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Alessio Tacchinardi: "Pogba super giocatore ma non ancora leader. Buffon un tesoro, questa Juve simile a quella con Zidane. Infortunio Morata ci può stare..."

13.10.2015 09:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Alessio Tacchinardi: "Pogba super giocatore ma non ancora leader. Buffon un tesoro, questa Juve simile a quella con Zidane. Infortunio Morata ci può stare..."
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

La Redazione di TuttoJuve.com ha intervistato telefonicamente, in esclusiva, l'attuale mister della Pergolettese ed ex calciatore bianconero, Alessio Tacchinardi, per parlare dell'imminente Inter-Juventus e non solo:

Ciao Alessio, volevo partire da una tua analisi sul momento che stanno attraversando i bianconeri...

"E' un momento normale e la società sapeva a cosa stava andando incontro: da una squadra fatta, finita e rodata ad una squadra in costruzione. Quando costruisci una casa e non inserisci le colonne portanti come Marchisio e Khedira è normale che possa traballare. Qualche episodio particolare e una buona dose di sfortuna l'hanno fatta scivolare in classifica, ma la sensazione è che non sia ancora forte come lo scorso anno. Ma questa fase di crescita era un po' aspettata da tutti e, di certo, gli infortuni non hanno aiutato il mister".

Il rientro a tempo pieno dei due giocatori citati prima può far trovare solidità alla squadra sopperendo così a quella sofferenza di cui parlavi qualche settimana fa?

"Sicuramente. Khedira lo ha dimostrato nella partita di Champions con il Siviglia e quasi nessuno si è accorto del calo di Pogba, perchè il francese può avere un momento di flessione e non rendere al massimo. Può avere la maglia numero 10, 50, 1000, ma Pogba è un super giocatore che ha bisogno di grandi compagni accanto come lo scorso anno erano Pirlo, Vidal e Tevez. Non a caso, infatti, la squadra con il rientro del tedesco è salita molto di livello. L'ho visto contro gliu spagnoli e senza fare tantissime cose eccezionali, ha dato uno spessore alla Juve. Marchisio è un altro fantastico giocare e la Juve tornerà ad esser solida come lo era negli anni passati. Per fargli fare l'ultimo salto di qualità manca la definitiva esplosione di un giocatore la davanti che gli permetterebbe di tornare in corsa per il campionato, dove lotterà sicuramente. A Morata e Dybala, uno degli attacchi più giovani d'Italia e d'Europa, bisogna dare anche tempo di riuscire a prendere quella leadership che solo le partite e le bastonate possono darti. Ho fiducia in questa Juve; Marotta e Paratici hanno fatto un super mercato prendendo ottimi giocatori a costi contenuti e non facendo come squadre come Manchester City e Paris Saint Germain. Cuadrado è stata un'operazione fantastica".

Ma tornando a Pogba, il fuoriclasse non fa la differenza nonostante abbia dei compagni normali accanto?

"Messì è un fuoriclasse, è il miglior giocatore al mondo ma non è un leader. Ci son dei giocatori che sono grandi, ma hanno bisogno di aver accanto dei leader che ti trascinano anche nei momenti di difficoltà. Magari lo diventerà, ma Pogba ad oggi non è un leader e non è ancora un trascinatore. E lo ritengo un grandissimo giocatore. Il leader è Tevez, cioè colui che nel momento di difficoltà e nel momento di maggior pressione si accolla la squadra e trascina tutti gli altri. Il francese si nutriva tantissimo dell'Apache. Ritornando a Messi, nell'Argentina, è il miglior giocatore al mondo ma non è mai stato leader perchè non riesce a fare quello strappo definitivo che ti fa vincere qualcosa di importante. Posso citarti anche Nocerino, buonissimo giocatore, che grazie ad Ibrahimovic ha fatto 11 gol e quell'anno sembrava uno dei migliori giocatori italiani. A livello di spessore pensavo che Pogba fosse già al livello di Yaya Toure, ma ci può arrivare.  E' ancora giovane".

Quindi la differenza con lo scorso anno è la mancanza, appunto, di un leader...

"Khedira e Marchisio sono dei leader. Parlando per esperienza, io punto sempre su quei giocatori che giocano negli ultimi trenta metri e guardando le prime partite, la Juve arriva sempre li e non ha quello strappo cruciale come faceva Tevez. Oggi sostituire un giocatore che in quel momento era più di mezza squadra e spaccava le partite in due è davvero molto difficile. Ci son tanti giocatori che completano la squadra, come Jovetic o Dzeko. Ma fa ben sperare la ferocia di Dybala, la voglia di Morata e la personalità di Cuadrado. Mandzukic e Zaza dovranno alzare il loro livello, ma davvero più di così non si poteva fare sul mercato. E' stato bravo mister Allegri a dare serenità, anche perchè non si può chiedere all'ex Palermo di esser, oggi, come Tevez. Lui e Morata devono prendersi le responsabilità - e se le prendono - per cercare di alzare il livello della loro prestazione, e hanno il carattere per poterlo fare con indosso una maglia pesante come questa".

Che idea ti sei fatto di tutti questi giocatori infortunati con le Nazionali?

"Siamo ad un livello esasperato. Un po' per tutti questi guadagni, un po' perchè sei sempre con la valigia in mano. E' il discorso del business. Gli infortuni in Nazionale ci sono sempre stati e finchè noi, senza nasconderci, preferiamo i club rispetto alle Nazionali li vedremo sempre come delle grandi scocciature. Quello su Morata, ad esempio, ci può stare. Negli ultimi anni la velocità nel calcio si è alzata ancora di più e non esiste più la partita "amichevole" nelle qualificazioni".

Da mister, meglio giocare con un trequartista in stile Hernanes oppure con degli esterni come Cuadrado?

"Nella mia idea di calcio non c'è un modulo predefinito, ma dispongo i giocatori migliori in base alle loro qualità. Non adatto Cuadrado al mio schema di gioco se non mi fa la differenza. Nel 3-5-2 con una difesa rocciosa il colombiano è un giocatore determinante, nel 4-3-3 non si incastra benissimo con Morata e Dybala. Tutta la vita, attualmente, Cuadrado a destra che Hernanes dietro le due punte".

In campionato, Juve sempre favorita? E delle altre chi ti sta convincendo di più?

"La Juve arriverà in fondo, ma non so se vincerà. Mi piace molto la Fiorentina di Paulo Sousa e il Napoli di Sarri. I partenopei, pur con l'idea del trequartista, hanno capito che Insigne a sinistra è devastante e giustamente l'allenatore intelligente mette i giocatori migliori dove rendono meglio. Stanno andando fortissimo, ma il campionato è lungo. Se la Juve non si fosse rialzata, avrei avuto qualche preoccupazione. Anche se le altre si sono rinforzate, stanno tornando ad avere quella fame che hanno contraddistinto i bianconeri negli ultimi quattro anni. Adesso vedo molta cattiveria e molta tensione in senso positivo; e gli schiaffi presi hanno fatto bene agli uomini perchè così si sono rimboccati le maniche. Alla Juve, di uomini, ce ne sono tanti. Ribadisco: se negli ultimi trenta metri i loro uomini chiave daranno di più potranno vincere ancora lo Scudetto, ma non in maniera netta come accaduto negli ultimi due anni".

La maledizione dei vice campioni d'Europa sembra colpire anche questa Juve come fece con la tua. Credi sia solo un'analogia?

"La cosa bella del calcio è che ogni anno è una storia a se. Non sai come i giocatori possano incastrarsi tra di loro, e questa è la cosa più difficile per un allenatore. E Allegri credo non abbia ancora trovato gli incastri giusti con I tanti giocatori nuovi; le partite di campionato trascorrono e il mister non ha ancora trovato un assetto chiaro, pulito e semplice. Ecco perchè la frase ribadita più volte in ogni inizio stagione 'si riparte da zero' è veritiera".

Come la vedi la sfida con l'Inter? E che ricordi hai di quella sfida da calciatore?

"La vedo eccitante, difficile, stimolante, equilibrata. L'Inter ha comprato tanto ed è sempre la solita squadra che ha tanta pressione sulla Juventus perchè è una sfida che ha tanta rivalità storica. Sarà una partita tosta e difficile, incontrerà un avversario in casa sua avvelenato per i motivi che conosciamo e vediamo se i bianconeri avranno la forza mentale per reggere. I bianconeri sono in crescita, questo match può dare ulteriori sicurezze e ritengo che abbiano le potenzialità per far bene e vincere. Sono fiducioso. Ricordo lo Juve-Inter del Delle Alpi in cui segnai, ma son sempre state partite difficili. Ricordo tanta pressione per entrambe le squadre, l'Inter in casa ci ha sempre messo in difficoltà. C'era sempre una forte linea di tensione. Svolta nell'1-1 del 2002? Sì, anche questa potrebbe essere una partita della svolta. Anche se perdesse la Juve potrebbe mettersi in carreggiata nuovamente, ma la vittoria potrebbe dare un segnale forte alle altre".

Vedi somiglianze tra le tue Juve del passato e questa di Allegri?

"La notavo più lo scorso anno. Quella Juve con Pereyra mezza punta e Tevez seconda punta mi ricordava più la Juve di Lippi quando arrivò Nedved. Più fisica, più elettrica. Quella di quest'anno è simile a quella con Zidane quando in panchina c'era Ancelotti, con una Juve più ragionatrice e meno intensa. Più di fioretto, che gioca con tanti giocatori di qualità come Dybala, Cuadrado e Hernanes".

Se dovessimo paragonare i giocatori attuali o anche quelli del passato con il cartone animato "Holly e Benji"...

"Ricordo molto poco quel cartone animato. Ma di giocatori che con la loro passione fanno innamorare i bambini non posso che citarti Gigi (Buffon ndr). La Juventus, con il suo acquisto, ha trovato davvero un tesoro negli anni. E' un giocatore che fa innamorare tutta l'Italia, non ho mai visto una persona parlar male di lui. Lo stesso per Zanetti dell'Inter. Se il bambino si identifica in un attaccante come non ricordare Nedved che era un giocatore furente. Un moto perpetuo. Zidane che era più un calciatore esteta o Del Piero che aveva più qualità. Questi nomi sono quelli che fanno la storia del calcio e sono quelli che fanno innamorare i bambini o i grandi. Ti identifichi in loro, sono idoli internazionali che non hanno maglie".

Quali ricordi hai del tempo trascorso a Torino? E gli allenatori da cui hai appreso di più?

"Di allenatori ne ho avuti tanti bravi. E' difficile sceglierne uno, ma con Lippi e Ancelotti ho avuto anche un rapporto che è andato fuori dal campo. Mi sono davvero trovato bene. Mi ritengo onorato e fortunato di aver fatto parte della famiglia Juventus, con Agnelli in primis che è sinonimo di garanzia e di mentalità vincente. Solo chi non ha giocato nella Juve non può capire quella maglia, ma la cosa più importante è la mentalità sia rimasta nonostante la partenza dei giocatori".

Si ringrazia per la cortesia e la disponibilità l'addetto stampa della U.S. Pergolettese 1932 e Alessio Tacchinardi.