di pensare troppo all'importante match con il Napoli?

"No, conoscendo quanto fatto negli ultimi anni dalla Juve ritengo che i giocatori siano troppo maturi per pensare a ciò. Sono giocatori capaci di pensare a partita dopo partita, perchè è questo che ti porta a vincere poi il campionato".

In Champions come la vedi? Potrebbe esser l'anno buono per la Juve?

"Io sostengo che questo sarà l'anno buono per la Juve, perchè hanno sostituito Morata con un attaccante d'esperienza come Higuain che fa tanti gol. Con il suo acquisto e mettendo in ordine il centrocampo, la Juve può arrivare tra le prime otto e poi pensare ad arrivare in finale".

Poi Gigi meriterebbe finalmente di alzare quella agognata Champions che gli è sempre sfuggita...

"Gigi si merita tutto. E' una persona spettacolare, un serio professionista. Un vero signore. Spero possa giocare il Mondiale e che possa vincere tutto ciò che si è meritato in campo. Pallone d'oro? Nel 2006 dovevano vincerlo in due: lui e Cannavaro. Lo meritava anche dopo la finale persa di Berlino. Si guarda tanto agli attaccanti, anche perchè un difensore lo vince ogni trent'anni come è successo a Fabio (Cannavaro ndr). Spero possa vincere la Champions e successivamente vincere il Pallone d'oro".

Che ricordi hai del giovane Buffon conosciuto alla Juve?

"Una persona molto simpatica, molto allegra. In quel periodo era con gente molto più grande di lui, come Ferrara, Montero, Conte. Non era ancora un leader, ma era un uomo importante per la squadra. Negli anni quando sono andati via tutti i giocatori d'esperienza, lui è rimasto li. Posso dire solo cose buone su Buffon".

Sul tuo periodo in bianconero, cosa mi puoi raccontare?

"Ho ricordi bellissimi di quella esperienza. Ho avuto la fortuna di giocare, di vincere tre scudetti di cui due tolti, di conoscere e di giocare assieme a giocatori spettacolari come Del Piero, Camoranesi, Thuram, Ibrahimovic. Ho un po' di rimorso perchè potevo comportarmi meglio e magari fare qualche anno in più. Solo questo".

Dopo la Juve, sei andato alla Samp nell'anno di Calciopoli. Un giocatore della tua esperienza, però, poteva servire a quella squadra...

"Feci tutto il ritiro con Deschamps, l'idea di restare c'era anche perchè stavo giocando con continuità nelle amichevoli. Da un giorno all'altro, la società mi disse che volevano restare con pochi giocatori dell'anno precedente e mi chiesero di andare a giocare in prestito in Serie A. Venivo dall'ultimo anno di Capello dove non avevo mai giocato per via degli infortuni e fu su questo che gli allora dirigenti bianconeri fecero leva. 'Un anno di prestito e poi torni alla Juve', questo fu l'accordo".

E così fu Sampdoria...

"Mi trovai molto bene, ma avevo un carattere molto particolare. Ero un vero peperino. Da giovane fai tante cavolate, per fortuna poi sono maturato. Giocai anche nella Genova rossoblù sotto la guida di Gasperini".

Che aria si respirava in quella Juve in cui hai giocato tu e che meritava la Champions?

"Nei due anni di Capello uscimmo contro due squadre inglesi (Liverpool e Arsenal ndr) ai quarti di finale, c'era stata poca differenza. Sono convinto che senza Calciopoli, la Juve avrebbe raggiunto almeno la finale. Era una squadra troppo forte quella; il campionato lo vincevi con dieci punti di distacco ipotecandolo già a marzo, non giocava benissimo ma era una squadra di uomini".

C'è un aneddoto che mi puoi raccontare di quel periodo?

"Guarda, ne parlavo giusto ieri con un ex calciatore. Quando arrivava Capello, chiedeva a Camoranesi il perchè non si allenasse bene. Mauro era così: non si allenava a grandi ritmi, era molto tranquillo ma in partita era instancabile, ha sempre giocato. Impressionante. Sono virtù, queste, che si vedono molto raramente. Il mister lo stuzzicava, gli diceva che se non correva e non si allenava come tutti gli altri non lo faceva giocare. Lui acconsentiva, gli rispondeva 'va bene' e la partita che disputò successivamente venne eletto il migliore in campo. Capello era stupito di ciò, infatti ripeteva che non aveva mai avuto un giocatore come l'italo-argentino. Io se non davo il massimo, non toccavo nemmeno la palla".

Si ringrazia Ruben Olivera per la gentilezza e la disponibilità e un grosso in bocca al lupo da parte di tutta la nostra Redazione per il prosieguo della sua carriera sperando presto in un nuovo impiego.