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Bacconi: "Allegri, ci vuole più coraggio. Juve, hai un buco sulla destra. Il 3-5-2 è logoro, meglio il rombo. Il nuovo logo? Mi piace"

18.01.2017 21:15 di  Marco Spadavecchia   vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Bacconi: "Allegri, ci vuole più coraggio. Juve, hai un buco sulla destra. Il 3-5-2 è logoro, meglio il rombo. Il nuovo logo? Mi piace"
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Più coraggio, gerarchie certe e un modello di gioco ben definito. Oltre a qualcosa dal mercato, possibilmente un esterno destro, subito. Ne è sicuro il super esperto di tattica, Adriano Bacconi, che la redazione di Tuttojuve torna con piacere a interpellare verso la sfida tra Juventus e Lazio in programma domenica allo Stadium. E, soprattutto, dopo la sconfitta dei bianconeri maturata al Franchi.

Buonasera Bacconi. Il ko di Firenze potrebbe mettere definitivamente la parola fine al 3-5-2? "Le vittorie degli ultimi cinque anni sono legate a quel modulo. Allegri ha sempre pensato a una mutazione molto lenta. Mettere il 3-5-2 del tutto da parte vorrebbe dire cambiare DNA cercando dei modelli di gioco definitivi. E il passaggio non è ancora completato. Quindi, prima di buttare via il vecchio bisogna dimostrare che il nuovo sia all'altezza. Questa convinzione non c'è ancora e spesso si ribattono gli stessi percorsi di un tempo. Ma il logoramento è evidente".

Intende degli interpreti? "Il 3-5-2 della Juventus aveva due punti di forza. Il primo riguardava la sicurezza difensiva dei tre davanti al portiere. Il secondo la presenza di Pirlo a centrocampo, che anche quando marcato riusciva sempre a trovare soluzioni di gioco. Tutto questo in un meccanismo, quello di Conte, che faceva dell'intensità una delle armi principali. Oggi l'intensità non c'è più e si è passati alla gestione, almeno in alcuni momenti prolungati della partita. La difesa è logora così come il 3-5-2, Pirlo non c'è più da anni e il ritmo è lento. Quando i bianconeri non affrontano squadre che aspettano, come spesso accade al JStadium, ma che aggrediscono alto, questi problemi vengono evidenziati".

Lo scorso novembre, in un certo senso, ci ha anticipato il modulo che Allegri avrebbe adottato per buona parte del mese successivo, il rombo. Che a volte somiglia a un albero di Natale, cosiddetto. La direzione rimarrà la stessa? "Sembrava fosse diventato l'assetto di base poi c'è stato il ripensamento di Firenze dovuto alla mancanza di un terzino destro, vista la squalifica di Lichtsteiner. Si tratta di un problema che la Juve deve risolvere. E mi pare che oggi, invece, sia più orientata alla ricerca di un esterno sinistro per la possibile partenza di Evra. Non capisco perché: Asamoah ha dimostrato di saper giocare in quel ruolo, dove il titolare è Alex Sandro, mentre a destra oltre allo svizzero oggi non c'è nessuno vista l'assenza prolungata di Dani Alves. Mi sembra che il buco a destra sia più grosso del buco a sinistra. In prospettiva il rombo è il sistema più congeniale a questa squadra. Bisogna solo capire bene il ruolo di Dybala. L'argentino spesso taglia il campo da destra a sinistra e manca il movimento dell'attaccante. Mandukic e Higuain non giocano allo stesso modo. Altra cosa da rivedere è l'equilibrio sulla trequarti e i sincronismi tra Dybala e Pjanic, che spesso si pestano i piedi sulla stessa linea".

Pensando al mercato, quindi, alla Juve serve innanzitutto un esterno destro? "Direi di sì. Oppure una mezzala destra che sappia andare in ampiezza, che non è Khedira. Serve un giocatore che si muova di più lateralmente quando si attacca. Tolisso, di cui tanto si parla, ha questo tipo di caratteristiche. A centrocampo la Juve ha perso chilometri. Khedira fa fatica a correre indietro e Marchisio è diventato un calciatore di posizione. E manca Pogba, il suo dinamismo, la sua forza e i suoi dodici chilometri a partita. Prima c'era anche Vidal, oltre a Pirlo. Quello che era un punto di forza della Juventus, il centrocampo, oggi è un punto debole. In quel reparto si dovrebbe investire pesantemente come fatto in estate con l'attacco. Rincon non fa la differenza, è un'alternativa a Sturaro".

Cosa pensa dell'operato di Allegri, al di là dei moduli e della tattica? "Allegri cambia sempre e tanto per fare contenti un po' tutti'. Forse, a questo punto della stagione e della sua avventura alla Juve sarebbe il caso che iniziasse a fare scelte un pochino più definite. Anche se capisco il suo ragionamento, che è volto a tenere tutti sulla corda e a non creare troppi malumori. Credo però che serva più coraggio per lasciare davvero il segno. E' utile che l'allenatore d'ora in avanti stabilisca delle gerarchie all'interno dello spogliatoio, che non siano solo relative all'anzianità dei bianconeri. Gerarchie figlie anche dell'espressione della sua idea di gioco. Ripeto, il rischio è quello che non lasci il segno. Mi piacerebbe che in questa parte finale della stagione la Juventus adottasse un modulo e un modello di gioco in grado di permetterle di specializzarsi, una soluzione collaudata che i calciatori siano in grado di scegliere senza improvvisare per forza ogni partita".

A proposito di scelte nette, le piace il nuovo logo della Juventus? Certamente una soluzione coraggiosa e volta al futuro, non trova? "Sarà perché io sono sempre stato un innovatore... mi piace quando c'è il coraggio di cambiare e di rompere delle tradizioni. Nella sua semplicità il nuovo logo Juve a me piace: è pulito, semplice e subito identificabile. Come i brand delle grandi aziende. Il fatto che sia bello o brutto è molto soggettivo e nel tempo conterà poco".