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Romeo Benetti: "Nessuno vorrebbe svolgere Juve-Milan, ma tutti vorrebbero partecipare. Bianconeri in una nuova veste e unici in Europa a gestir giocatori come Lavezzi"

18.11.2015 09:05 di Mirko Di Natale Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Romeo Benetti: "Nessuno vorrebbe svolgere Juve-Milan, ma tutti vorrebbero partecipare. Bianconeri in una nuova veste e unici in Europa a gestir giocatori come Lavezzi"
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

La Redazione di Tuttojuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'ex mediano bianconero, Romeo Benetti, per parlare di Juventus-Milan e non solo. Per chi non lo ricordasse, ha giocato quattro stagioni nella Juventus (nel 1968-1969, poi dal 1976 al 1979) e può vantare un palmares costituto da due campionati italiani, una Coppa Italia e una Coppa Uefa vinta nel 1977 contro l'Athletic Bilbao:

Buongiorno Romeo, nel match di sabato sera chi è il favorito?

"Bella domanda (ride ndr). Io spero di vedere una bella partita e questo penso sia l'augurio di tutti gli appassionati di questo sport. Hanno delle belle potenzialità entrambe e vinca il migliore".

Avendo giocato sia nella Juve che nel Milan, penso di capire il perchè...

"Mi son trovato in maniera splendida a Torino, ma non posso negare di esser stato bene a Milano dove ho vinto. Quindi ho amici e ricordi positivi di entrambe le società. Che sia una partita per il calcio".

Vedi un giocatore particolare che si eleverà sopra la media allo Juventus Stadium?

"Hanno delle potenzialità così elevate che, se ne selezioni uno di questi calciatori, faresti torto ad una delle due. L'attacco della Juve è molto buono, ma anche il Milan ha degli uomini che possono risolverti i problemi oppure crearne agli altri. E' quel genere di partite che nessuno vorrebbe svolgere, ma tutti vorrebbero partecipare".

Che campionato farà la Juventus?

"Secondo me può rientrare per il primo posto. Eccome. Deve solo continuare sulla falsariga delle ultime partite perchè non si può pensare che sempre tutto funzioni e sempre tutto vada bene. In questo momento è riuscita a far riquadrare i conti e spero torni ad esser una protagonista di questo campionato. Finalmente - si fa per dire -, vediamo una Juventus in nuova veste: rincorre apposta di esser in fuga solitaria".

Ha cambiato tanto in estate...

"Ci può stare. Diventerà protagonista strada facendo".

Ma, secondo te, un mediano dalle tue caratteristiche manca a questa squadra?

"E' cambiato il modo di giocare. Una volta i ruoli erano ben definiti perchè se facevi il terzino o l'ala destra quello era il tuo ruolo, mentre ora sono adesso tutti più bravi e più duttili. E' per questo, credo, che la nuova generazione sia migliore di quella che mi ha appartenuto".

Fossero dei tuoi calciatori certi giocatori giovani come Pogba o Morata, quale consigli potresti dar loro?

"Innanzitutto, il consiglio principale che potrei dare a questi ragazzi giovani è quello di non montarsi la testa perchè hanno delle potenzialità e sono gli altri che devono riconoscerle, non devono esibirle loro. Poi devono tenere un comportamento adeguato e consono perchè sono personaggi pubblici seguiti dalla massa".

Si parla di un'ipotetica partenza invernale di Zaza a scapito dell'acquisto, già a gennaio, di Lavezzi. Cosa ne pensi?

"Chiunque alla Juventus cambia non dico carattere, ma il giocatore riesce ad inquadrarsi meglio. Anche Lavezzi, che è un po' al di sopra della media, potrebbe far vedere quanto vale veramente perchè l'unica squadra in Europa che può permettersi di riuscire a gestir meglio i calciatori è la formazione bianconera".

Quali trionfi ricordi con più piacere in bianconero?

"Non ricordo tutte le partite, ricordo più gli ambienti. E' importante la prima di campionato che vale tre punti come era importante l'ultima perchè ha lo stesso valore. E' un'insieme di cose. Sono ricordato, in termini positivi, in tutte le società in cui sono stato. Era più facile giocare ai tuoi tempi? Sì, l'equazione è questa: ai miei tempi c'erano tre buoni e otto scarsi, oggi in campo vanno otto buoni e i tre scarsi li conoscono tutti".

E il più forte compagno con cui hai giocato alla Juve?

"Io ho giocato in un triennio in cui alla Juve c'erano quasi sempre gli stessi giocatori. Ricordo con piacere quando la Juve fece 51 punti per vincere il campionato (Serie A 1976-1977 ndr) e quella vittoria fu merito di quattordici calciatori. Era un discorso più di squadra che dei singoli, perchè questi ultimi erano un ingranaggio che funzionava in maniera tale e l'individuo rendeva in funzione degli altri. Se l'avversario la metteva sul piano della forza soccombeva, se la metteva sul piano della tecnica perdeva, se la metteva sul piano della resistenza scoppiava e se la metteva sul piano dell'educazione non c'era confronto. Quella Juve non ebbe rivali in quel campionato".

C'era un avversario che temevi di più?

"No, l'ho sempre messa sul piano delle qualità: lui aveva le sue, io mettevo le mie al servizio della squadra. Poi vedevamo chi vinceva. Di solito capitava che vincessi io".

Come vedi questa Nazionale all'Europeo?

"Sicuramente Conte ha delle difficoltà, anche perchè ormai ci son più stranieri che italiani nel nostro campionato. Di conseguenza, il selezionatore prima aveva tutta la Serie A mentre ora ha qualche elemento per squadra. Non ha molta possibilità di scelta, non c'è dubbio. Mi auguro che la Nazionale italiana segua i consigli del ct e che abbia molta fortuna in Francia".

Ringraziamo Romeo Benetti per la simpatia e l'enorme disponibilità concessa.

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Romeo BENETTI -  PANCHINA D'ORO E D'ARGENTO PER LA STAGIONE 2008-2009 - Firenze Settore Tecnico di Coverciano - 01.02.2010
© foto di Federico De Luca