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Davide Baiocco: "Juve superiore in mentalità rispetto alle altre. Hernanes duttile, Dybala calciatore importante nel tempo. Su Del Piero..."

05.10.2015 15:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Davide Baiocco: "Juve superiore in mentalità rispetto alle altre. Hernanes duttile, Dybala calciatore importante nel tempo. Su Del Piero..."
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© foto di Federico De Luca

La Redazione di TuttoJuve.com ha intervistato, in esclusiva, l'ex giocatore bianconero ed attuale centrocampista del Siracusa Calcio, Davide Baiocco, per parlare del momento bianconero e non solo:

Ciao Davide, come giudichi l'attuale momento bianconero?

"I cambiamenti non sono mai facili da assimiliare e sicuramente la Juventus ha cambiato tanti giocatori in ruoli chiave. Su tutti Pirlo e Tevez, giocatori di carisma e di intelligenza tattica, non semplici da sostituire, ma ci vorrà del tempo e il lavoro dietro c'è. Rimane sempre una grande squadra, lo sta dimostrando ultimamente ed è stata sfortunata in alcune partite. Vedo una squadra molto forte".

Alcuni sostengono che le certezze si costruiscono con le vittorie, altri pensano che vincere per la Juventus sia la normalità. Tu, in base agli ultimi due successi tra campionato e coppa, cosa pensi?

"La verità è sempre nel mezzo, sono due correnti di pensiero corrette. Le vittorie fanno sempre bene, fanno lavorare meglio, danno certezze e danno sicurezza a quella che è la crescita a livello di squadra. Parliamo di una formazione che ha vinto gli ultimi quattro campionato, gioca un calcio che conosce bene e i nuovi acquisti vanno integrate in questo schema di gioco e devono apprendere al meglio quella che è la filosofia. La mentalità vincente c'è sempre e il gioco attuato è ormai molto chiaro".

Da centrocampista, il recupero di due giocatori fondamentali potrà esser determinante per il prosieguo della stagione?

"Assolutamente sì. Il tutto va sommato alla perdita di un giocatore importante come Pirlo e questi due giocatori (Marchisio e Khedira ndr) sono i sostituti naturali. Quando vengono a mancarti, sono assenze importanti non perchè gli altri giocatori che scendono in campo siano a livello tecnico inferiore, ma la rilevanza del ruolo è fondamentale".

Hernanes non si sta esprimendo ai suoi massimi livelli. Da cosa può dipendere?

"Può dipendere da una collocazione tattica non naturale, ma sicuramente con le sue caratteristiche può ricoprire più ruoli: esterno, seconda punta, mezz'ala, può giocare davanti alla difesa con la sua intelligenza calcistica e la visione di gioco. Cambiare e doversi adattare ogni volta non è il massimo, e anche Allegri sta pensando quale sia il suo ruolo più congeniale a lui permettendo così alle sue qualità di manifestarsi a pieno". 

In un campionato più equilibrato, la Juventus è sempre la favorita?

"La Juve ha qualcosina in più. E' da tanti anni che costruisce e nonostante il rinnovamento attuato questa estate, ha acquisito una mentalità importante nel corso degli anni che assicura un vantaggio nei confronti delle altre squadre. Ma il passato conta relativamente, bisogna dare seguito a ciò che si fa".

Quale è il tuo pensiero sulle rivali?

"Il campionato risulta più equilibrato perchè negli anni le altre squadre si stanno rinforzando e stanno proseguendo dei progetti tecnici importanti. Vedi la Roma. Il Napoli ha proseguito un progetto tecnico scegliendo un allenatore giusto che riuscirà a far assimilare le sue idee soprattutto in fase difensiva. Sarri è molto maniacale in questo, poi sono abituati a giocare insieme e il potenziale offensivo è importante. La Fiorentina ha cambiato relativamente poco, il nuovo tecnico Paulo Sousa ha le idee ben chiare con un organico che ha lavorato benissimo con Montella e lui sta proseguendo in questo. L'Inter ha iniziato lo scorso anno il progetto tattico con Mancini e ha trovato meno difficoltà all'inizio, mentre il Milan ha rivoluzionato tanto e ha un nuovo mister".

Dybala potrà divenire in un futuro prossimo il nuovo Tevez?

"Mettiamo a confronto due giocatori che potenzialmente hanno le stesse qualità, ma Tevez ha dimostrato di saper spezzare gli equilibri come pochi sanno fare ed è risultato determinante più di una volta. Dybala ha le caratteristiche per poter far ciò, ma sicuramente deve dimostrarlo costantemente. A Palermo era abituato ad essere al centro di tutto, giocavano per lui; a Torino invece ci sono altri campioni e a questo si deve abituare. Ci ho giocato contro e ho potuto vedere da vicino e ha qualità fisiche, tecniche, ha personalità e tutte le potenzialità per poter diventare un calciatore importante nel tempo".

Quando ti chiamò la Juventus quale fu il tuo primo pensiero?

"Quando ti chiama uno dei club più importanti al mondo, è un emozione quasi indescrivibile. E' uno dei sogni nel cassetto che si realizzano. L'aspetto che mi stupì di più fu il loro coinvolgerti subito, trovai un ambiente familiare e la sensazione era che ero alla Juventus da tanti anni. Mi ha aiutato tanto soprattutto nell'inserimento. L'esperienza non fu positiva e sicuramente ho avuto dei demeriti, ma alla Juve non succede come nelle altre squadre. Devi farti trovare subito pronto anche se magari ci sono delle situazioni che non ti permettono di esprimerti al meglio, ma devi comunque farti trovare preparato. Una squadra come la Juve lo richiede e per me è stato un rammarico tutto questo, ma dall'altra parte ti rendi conto di cosa vuol dire vincere, conosci grandi campioni sia a livello morale e sia a livello tecnico che ti fanno crescere, ti fanno migliorare sia come uomo che come calciatore. Questi incontri, soprattutto con gli uomini, ti rimangono".

In un'intervista di qualche tempo fa parlavi del bel gesto di Alex Del Piero nei tuoi confronti, ma cosa ci puoi raccontare di lui?

"L'incontro con grandi uomini ti segna. In campo lo vediamo tutti, ma è fuori dal campo che fa la differenza. Questo spessore morale, questa intelligenza e questa umiltà. Quel gesto non era tenuto a farlo, ma vederlo fatto da lui così spontaneamente fu davvero molto toccante. Di Alessandro (Del Piero ndr) posso dirti che ci fermavamo alla fine dell'allenamento a fare i cambi di gioco di trenta o quaranta metri. Vedevo David (Trezeguet) che si fermava per calciare in porta in tutte le maniere: controllo e tiro in porta, tiro al volo. Vedere grandi campioni già affermati che si fermano con te, con grande umiltà, a fare un gesto tecnico è bellissimo e gli stimoli per far meglio aumentano in continuazione. La cura maniacale dei dettagli è la differenza che c'è tra i grandi giocatori e quelli bravi".

Come commenti l'esclusione del tuo ex compagno di squadra, Gianluigi Buffon, dalla lista dei pretendenti al Pallone d'Oro?

"E' sicuramente immeritata, ma per me non c'entra niente. Un campione rimane un campione, un grande uomo rimane un grande uomo nonostante le delusioni personali. Nella testa di chi sa giudicare correttamente i valori che si dimostrano in campo, è sempre da Pallone d'Oro per quello che sta facendo e per come ha affrontato le difficoltà. Non era facile tornare il numero 1".

Infine una domanda legata al tuo club, il Siracusa: come commenti i primi tre punti ottenuti ieri?

"Siamo partiti maluccio, ma quando cambi allenatore cambiano anche gli obiettivi e con Andrea (Sottil ndr), che è molto preparato oltre che un amico, stiamo lavorando bene per poter costruire una mentalità vincente e vincere come sta facendo la Juve. Ci vogliono tanti e tanti anni, ma con un po' di pazienza si può riuscire in questo. Buona strada? Sì, siamo sulla buona strada. La squadra è buona e il lavoro fatto è quello giusto".

Ringraziamo per la cortesia e la disponibilità l'addetto stampa dell'A.S.D. Città di Siracusa, Lino Russo, e Davide Baiocco.