15ª g.) Juventus 3 Torino 0 (Stagione 2012-2013)
Ciao Piedone, ciao Bambino!
È troppo bello, il derby ritorna dopo qualche anno e ne usciamo vincitori, grazie tre reti segnate al Toro nella seconda frazione di gioco. Le reti sono segnate dai ragazzi della primavera juventina, opera della lungimiranza di Luciano Moggi, infatti Marchisio, Giovinco e De Ceglie facevano parte della primavera bianconera nel 2006, anno dello scoppio di Calciopoli, che permise all’Internazionale FC di diventare una presunta squadra di calcio e non più una banda di suonatori di flamenco. Ma lasciamo perdere le divagazioni, possiamo dire che quell’evento nefasto ci ha portato in serie B, ci ha fatto perdere uno squadrone invincibile, ma ha permesso a ragazzini come Marchisio e Giovinco di poter accedere alla prima squadra, altrimenti si sarebbero persi nel gioco di prestiti e riprestiti come è accaduto a molti campioncini prima di loro. Brutto lo striscione della curva che ricorda la sciagura di Superga, ci sono degli eventi sui quali non si deve scherzare o farneticare. Il Toro di Ventura gioca in dieci per l’espulsione di Glik al 30’ del primo tempo, autore di un’entrata a piede teso su Giaccherini. La partita non l’ho seguita, seguendo la Fedeltà alla Linea, verso le 22 e trenta mi è arrivato un sms del Vate che mi annunciava: “Marchisio e…Juvinco”. Ho seguito Sabato Sprint sulla Rai, c’era Dossena che accoglieva le timide proteste sulla espulsione del giocatore granata da parte di Ventura. Antonio difendeva con ardore le ragioni della squadra de Il Capitano, che ha seguito per l’ultima volta la partita, chiuso nel box. Dalla prossima partita contro il Palermo, ritornerà, finalmente, in panchina. Tutti auspicano la caduta della capolista in Trinacria, soprattutto il Napule di Mazzarri, che non nasconde i suoi sogni tricolori, appoggiati da tanti organi di stampa; l’Inter di SuperStrama che supera i siciliani dell’ex Gasperini grazie alla vena autolesionistica del Sergente Garcia e il Milan del Motivatore, che espugna Catania grazie ad un segnalinee distratto. È strano che quando sia ritornato il Signor Bonapezza, le sviste arbitrali ai favore degli uomini di Allegri sono aumentate a dismisura.
A scuola dopo un’interrogazione basata troppo sulla memoria, una ragazzina marocchina mi ha chiamato razzista, perché a lei aveva dato solo un sei e mezzo all’interrogazione, mentre ad un’altra ragazza ghanese avevo dato sette. Sono rimasto seduto alla cattedra senza reagire, gli altri studenti la hanno apostrofato in tutti i modi possibili. Talvolta il cercare di essere più o meno coerenti con le proprie idee, causa disastri ambientali e morali. Da Cristina, uno studente albanese alla fine della lezioni, le ha confessato di essersi vergognato molto per le immagini televisive legate ai festeggiamenti dell’indipendenza albanese. Era stata preparata una torta gigantesca da una ventina di cuochi. Al momento del taglio della torta la folla ha superato le transenne e si è lanciata sulla prelibata creazione degli artisti dell’arte culinaria, usando delle palette per raccogliere i pezzi caduti per terra, mentre altri saltavano con le scarpe sui tavoli che sorreggevano la torta e la mangiavano riempiendosi le mani di dolcezza. Alle loro spalle altri meno intraprendenti, ma altrettanto dotati di spirito organizzativo, estirpavano le piante dai vasi e le riponevano in capaci busta di plastica. Avrebbero adornato i giardini o i balconi delle loro case. Nessuna notizia è giunta dai mille agnellini provenienti dall’Italia, che sarebbero dovuto essere sgozzati in piazza, tra le vivaci proteste degli animalisti.
Aldilà dell’oceano nella terra dei canguri, il Sidney di Alex pareggia in casa con il classico punteggio a reti bianche, ma il numero dieci italiano si infortuna e deve uscire al 68’. La squadra rimane sempre all’ultimo posto in classifica. Il Vate nelle sue divagazioni telefoniche tra il libro di Saramago letto e le condizioni del tempo, la fiorentina di 750 grammi cucinata al barbecue, mi ha detto che i tifosi allo Juventus Stadium cantano in onore di Mario Suma, tifoso milanista: “Din-Don, Din-Don, Din-Don intervengo da Cesena/ Ma però nessun goal”.
Ottavi di finale alle diciotto del pomeriggio, l’estate ci regala l’afa consueta di questo periodo. A casa ci sono anche Gregorio e Maria Teresa. C’è un’attesa reale e le bandiere sventolano al balcone delle case in ogni quartiere. Tonino della video indossa la maglietta degli azzurri, secondo i dettami della scuola Conte. Vedo la partita in cucina insieme a Michelinho, Giginho legge un Topolino Classic e Gregorio guarda i cartoni. Domenica pomeriggio Enzino è andato al mare, dopo aver mangiato un piatto di pasta e ceci. Poi bombardieri su Lido La Fonte, località 117. La Spagna ha un giuoco classico, fatto di tocchetti a centrocampo e furiose accelerazioni. Teniamo bene e la difesa regge. Il signor arbitro, il turco Cakir, non è molto in forma. Sergio Ramos andrebbe almeno ammonito. Un paio di parate del portiere iberico e su una punizione dal limite di Eder, irrompe Giacchierinho che viene abbattuto. Sinistro, quasi sulla linea, di Chiellini e l’Italia passa in vantaggio. Non assisto al secondo tempo, vado al cinema con i bambini a vedere Civil War. Cinque spettatori in tutto, comprese quattro scatole di Pringols e quattro lattine di coca cola. Mi distraggo, seguo le imprese di Steve Rogers e Tony Stark. Affascinante la Vedova Nera. Maria Teresa va al bagno, seguita da Gregorio. la chiusura è di Giginho. Ad un tratto entra Vincenzo e mi comunica il risultato finale: Italia 2 Spagna 0. Esultiamo. Al mattino dopo incontro Enzino con Sir John David Papuzo e il messia del calcio castrovillarese, secondo la definizione de Il Tonio, pronostica che l’avventura di Conte sulla panchina del Chelsea durerà solo due mesi. L’Islanda supera la perfida Albione e l’altra sera ho incontrato il Vice Procuratore della Repubblica con a spasso il suo cane di razza cinese. L’ho guardata, ma lei ha chinato il capo sul cell. Serata andata via in modo uniforme, senza sussulti, tranne la visione di Micòl, dalla pelle semidorata.