Francesco Coco: "Cuadrado l'uomo in più, spaccherà difesa blaugrana. Berlino? Differenza nella consapevolezza. Giocatori offensivi Juve fanno paura"
La Redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, colui che è stato il primo italiano a vestire la prestigiosa maglia del Barcellona, Francesco Coco, che ci ha raccontato il suo punto di vista sul match e non solo:
Buonasera Francesco, la Juve dovrà dimenticarsi dei tre gol fatti e giocare come se avesse fatto 0-0 anche all'andata?
"Il 3-0 è concreto, è un vantaggio per la Juve e non penso sia possibile dimenticarsene. Sicuramente Allegri e i giocatori hanno tante opzioni per gestire a livello tattico, possono decidere quando affondare e quando no. Ha il coltello dalla parte del manico. Dovrà partire a mille come se fosse una partita singola, sicuramente il risultato pesa in due modi differenti nelle due squadre. I bianconeri sono una squadra compatta, sicura di se, forte in tutte le parti del campo. Non dovranno andare al Camp Nou con timore ma consapevole della propria forza e giocare novanta minuti al massimo. Alla Vecchia Signora basterà segnare un gol, anche perchè poi a loro ne servirebbero cinque e alla Juve non glieli fai. Mai".
Pensi che il Barcellona farà la partita sulla falsariga dell'andata oppure sarà il Camp Nou a trascinare Messi e compagni?
"Quando giochi in casa c'è sempre una spinta maggiore psicologica della propria gente, sai di non esser solo. A livello d'impatto sarà una partita differente per loro, hanno ancora negli occhi la rimonta effettuata contro il Psg e questo li rende molto speranzosi a riguardo. La Juve dovrà stare attenta a questo aspetto, il Barcellona cercherà di schiacciarla nella propria metà campo utilizzando il tiki-taka. I primi venti minuti saranno fondamentali, se dovesse trovare il gol in quel lasso di tempo toglierebbe molte sicurezze alla squadra bianconera. Perchè un'altra rimonta li porterebbe nell'olimpo del calcio".
Secondo te ci potrà essere un leader che si caricherà sulle spalle il peso della squadra? Si può pensare a Dybala vista anche la sua nuova sfida a Messi...
"La Juve ha giocatori d'esperienza preparata a giocare queste partite. Buffon darà il suo contributo visto il peso che ha, ma anche Bonucci e Khedira non saranno da meno. Il tedesco si è ritrovato, sta giocando sui livelli del passato. Anche Higuain, da come ha parlato, è abituato a queste partite e potrà sicuramente dare qualcosa. Se dovesse giocare Cuadrado, io penso che a livello tecnico potrebbe essere l'uomo in più della Juventus. Il Barcellona avrà il pallino del gioco, tenterà di alzare il baricentro e il colombiano, con gli spazi che lasceranno gli avversari e con il campo più lungo, potrebbe essere il giocatore che spaccherebbe in due la difesa blaugrana".
Sei d'accordo che sia stato il modulo la chiave di svolta della stagione?
"Tutti i moduli possono essere vincenti. Un detto nel calcio recita che 'la miglior difesa è l'attacco', penso quindi che schierando tanti giocatori offensivi sia più facile far male e far più paura agli avversari. Se giochi con una punta e tutti centrocampisti non c'è l'inerzia offensiva, ma se giochi con quattro attaccanti alzi il baricentro. Da quel momento in cui Allegri ha iniziato a schierarli tutti insieme, la Juve ha iniziato ad incutere più timore e questo fa sì che ci sono più armi per vincere i match".
E questo ha dato modo di poter fare quel tipo di partita con il Barcellona...
"Io fossi negli avversari, in questo caso il Barcellona, quando mi trovo di fronte una Juventus con cinque giocatori offensivi sarei più preoccupato di incontrarne una con il solo Higuain centrale e tanti centrocampisti alle spalle. Questo porta a non esporti tantissimo, cerchi di contenere e la Juventus può giocare più nella metà campo avversaria".
Rispetto proprio a Berlino, nella finale di due anni fa, alla Juventus mancò proprio questo...
"Penso che oggi, rispetto ad allora, ci sia una consapevolezza maggiore rispetto ad allora. La Juve era straordinaria nel 2015, aveva Tevez, Morata, Pirlo, Pogba e Vidal. In questi due anni è cresciuta, ha capito di essere arrivata a livello delle grandi ed è importante il concetto nella testa dei giocatori. Due anni fa arrivò da autentica outsider, giocò bene contro il Barcellona ma quel gap era ancora presente. Oggi no, la consapevolezza ti dice che se giochi al 100% puoi anche vincere la Champions. Al sorteggio la Juve non la vuoi beccare (ride ndr)".
Tu che hai giocato al Camp Nou e conosci il popolo catalano, come accoglierà Dani Alves?
"Non saprei, sono sincero. Il popolo catalano non si è mai comportato male con i giocatori che ritornano, a parte il tradimento di Figo quando passò al Madrid. Non ricordo ex martoriato di fischi e insulti, quel che so è che la Juve e Dani Alves troveranno un Camp Nou caldissimo che sarà più impegnato ad incitare i propri beniamini più che a soffermarsi su qualcuno. Sanno che la Juve è più forte del Psg, sanno che sarà più difficile effettuare una rimonta".
Sei mai stato vicino in carriera alla Juventus?
"Sono stato vicino nell'estate del 2000, quando ero un calciatore del Milan".