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Luigi Vergallo e Emanuele Edallo (Università Statale di Milano): "Il mercato e la Champions: cosa suggerisce la storia"

06.05.2016 15:02 di Raffaella Bon Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Luigi Vergallo e Emanuele Edallo (Università Statale di Milano): "Il mercato e la Champions: cosa suggerisce la storia"
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© foto di Lorenzo Di Benedetto

In esclusiva per Tuttojuve.com, Luigi Vergallo e Emanuele Edallo, docenti dell'Università Statale di Milano, hanno realizzato un'interessante analisi relativa all'incidenza del calciomercato sul positivo andamento della Juventus in Champions League. Ecco le loro considerazioni:

"Vi siete mai chiesti…come si vince la Champions? Qualche consiglio ci arriva dalla storia bianconera. Partiamo dalla stagione 1982-83, quella della finale persa ad Atene contro l'Amburgo. Quell’anno si rinunciò a Liam Brady, uno dei protagonisti dello scudetto, e poi anche a Virdis, Fanna e Osti, che fecero spazio a Platini e Zibì Boniek. L'epilogo - almeno nell’immediato - non fu dei migliori. Pochi cambiamenti e poco rilevanti furono alla base della vittoria della Coppa dei campioni nella tragica sera dell'Heysel (dentro Brioschi, Favero, Pioli e Limido; ceduti Penzo al Napoli, Tavola all'Avellino e il campione del mondo Claudio Gentile alla Fiorentina). Anche nell'era Lippi la tendenza fu questa: nessuna rivoluzione nella rosa ma acquisti mirati furono alla base della vittoria di Roma contro l'Ajax (Via Kohler e Roberto Baggio, dentro Jugovic, Pessotto, Vierchowod e Padovano, oltre allo sfortunato Lombardo). L'anno successivo, culminato con la sconfitta nella finale di Monaco di Baviera contro il Borussia Dortmund degli ex, la rosa bianconera fu profondamente rifondata, con le cessioni di Vialli, Ravanelli, Carrera, Marocchi, Paulo Sousa e Vierchowod, rimpiazzati da Zidane, Vieri, Amoruso, Boksic, Montero, Iuliano e Dimas. Un ulteriore cambiamento si verificò nel mercato successivo, quello di preparazione alla stagione 1997/98 che si concluse con la sconfitta in finale contro il peggiore Real Madrid degli ultimi decenni. La Juve perse Vieri, Porrini, Lombardo, Jugovic, Boksic e Padovano, sostituiti da Davids, Birindelli, Inzaghi, Fonseca, Zalayeta e Pecchia. Leggermente differente fu la situazione nella stagione 2002/03, conclusasi con la maledetta notte di Manchester che vide la Juve soccombere ai rigori contro il Milan; sebbene gli acquisti di maggior peso furono quelli di Di Vaio e Camoranesi, e anche se non si riscontrarono addii eccellenti, la rosa risentì ancora una volta della pesante rivoluzione voluta l'anno prima da Marcello Lippi, con la cessione miliardaria di Zidane e quelle di Inzaghi, Kovacevic e Van der Sar, che avevano portato agli acquisti di Buffon, Thuram, Nedved, Salas e Maresca. Diversa è la situazione legata all'ultima finale persa, quella del 2015 contro il Barcellona delle stelle; in questo caso, se non ci fu una rivoluzione nella rosa (via Vucinic, Quagliarella e Osvaldo, dentro Morata, Coman ed Evra), la rivoluzione si ebbe alla guida tecnica, con l'inatteso addio di Conte e la repentina sostituzione con Allegri. Gli ultimi 30 anni di storia bianconera suggeriscono insomma di evitare rivoluzioni nella rosa, ciò che accadrebbe se si decidesse di cedere Pogba per finanziare un mercato importante; è necessario, invece, puntare a pochi acquisti mirati e capaci di elevare il livello qualitativo della squadra, così da provare a dominare anche in Europa".