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Marco Marchionni: "Partita su un unico binario, vincerà la Juve. Stravedevo per Camo. Vi racconto perchè accettai nel 2006..."

25.02.2017 09:00 di Mirko Di Natale Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Marco Marchionni: "Partita su un unico binario, vincerà la Juve. Stravedevo per Camo. Vi racconto perchè accettai nel 2006..."
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Nel 2006, Marco Marchionni era considerato uno dei centrocampisti più bravi di tutta la Serie A. Quando venne ingaggiato, in scadenza di contratto col Parma, dalla Juventus di Luciano Moggi non si immaginava, di certo, di ritrovarsi a giocare in cadetteria l'anno successivo. Senza far questioni ha accettato ciò, è sceso in Serie B ed ha aiutato i bianconeri nella rapida risalita contribuendo, poi, alla rifondazione della squadra. La Redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente l'attuale centrocampista del Latina, in esclusiva, per parlare di Juventus-Empoli e non solo:

Buongiorno Marco, da doppio ex come vedi la sfida tra Juventus ed Empoli?

"E' normale affermare che quando la Juve gioca in casa, è una schiacciasassi. La partita andrà su un unico binario, anche se le sfide successive alla Champions sono sempre difficili. Non credo che per la Juve ci saranno problemi per vincere il match".

L'Empoli nella sessione invernale ha perso due pezzi da novanta come Saponara e Gilardino. Credi che la squadra toscana si sia indebolita?

"No, perchè la società ha valutato in base all'andamento nella prima parte di campionato. E' stata una scelta giusta perchè ha concesso l'opportunità ad entrambi di andare a giocare di più, mentre l'Empoli ha ottenuto diversi risultati positivi e ora ha un piccolo vantaggio sulla zona calda".

Ti piace il 4-2-3-1 fantasia che sta facendo bene anche in Europa?

"Ho sempre amato quando giocano i grandi giocatori, quando se ne hanno tanti bisogna farli giocare. Magari si soffre un pochino perchè si hanno troppi giocatori offensivi, ma se c'è spirito di sacrificio i risultati si ottengono alla grande. Se non ricordo male, uno dei primi tecnici a far scendere in campo tanti giocatori d'attacco contemporaneamente fu Ancelotti al Milan".

Mentre alla Juve, due ali pure non si vedevano dai tempi di Ranieri...

"Giocavano Camoranesi e Nedved, per Camo stravedevo perchè era veramente un campione. Poi i bianconeri hanno adottato un altro modulo con Diego. Lo stile di Ranieri era questo".

Ranieri ricalcava il modulo messo in campo da Capello, allenatore di quella Juve che ti aveva seguito ed acquistato...

"Sì, in effetti ero stato acquistato per la Juventus che vinceva ovunque. Poi c'è stata Calciopoli che ha un po' ridimensionato il campionato, ma la Juve è rimasta la stessa. Chi non entra in questo ambiente non si potrà mai render conto di quello che ci può esser dentro".

La Juve ti mise sotto contratto mesi prima la fine del campionato. Quando hai saputo che la squadra sarebbe retrocessa in Serie B, non ti è venuta l'idea di cercare un'altra squadra?

"Per come sono fatto io no, perchè volevo confermare la scelta che avevo fatto e ci tenevo a ringraziare una società grande come la Juventus. Quando inizi a giocare con quei colori non è tanto la categoria ma tanto lo stimolo che hai dentro. Non mi sono mai pentito di questa scelta, per me è un orgoglio aver riportato in alto questa squadra ed è stato gratificante. In Serie A siamo arrivati terzi il primo anno e secondi in quello successivo, un peccato non poter far di più. Avevamo beccato l'Inter del futuro triplete".

Non ci sei rimasto male quando la Juve ti propose come merce di scambio per Felipe Melo nel 2010?

"Male no, se è andata così c'era un perchè. Sono andato a Firenze con mister Prandelli che già conoscevo e siamo arrivati fino agli ottavi di Champions. Ho avuto l'occasione di poter mettere in mostra le mie capacità. C'è stata delusione per non aver vinto niente, mi son divertito perchè ho trovato un ambiente bello e stimolante

Che periodo hai del ricordo trascorso in bianconero?

"Ho soltanto bellissimi ricordi. C'erano tantissimi italiani e si era formato un bel gruppo, non è cosa di tutti i giorni vedere la Juve in B. Eravamo partiti da Rimini e quel -17 fino ad arrivare al +9 con cui abbiamo vinto il campionato sul Napoli. E' stato bello vedere la passione della gente, poi quando sei li è tutto un altro mondo e ancora oggi sento diversi compagni come Chiellini, Zanetti e Marchisio. Tutti loro avevano una voglia pazzesca di far tornare la squadra dove le competeva, eravamo un gruppo di amici uniti dallo stesso scopo ed era bello perchè ci frequentavamo anche fuori dal campo".

Si ringraziano Marco Marchionni e l'ufficio stampa del Latina Calcio per averci permesso di poter realizzare questa intervista.