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Buffon 1000, Ventrone: "Gigi ufo non identificato, ha fisico di atleti di altro sport. Non mi aspettavo carriera del genere"

24.03.2017 14:15 di Mirko Di Natale Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Buffon 1000, Ventrone: "Gigi ufo non identificato, ha fisico di atleti di altro sport. Non mi aspettavo carriera del genere"
TuttoJuve.com

A quasi nessuno sarà sfuggito ma questa sera Gianluigi Buffon scenderà in campo per la millesima volta tra nazionale e club. Un traguardo prestigioso, l'ennesimo di questa illuminante carriera, che Tuttojuve ha voluto far raccontare a Giampiero Ventrone, storico ex preparatore dei portieri bianconeri che lo ha allenato dal 2001 al 2004:

Buongiorno sig. Ventrone, oggi Buffon festeggerà le mille presenze. Cosa l'ha colpita inizialmente del numero 1 bianconero?

"Si è detto tanto, si è scritto tantissimo e diventa difficile aggiungere parole o aggettivi nuovi. Ci siamo trovati dinanzi un talento tra i più forti della storia di questo sport che è stato accompagnato nel corso della sua carriera da leggeri infortuni, superati brillantemente grazie alla sua capacità mentale fuori media. Ma non solo, il suo talento rade la spensieratezza e l'incoscienza ed è per questo che è riuscito a far bene, ha un fisico fuori media non tanto per i suoi parametri antropometrici che si riscontrano in tanti portieri ma tanto per le sue qualità fisiche di tipo neuro-muscolari che sono di spessore altissimo, di atleti di altro sport. Tutto questo è stato innaffiato da un ottimo champagne della Juventus, che ti mette sempre nelle migliori condizioni per poterti esprimere. Il risultato è stato un ufo non identificato, ovvero Gigi Buffon".

Arrivando dal Parma, immagino fosse ancora un pochino acerbo...

"Sì, ma il talento lo vedi subito. Già William Vecchi, Nevio Scala e tutti gli allenatori che lo avevano inizialmente visto notavano questo talento. Un po' come oggi lo è Donnarumma, stiamo parlando di un giocatore diverso dagli altri ed essendo ancora giovane dovrà affrontare tutte le problematiche che ti mette di fronte la vita. Talento? E' quando riesci a render facile tutto ciò che sembra difficile. Senza che nessuno glielo abbia insegnato".

Rispetto ad allora, oggi in cosa è migliorato tantissimo Buffon?

"Si è affinato grazie alla maestria degli allenatori che ha avuto in questi anni: Ivano Bordon, William Vecchi e l'attuale allenatore dei portieri della Juventus (Claudio Filippi ndr). L'allenatore, quando si trova di fronte un talento, non lo allena ma lo mette nelle condizioni di poter essere espresso al meglio. Non gli crea danni, perchè il talento non può essere gestito come un normale giocatore in quanto più delicato".

Si aspettava che Buffon potesse avere una carriera del genere?

"In quegli anni, mi aspettavo una carriera importante ma non questa che ha fatto. La Juve ha sempre avuto grandissimi portieri, non dimentichiamoci del leggendario Zoff e nemmeno di Peruzzi. Ha sempre avuto estremi difensori leggendari, Buffon è l'ultimo arrivato in casa bianconera e ci saranno altri che faranno bene".

C'è stato un consiglio in particolare che gli ha dato?

"Probabilmente un consiglio sbagliato che è stato rimesso a posto nel tempo. Tutti quelli che arrivavano in quel periodo venivano assorbiti dall'allenamento, ha un po' stentato a causa mia agli inizi ma poi ha preso il giro come gli altri. Quello è il caso in cui l'allenatore può creare qualche problema al talento non avendo capito alcune cose".

Mi levi una curiosità, secondo lei perchè Van Der Saar non ha mai reso secondo le sue aspettative?

"Ci trovavamo di fronte ad un grandissimo portiere, ma è arrivato al momento sbagliato. E' stato un professionista esemplare, dopo la Juve è rimasto al lungo al Manchester United che non è un club qualsiasi".

Infine, vorrei sapere da lei un giudizio sulle partite con Napoli e Barcellona che la Juve avrà...

"A livello nazionale non c'è storia, sono sei anni che la Juve comanda in Italia. In Europa sta facendo bene, due anni fa ha perso contro la squadra che è probabilmente ancora la più forte del mondo. Probabilmente può fare di nuovo una finale quest'anno, ma la storia insegna che queste manifestazioni le devi vincere. Noi abbiamo fatto cinque finali europee, vincendone solo una. Purtroppo per chi allena queste squadre, è un grandissimo risultato arrivare all'ultimo atto ma sulla coppa devi scrivere nome e cognome. Solo così la storia sarà scritta, è il destino di questi club. Onore a questa società, ha scelto un allenatore vincente dopo Conte che ha continuato a vincere e bisogna fargli solo complimenti".

Si ringrazia Giampiero Ventrone per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.