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Costa (CorSera): "Juve, il prossimo anno non sarà più una dittatura. Conte per essere al top deve vincere anche in Europa. Tevez-Argentina, un mistero"

21.04.2014 12:58 di Redazione TuttoJuve Twitter:    vedi letture
Fonte: Luca Cilli - @Luca_Cilli
ESCLUSIVA TJ - Costa (CorSera): "Juve, il prossimo anno non sarà più una dittatura. Conte per essere al top deve vincere anche in Europa. Tevez-Argentina, un mistero"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Alberto Costa, storica firma del Corriere della Sera, in esclusiva per TuttoJuve.com esprime le proprie opinioni sul campionato che sta volgendo al termine e che vede la Juventus pronta, nonostante il bel campionato della Roma, a conquistare il terzo scudetto consecutivo. Costa, fra i giornalisti più esperti del panorama sportivo italiano, ritiene le scelte di mercato operate dai dirigenti bianconeri fra i fattori più rilevanti per il dominio in serie A. E inserisce Conte nella lista degli allenatori più bravi e preparati, anche se per entrare nel gotha dei migliori tecnici del mondo deve ancora vincere in Europa. Il discorso successivamente scivola sulla crisi del nostro calcio, sulle realtà più interessanti emerse strada facendo e sull’Italia di Prandelli che a giugno in Brasile giocherà un mondiale che vede gli azzurri non certo fra le grandi protagoniste della competizione calcistica più importante in assoluto.

Alberto Costa al calcio italiano mancano le idee oltre a delle qualità importanti per potersi confrontare con gli avversari dei maggiori campionati europei?

“Certo, al calcio italiano mancano le idee. I nostri dirigenti hanno poche idee e quelle poche anche confuse. Siamo allo sbando a mio modo di vedere. Lo dimostrano i risultati delle nostre nelle coppe europee. Appena ci affacciamo all’estero prendiamo lezioni da tutti, gli alti corrono noi invece camminiamo. Poi in Italia c’è un tasso di litigiosità spaventoso. Un presidente, ad esempio, può permettersi di bloccare la legge sugli stadi approvata poco tempo fa perché intorno voleva costruire palazzine. Ognuno bada ai suoi interessi e all’interesse del calcio non bada nessuno. I risultati sono quelli che vediamo tutti i giorni.”

In questo grigiore generale è emersa la Juventus, che ha saputo fare mercato in maniera eccellente. La bravura di Marotta e Paratici nello scegliere gli uomini giusti è il segreto dei bianconeri per vincere quasi a mani basse in Italia?

“Marotta è un dirigente che nel tempo ha dimostrato di sapere il fatto suo perché anche alla Sampdoria ha fatto bene. Saper fare mercato e cogliere le occasioni arrivando un attimo prima degli altri sui giocatori giusti è importante. Un altro merito dei dirigenti è stato quello di trovare l’allenatore giusto. Perché puoi fare il mercato più bello ed interessante del mondo, ma poi è difficile farlo rendere al massimo. Questo della Juventus invece è un gruppo che in 3 anni non ha mai mollato. È stato sempre al top, giocando con il coltello fra i denti. Dunque o Conte è un mago oppure entra nello spogliatoio con le pistole e tiene tutti sul chi va là. Io propendo per l’idea che Conte sia un mago, perché tenere motivata una squadra sempre ad alto livello è tutt’altro che facile.”

Ma quanti anni ancora si può andare avanti? Non c’è il rischio di un logoramento mentale da parte del gruppo?

“Se vinci tre scudetti di fila il gioco vale la candela. Io penso che già dal prossimo anno sia più complicato vincere. E lo vediamo dal cammino che stanno facendo Napoli e Roma. La Juventus in termini di punti si è migliorata. Così come il Napoli, seppur di poco, e la Roma, che addirittura si è migliorata di oltre 20 punti. Tutte e tre stanno facendo un campionato eccezionale. E già dall’anno prossimo quella della Juventus non sarà più una dittatura, il torneo sarà molto più equilibrato. Anche perché spremere una squadra come un limone dopo un po’ comporta un ricambio. L’inter di Mourinho, ad esempio, è riuscita nell’impresa del triplete, però in quell’anno la formazione è stata distrutta, spremuta. Non si sono accorti che serviva un ricambio immediato e l’Inter ha avuto qualche problema. Marotta e Paratici dovranno essere bravi a comprendere questa situazione in vista della prossima stagione.”

Conte è fra gli allenatori più forti del mondo?

“Capello, Ancelotti, Guardiola e Mourinho: qui stiamo parlando di tecnici che hanno vinto nel tempo e c’è stata la controprova. Per Conte invece dobbiamo aspettare. Perché adesso sta vincendo in Italia, ma deve vincere anche in Europa. Faccio l’esempio di Capello: lui ha vinto ovunque è andato. È riuscito a vincere lo scudetto persino a Roma, dove vincere il tricolore vale quanto vincerne 5 in una grande del nord. Per Conte tutto mi lascia intuire che siamo in presenza di un allenatore molto valido.”

Chi l’ha sorpresa in positivo in Serie A?

“In assoluto il Parma per la continuità dimostrata. Ha avuto un paio di risultati a sfavore, ma non dimentichiamoci che ha perso contro la Juventus dopo una luna serie di risultati utili di fila. Donadoni era arrivato in Nazionale troppo presto ed era immaturo. A Parma ha dimostrato di essere un bravo allenatore e non un trombone che parla a vanvera, e ce ne sono tanti nel calcio italiano e in generale. Ma si è dimostrato bravo soprattutto nella gestione di Cassano. Durante la sosta invernale Donadoni ha sbattutto Cassano in panchina per diverse partite, il che significa che ne aveva combinata qualcuna delle sue. Dopo il Parma dire il Torino. Ventura è un ottimo allenatore, anche a Bari mise insieme una bella squadra. È la conferma che anche con pochi mezzi, ma con un buon allenatore e qualche buon giocatore si possono ottenere buoni risultati. L’Atalanta poi ha messo insieme una serie di risultati storica. È stata brava a reagire dopo il 4 a 0 in casa contro il Parma. Prima non hanno fatto un torneo brillante ma il finale basta per mettere l’Atalanta fra le realtà più belle del campionato.”

E nel finale di campionato si stanno mettendo in luce dei “vecchietti” terribili come Di Natale, Totti, Toni e Cassano. Uno di questi 4 ha serie speranze di andare al mondiale brasiliano?

“A dar retta a quello che si legge sembra che Prandelli stia cambiando idea su Cassano. Io sarei molto sorpreso. Conoscendo Prandelli, ricordo le sue valutazioni su Cassano di qualche mese fa. E non erano solo valutazioni tecniche. Il ragazzo nell’ultimo Europeo aveva messo a dura prova la tenuta nervosa dello spogliatoio, con le sue esuberanze e gli scherzi talvolta sopra le righe. Io piuttosto che Cassano in Brasile, visto anche il clima, porterei Totti per un motivo molto semplice: non mi da problemi nello spogliatoio, perché se Cassano si sveglia la mattina con la voglia di fare cabaret lo fa anche se la squadra si sta allenando. Tenendo conto che poi c’è anche Balotelli da gestire, servirebbe una task force solo per controllare questi due azzurri. Io propenderei per Totti, che nell’ultima mezz’ora quando gli avversari andranno in difficoltà potrebbe diventare decisivo. È uno integro, ha classe, si allena da professionista. Piuttosto che portare Cassano, che magari ti azzecca la partita ma potrebbe anche lasciarti in 10, io per lo spezzone di gara conclusiva io punterei su Totti.”

Con quali speranze ed ambizioni reali parte l’Italia per questo mondiale?

“Sono convinto che il Brasile è la grande favorita. Gioca in casa, è abituata alle condizioni climatiche ed è sostenuta da tutta la nazione. Per l’Italia io sono ottimista ma in maniera ragionevole. Abbiamo una buona nazionale con un ottimo allenatore che la sta facendo rendere al di là delle sue effettive possibilità. Credo che l’Italia possa fare un po’ di strada ma non mi illudo più di tanto.”

Anche l’Argentina è la grande favorita per il mondiale. Ma come fa a lasciare fuori Tevez dal giro della nazionale?

“Ottima domanda, perché è una cosa inconcepibile. Se ne parla tra colleghi e con gente del calcio e tutti non riescono a darsi una risposta. Ho letto una volta che Tevez non era convocato per motivi politici. Ma quali sono questi motivi politici? Anche in patria hanno esposto striscioni pro-Tevez, quindi non lo capiscono nemmeno gli argentini. È un mistero. Se pesa il fatto che Messi non vada d’accordo con l’Apache? Se Messi è il CT occulto della nazionale allora può essere una spiegazione. Ma se un CT nominato dalla federazione si fa fare le convocazioni da un giocatore, seppur il migliore, parte con il piede sbagliato."