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Ivano Della Morte: "La Juve ha il 30% di vincere la Champions ma il primo obiettivo è il campionato. Clemenza? Orgoglioso di averlo trasformato in trequartista"

21.04.2017 09:00 di Mirko Di Natale Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Ivano Della Morte: "La Juve ha il 30% di vincere la Champions ma il primo obiettivo è il campionato. Clemenza? Orgoglioso di averlo trasformato in trequartista"
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"Parli della Cecenia e tutti pensano subito al terrorismo, ma la situazione non è questa. Purtroppo rischi qui come rischi in tutto il mondo". Inizia così la nostra chiacchierata con l'ex allenatore degli Allievi Nazionali, Ivano Della Morte, che contattato telefonicamente ci ha raccontato di come sta andando a Grozny nel ruolo di responsabile del settore giovanile e per avere una sua opinione sul sorteggio odierno:

Buongiorno Ivano, come sta andando in Russia a Grozny?

"E' un po' lontano ma sta andando tutto bene (ride ndr). Ha fatto freddo fino a febbraio, ora si sta benissimo. A livello di strutture sono messi molto bene: ci sono scuole, piscine, convitto, sauna, fisioterapia, cinque campi di cui quattro in sintetico, una gabbia bellissima. Le strutture sono fondamentali per far crescere il settore giovanile, qui si è al top a livello europeo".

Passando alla Juventus...

"Sì, comincio nel farle i complimenti per la qualificazione. Col Barcellona si è difesa benissimo ed è ripartita altrettanto bene. Potevano segnare entrambe. Meritatissima la semifinale"

Tra poche ore conosceremo chi sarà la prossima avversaria europea della Juve. Tu chi ti auguri?

"Penso che la squadra peggiore da incontrare sia il Monaco nonostante abbia letto Atletico Madrid perchè ti fa giocare male. I francesi hanno una dinamicità che fa paura, è molto tecnica e fisica. Hanno un entusiasmo incredibile e hanno dei bei giovani. Ma, sinceramente, il problema se lo dovranno porre gli altri visto che la Juventus è uno squadrone".

Quando elimini il Barcellona, diventi di diritto la favorita numero uno...

"Quello sì ma non era il Barcellona di due anni fa, la Juve ha affrontato una squadra a fine ciclo e bisogna essere onesti nel riconoscerlo. Quando si arriva ad una semifinale di Champions penso che tutte e quattro possono vincere, hanno le potenzialità per poterlo fare. Juve e Real hanno il 30%, l'Atletico e il Monaco il 20%".

Mentre in campionato, i bianconeri sfideranno il Genoa che da quando li ha battuti ha subito una sorta di maledizione...

"Sì è vero, fu una svolta in negativo per il Genoa. La Juve, dopo quella batosta, si è rialzata ed è questo il segreto delle grandi squadre. Infatti non ha più sbagliato. Dal grifone mi aspetto una partita in cui cercherà di combattere su ogni pallone ma la Juve di adesso è incredibile, tutti i suoi giocatori sono fortissimi".

L'imminente semifinale conquistata secondo te leverà la concentrazione in vista del rush finale in campionato?

"Come già dichiarato dalla società, il primo obiettivo è il campionato. La Champions è un torneo, nelle sue fasi conclusive non ti permette di sbagliare più nulla a differenza del campionato come dimostrato lo scorso anno, quando partì male e chiuse al primo posto. I bianconeri hanno voglia di entrare nella storia perchè mai nessuno ha vinto sei titoli di fila, lotteranno altrettanto per compiere la tripletta".

Sì, anche se il tifoso baratterebbe volentieri il sesto titolo con la Champions...

"Vero, ma vincere il sesto titolo di fila ti consentirebbe di finire sugli almanacchi. Ci tengono moltissimo a questo".

Tu che hai allenato gli allievi della Juve, non si poteva secondo te adattare Kean al posto dell'acciaccato Pjaca per consentire, così, un po' più di respiro a Mandzukic?

"Secondo me no, onestamente. Al di là dell'esperienza di Allegri che ha già dimostrato di credere nei giovani, sono convinto che alla Juve è molto semplice bruciarsi per i giovani. Il tecnico toscano si sarà convinto che Kean non possa interpretare quel ruolo, ricordandoci che anche Mandzukic è un adattato in quel ruolo ma che ha un'esperienza tale da consentirgli di poterlo affrontare al massimo delle proprie capacità. Il giovanissimo classe 2000, sinceramente, non la possiede. E poi davanti ci sono dei marziani (ride ndr)".

Quale dei giovani che hai allenato hai pensato, al primo impatto, che potesse avere un futuro radioso?

"Mi ha colpito, più di tutti, Clemenza mentre Romagna, Vitale e Audero mi hanno colpito strada facendo. C'è anche Donis tra quelli che annovero, un ragazzo dotato di molto talento seppur indisciplinato. Ma è normalissimo che un ragazzo di sedici anni lo sia. Col passare degli anni si è migliorato ma non tantissimo, anche a Sassuolo ha riscontrato problemi di ambientamento".

Non sei il primo a parlarmi bene di Clemenza...

"Con Luca ho fatto un bel lavoro, ci ho visto bene (ride ndr). Nei giovanissimi giocava da esterno e non era uno di gamba, l'ho così spostato dietro la punta nel ruolo di trequartista. Ho lavorato sotto l'aspetto dinamico e gli ho trasmesso un po' di carattere; l'ho fatto allenare con gli Allievi Nazionali con un anno di anticipo, la domenica giocava con gli Allievi B. Poi è entrato in pianta stabile con i '97, ha iniziato a far la differenza e infatti in quell'anno arrivammo a giocarci la finale Scudetto".

Si ringrazia Ivano Della Morte per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.