Cari giocatori, a Cardiff noi c'eravamo. Siete voi, gli assenti ingiustificati del secondo tempo

Le sconfitte fanno male, le umiliazioni sono lame nello stomaco.
05.06.2017 15:00 di  Enrico Danna   vedi letture
Cari giocatori, a Cardiff noi c'eravamo. Siete voi, gli assenti ingiustificati del secondo tempo
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La sconfitta fa male e brucia. Oggi, ancora di più, se possibile. Quello che è successo a Torino, poi, in Piazza San Carlo, è talmente assurdo e surreale da far apparire questa coppa ancora più maledetta di quello che è da sempre (a proposito, un pensiero e l'augurio di pronta guarigione a tutte le persone coinvolte). Tornando alla partita, però, c'è qualcosa che fa ancora più male della sconfitta (perché perdere ci sta e fa parte del gioco), ovvero il modo in cui è maturata e le dichiarazioni post gara di alcuni dei nostri giocatori. Per cortesia, il silenzio, in questi casi, sarebbe d'oro. Siamo già stati umiliati sul campo, prima ancora che dal Real Madrid, dall'atteggiamento assente e passivo dei nostri nel secondo tempo. Evitate, per favore, di rincarare la dose. Frasi del tipo “Abbiamo dato tutto”, oppure “Ci siamo sciolti alla prima difficoltà, pensavamo di fare meglio”, e bla bla bla, tenetele in naftalina. Ci avevate chiesto il nostro sostegno. Ci avevate chiesto di esserci. Bene: noi c'eravamo. Ci siamo fatti chilometri e giorni di viaggio per arrivare a Cardiff e, onestamente, non meritavamo un atteggiamento simile da parte vostra, cari campioni sulla carta. A Berlino vi avevamo salutati con applausi scroscianti, perché sul campo avevate dato tutto e perso con onore. A Cardiff, no. L'onore l'avete lasciato negli spogliatoi, come gli attributi, tra la prima e la seconda frazione di gara. Il Real è forte, fortissimo, ma se non ci metti il cuore, la grinta e la determinazione, allora non ci sono speranze. Tutto quello che è stato fatto per arrivare a Cardiff, alla luce di quanto accaduto sabato sera, è stato inutile, perché noi non festeggiamo secondi posti o trofei morali. “Vincere è l'unica cosa che conta” vale sia in Italia che in Europa. E, lasciatecelo dire, visti i risultati, in Europa non contiamo proprio nulla.

Almeno perdere con onore, però. Nemmeno questo. Se aveste dato tutto, come avete detto, sareste dovuti uscire dal rettangolo di gioco sulle ginocchia. Non pare che ciò sia accaduto. Quindi, invece di produrvi in sterili e banali dichiarazioni, spiegateci cosa è successo realmente in quei 15 minuti di intervallo. Questo, ce lo dovete. La verità, non frasi di circostanza. Perché chi ama, si arrabbia, ma poi comprende. Così, invece, è molto difficile capire ed accettare. Forse se qualcuno di voi avesse fatto il viaggio di ritorno in pullman, avrebbe capito un po' di cose. Quelle cose che, altrimenti, non potete giustamente capire. La stagione è stata ottima, Poteva essere straordinaria. Quei 45 minuti finali, purtroppo, offuscano, ad oggi, molto del bello che c'è stato prima. Nemmeno nei peggiori incubi era immaginabile un finale così, una umiliazione simile. Questa volta gli applausi proprio non ve li siete meritati. E, immaginiamo che ne siate pienamente consapevoli. Poi, come sempre, le ferite di rimargineranno e, il popolo bianconero sarà al vostro fianco. Fino alla fine (anche se sabato ve lo siete scordati questo motto): l'amore e la passione per i nostri colori saranno sempre e comunque più forti di tutto e tutti.