esclusiva tj

Jorge Andrade: "La Juve troverà un Porto offensivo, ma è la favorita del match. Vi racconto la mia avventura in bianconero. Su Montero e Chiellini..."

19.02.2017 09:00 di Mirko Di Natale Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Jorge Andrade: "La Juve troverà un Porto offensivo, ma è la favorita del match. Vi racconto la mia avventura in bianconero. Su Montero e Chiellini..."

"L'Italia mi manca, ma preferisco il caldo di Lisbona al freddo di Torino". Con una battuta e una risata, inizia la nostra chiacchierata con Jorge Andrade, ex difensore bianconero ma anche del Porto che mercoledì sera sarà il primo avversario per la Road to Cardiff. Considerato dagli addetti ai lavori come il miglior difensore portoghese nei primi anni 2000, la sfortuna gli ha negato di essere protagonista nella Juventus così come lo era già stato con la maglia del Deportivo La Coruña. La Redazione di TuttoJuve.com lo ha contattato telefonicamente, in esclusiva, per avere un suo riscontro in merito alla sfida di Champions e non solo:

Buongiorno Jorge, presentaci a che sfida assisteremo mercoledì sera...

"Sarà una sfida difficile per la Juventus ad Oporto, ma i bianconeri negli ultimi anni hanno costruito un pedigree importante in Europa e per questo si presenterà alla sfida come favorita del match. Il Porto è in un buon momento, si sta avvicinando sempre più al Benfica in campionato e ha già eliminato un' italiana in estate, la Roma che è una squadra forte e difficile da affrontare. Allo Juventus Stadium, con tutti i giocatori offensivi che ha a disposizione la formazione di mister Allegri, i gol potrebbero arrivare da Higuain e Dybala".

Come metti in guardia la Juventus da questo Porto? Cosa ci puoi raccontare della squadra allenata da Espirito Santo?

"E' una squadra che giocherà la sfida di Champions con due punte, una di queste sarà Tiquinho Soares che è appena arrivato. E' un giocatore molto fisico, ha già segnato quattro gol e le sue prestazioni hanno aiutato tanto questo club. Quando il Porto va in difficoltà, l'allenatore sostituisce Andrè Silva che è considerato il nuovo Cristiano Ronaldo per via del suo futuro radioso. La società pensava che questo calciatore potesse far tutto, ma l'acquisto di Soares ha fatto capire che gli serviva una mano li davanti. In difesa può contare su un giocatore di livello mondiale come Iker Casillas, Maxi Pereira è un buon terzino e Alex Telles è il miglior assistman del campionato portoghese, senza dimenticarci di un buon centrale come Felipe Marcano. In mezzo c'è Danilo che sta facendo bene anche in Nazionale, al suo fianco c'è il messicano Herrera e le ali pure sono Brahimi e Corona, l'altro messicano. Il modulo è il 4-4-2 che può diventare un 4-2-4 molto offensivo quando gioca tra le mura amiche, a Torino penso che cambierà atteggiamento se la partita d'andata sarà positiva".

Chi è il più temuto nei bianconeri?

"La Juve ha sempre il rispetto di tutte le squadre del mondo, possiede calciatori come Higuain che ha giocato nel Real Madrid e che fa sempre gol; Dybala è un ottimo giocatore che può segnare in qualsiasi modo, Chiellini è una sicurezza in difesa e Marchisio si sta riprendendo bene dall'infortunio. L'importante per i bianconeri sarà far attenzione ad Oporto e sarà fondamentale realizzare un gol".

In Portogallo, come è stato vissuto il sorteggio con la Juventus?

"La stampa portoghese ha definito la Juventus come una formazione molto difficile da affrontare, i bianconeri sono una delle squadre più forti del mondo, alla pari con il Bayern e sotto solo a Barcellona e Real Madrid. In Portogallo tutti aspettano con ansia questo match, non dimentichiamoci che il Porto ha vinto due volte la Champions".

Hai il cuore diviso a metà, ma te la senti di fare un pronostico?

"Hanno entrambe il 50% di possibilità per passare il turno, perchè il Porto dimostrerà la sua forza in casa davanti ai propri supporters. Sarà banale, ma entrambe sono molto forti tra le mura amiche e quindi chi segnerà di più nella doppia sfida passerà il turno. Mi sento di dare quell'1% in più ai bianconeri perchè hanno l'andata in trasferta, e quindi un loro gol può essere determinante per il return match".

Prima mi citavi Chiellini e Marchisio, io ti aggiungo Buffon. Quale è il tuo giudizio sui tuoi ex compagni di squadra?

"Buffon è sempre un fenomeno, è un grande. Giorgio (Chiellini ndr) è troppo intelligente, non ha la velocità degli altri difensori ma è cattivo, attento, è un giocatore capace di far gruppo. E' un guerriero. Per me è come un fratello, eravamo sempre insieme e mi ha aiutato tanto, ha sempre la stessa umiltà di allora. Marchisio sta facendo una carriera importante, è un calciatore che può far gol da fuori area e mi fa piacere che loro giocano ancora nella Juventus in questo momento. E' la squadra più importante d'Italia, è vero che Milan ed Inter hanno perso blasone europeo ma la Juve è sempre la Juve".

Pensi possa vincere il sesto scudetto di fila?

"Assolutamente sì, sono rimasto tifoso bianconero (ride ndr). Alla Juve ho trovato persone che mi hanno aiutato tanto, spero possa riconfermarsi in Italia. Champions? Vediamo se potrà raggiungere la finale, avrebbe meritato di vincere più Champions in virtù della sua forza in patria. Mi auguro possa arrivare all'ultimo atto conclusivo".

Nonostante l'infortunio al ginocchio, cosa ci puoi raccontare della tua esperienza vissuta alla corte della Vecchia Signora?

"E' stato un anno di transizione, la Juve aveva voglia di far bene dopo la retrocessione. Aveva una struttura importante, perchè giocatori come Del Piero, Nedved, Trezeguet, Camoranesi e Buffon erano rimasti per aiutare la squadra a risollevarsi. Per me è stato un momento triste, ho avuto però intorno dei calciatori importanti che mi hanno aiutato a conoscere questa grande squadra".

Prima di approdare alla Juventus, l'avevi già affrontata diverse volte con le maglie di Porto e Deportivo...

"Quando ho affrontato la Juve con la maglia del Porto, ho subito pensato di voler giocare in questa squadra perchè c'era Paolo Montero. Stimavo le sue qualità di difensore. Ero sempre eccitato dall'idea di affrontare Del Piero, Davids che era fortissimo, Tudor, Tacchinardi, Birindelli e l'amico Pessotto. E' curioso perchè qualche anno dopo ho soddisfatto questo mio desiderio, tatticamente era meglio l'Italia piuttosto che la Spagna".

Eri un regista difensivo, come lo è Bonucci adesso. Ti è spiaciuto non poter dimostrare tutte le tue doti?

"Bonucci ha avuto l'opportunità di far quello che non ho potuto fare io. Lui è un buon esempio, è un calciatore importante e lo dimostra anche in Nazionale. Sicuramente gli è servito avere Chiellini a fianco, ha potuto imparare tanto da lui. Montero era il riferimento per gli juventini. Ho aiutato tanto Giorgio (Chiellini ndr), per me è stata una vera e propria fortuna".

Hai qualche rimpianto nella tua carriera? Penso al 2004 e a quella finale di Champions sfumata dopo aver eliminato Juventus e Milan...

"Si è vero, quella è stata una stagione molto sfortunata perchè ho perso anche la finale degli europei in casa con la Grecia. E' stato, però, il miglior anno della mia carriera perchè ho attirato le attenzioni anche di altri club. Per il Deportivo è stato un anno magico perchè non accade tutti i giorni di eliminare due squadre forti ed importanti come la Juventus, sconfitta all'andata e al ritorno in quella che era diventata una classica per la Champions, e il Milan di Shevchenko, Inzaghi e Kaka con il 4-0 di La Coruña. Un vero peccato non esser andati in finale dopo aver sconfitto le due più forti".

Ruben Neves è ormai da diverso tempo sul taccuino del ds Paratici. E' un giocatore da Juventus?

"Faccio una premessa: Tiago, quando è arrivato in bianconero, aveva già accumulato esperienza internazionale a Londra e Lione. E ha fatto molta fatica ad adattarsi al campionato italiano. Ruben Neves è esploso l'anno scorso, aveva conquistato anche la fascia di capitano grazie alle sue prestazioni ma ora si è un po' perso. Deve prima di tutto ritrovarsi nel suo club, far bene in Nazionale e poi può pensare di ambire a squadre come la Juventus".

Si ringrazia Jorge Andrade per la disponibilità e la cortesia dimostrata in occasione di questa intervista.