DA ZERO A DIECI: DALLA DISATTENZIONE FATALE AL CAPOLAVORO DA DIECI

03.03.2015 13:05 di Massimo Pavan Twitter:    vedi letture
DA ZERO A DIECI: DALLA DISATTENZIONE FATALE AL CAPOLAVORO DA DIECI
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© foto di Federico Gaetano

Un punto si cercava e un punto è arrivato, obiettivo raggiunto, questo il riassunto della gara della Juventus con la Roma, obiettivo ottenuto al termine di una partita attenta e perfetta per 70 minuti, giocata senza concedere nulla agli avversari. Il problema, arriva nel finale quando una disattenzione permette il gol di Keita ed il pareggio della Roma e scombina i piani bianconeri, lasciando l'amaro in bocca.

VOTO ZERO: come gli errori che bisogna fare per vincere. La disattenzione sul gol di Keita, con deviazione di Marchisio è grave e condiziona il finale di gara.

VOTO UNO: come i tiri oltre al gol subiti da Buffon in tutta la gara, andare a Roma e non prendere tiri è un'ottima notizia.

VOTO DUE: come i totem abbattuti in un solo colpo da Garcia, Totti e De Rossi sostituiti, la caduta degli dei, o se preferite di due re di Roma

VOTO TRE: come i contropiede sbagliati nel primo tempo. Si potevano gestire meglio alcune situazioni, si poteva arrivare in porta scegliendo soluzioni più efficaci.

VOTO QUATTRO: a Torosidis. Lascia la squadra in dieci in un momento topico della gara, era stato già graziato nel primo tempo per un brutto fallo su Vidal.

VOTO CINQUE: a Garvinho e Ljajic. Nel primo tempo non ne azzeccano una, l'ivoriano si risveglia nel finale, ma è troppo tardi, partita insufficiente.

VOTO SEI: a Pereyra. Gioca bene quasi in tutte le situazioni, ma gli manca lo spunto in zona offensiva e purtroppo vede pochissimo la porta.

VOTO SETTE: a Vidal. Il migliore del centrocampo, sbaglia qualche passaggio, ma corre molto e recupera un'infinità di palloni, tenta la sortita in avanti e ci sembra proprio che sia questa la sua posizione ideale, non come trequartista.

VOTO OTTO: ai primi settanta minuti della Juventus. I bianconeri compiono per tre quarti di gara i compito studiato a tavolino, peccato che manchi il finale per rendere la partita perfetta.

VOTO NOVE: alla classifica. Sorride sempre, più nove a tredici dalla fine è un vantaggio sufficiente per rendere più che reale e a prova di suicidio il quarto scudetto consecutivo che a inizio stagione sembrava al limite dell'utopia.

VOTO DIECI: a Tevez. Inventa una parabola che rimarrà nel ricordo di molti, tra Zidane e Platini, passando per Del Piero, la storia recente dice Pirlo ma Tevez lo imita alla perfezione, una pennellata d'autore sullo scudetto che fa sognare.

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