6 UN MITO

24.05.2017 13:45 di Caterina Baffoni   vedi letture
6 UN MITO
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

"Vinci il tuo nemico e sei forte, ma se vinci te stesso sei invincibile": Così tuonava una frase famosa di Lao Tzu, perfetta per descrivere Madama. Questa è la Juve dei record, capace di battere se stessa e superare quella del quinquennio d'oro degli anni Trenta. Una cavalcata trionfale cominciata nel 2011 con Antonio Conte e conclusa sotto la guida di Massimiliano Allegri: pioniere dello stakanovismo bianconero. Nel ciclo dei record della Signora, pensate che c'è anche l'anno dei record: è la stagione 2013-2014, quella dei 102 punti e del terzo scudetto dell'era Conte. Ma anche negli altri campionati la media tenuta dai bianconeri è stata impressionante. E nel 2015-2016, con 15 vittorie consecutive, 24 vittorie in 25 partite, la Juve è riuscita a rimediare a una partenza disastrosa culminata a Sassuolo e a coronare una storica rimonta. Per due volte, nelle sei stagioni d'oro, la Signora ha dominato il campionato dall'inizio alla fine, occupando la testa della classifica per tutte le 38 giornate, mentre per le altre non c'è stato niente da fare se non incrementare illusioni su illusioni.
Tanti assi, tecnica e fisicità, ma anche un gruppo senza crepe e sempre incredibilmente affamato di successi; difesa inossidabile e muro invalicabile, attaccanti di razza e spietati, la classe cristallina di Dybala, che è sbocciato definitivamente, e la potenza di Higuain, la capacità di farsi scivolare addosso le polemiche esterne, il carisma e la professionalità unica di Buffon e Bonucci, echi più ne ha e più ne metta. Il tutto, condito dalla guida sicura di Allegri: sono questi gli ingredienti di una superiorità mentale più che fisica, schiacciante. Un sistema di gioco unico che utilizza i giocatori al massimo delle loro potenzialità ed i risultati si sono visti, dato che questa squadra è diventata leggendaria.



Le basi del gioco di Madama trovano le proprie fondamenta nel giro palla, pressing a zona e continuo movimento senza palla. L'obiettivo è stato quello di creare un calcio che in Italia non si era mai visto, cullato dall'idea di dominare la partita in ogni situazione; e non importa se si gioca in casa oppure in trasferta. Max Allegri è riuscito a convincere i propri giocatori di essere la squadra più forte e di poter vincere in ogni momento. Senza tralasciare il fatto della capacità del tecnico toscano di trarre il massimo vantaggio e beneficio portato dalla possibilità di variare atteggiamento, anche a gara in corso.  In caso di netta superiorità tecnica, contro avversari chiusi a riccio, l'atteggiamento della Juve è stato nettamente più che propositivo, con un palleggio spesso esteticamente bello anche per chi non giudica Allegri tra i migliori allenatori in circolazione e che forse si sta già ricredendo. Ma, ovviamente, tutto questo non sarebbe valso a nulla se non avesse portato alla vincita dell'ennesimo trofeo in casa bianconera.
Quando si parla di storia del calcio, molto spesso si pensa ad una storia lontana e che si potrebbe perdere nella memoria del tempo, o magari si può pensare a leggendarie scommesse sportive. Eppure, questa volta, basta semplicemente dare uno sguardo ad oggi, ad una squadra davvero "mitica", nel senso stretto del termine "Mito", di una squadra che a gamba tesa è entrata di diritto nella storia del calcio italiano, capace di segnare un'era del tutto nuova segnata da un dominio indiscusso e da una voglia di vincere che ogni anno si rinnova sempre di più.
Passeranno ancora molte "Juventus", che cambieranno pelle negli uomini e avranno nature diverse, ma che punteranno tutte ad un unico e quanto mai inevitabile fine: la vittoria. Scrivere la storia è per pochissimi, si sa, ma solo qualche privilegiato avrà l'onore di entrare nella dimensione inesplorata ed inesplorabile della leggenda. 
Un impossibile che sta prendendo corpo, che abbiamo l'onore di vivere oggi, e che chissà che non possa culminare in quella cittadina del Galles il 3 Giugno. 
Ai posteri l'ardua sentenza e, magari, la gloria eterna,