Venticinque nomi per il mercato della Juventus. E potrebbe non arrivarne nessuno: attenzione ai titoloni. Juve, prendi esempio dal Leicester. E da te stessa

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga. Sedicente avvocato e dottore di ricerca; scrive sul computer, sull’iPad e sui fogli di carta. Ma anche su TuttoMercatoWeb.com
03.05.2016 01:00 di  Ivan Cardia  Twitter:    vedi letture
Venticinque nomi per il mercato della Juventus. E potrebbe non arrivarne nessuno: attenzione ai titoloni. Juve, prendi esempio dal Leicester. E da te stessa

Portieri: Sirigu, Marchetti.

Difensori: Benatia, Rodrigo Caio, Widmer, Keita, De Sciglio, Vermaelen, Mustafi, Christensen.

Centrocampisti: Isco, Witsel, Oscar, Zielinski, Diawara, Herrera, Gomes, Götze, Touré.

Attaccanti: Berardi, Cavani, Benteke, Lukaku, Lapadula, Caprari.

Non è impazzito nessuno, né si va costruendo un nuovo dream team del calcio europeo. Quelli appena elencati sono venticinque calciatori. Venticinque, come i componenti dell’attuale rosa della Juventus fresca vincitrice del suo quinto Scudetto consecutivo. Il fattore comune? Sono stati tutti accostati, in tempi più o meno recenti, alla Vecchia Signora per il mercato estivo. Tanti nomi, troppi nomi: alcuni potrebbero fare al caso dei bianconeri, qualcuno potrebbe davvero arrivare, ma non tutti. E qui arriviamo al punto: la Juventus ha il miglior quadro dirigenziale d’Italia, senza troppi giri di parole e senza nessuna piaggeria, perché si dà del pane al pane e nulla di più. Bravi sia nell’operare sul mercato che nel nascondere i propri obiettivi a chi legittimamente tenta di saperne qualcosa in più, vale a dire all’ampio e variegato mondo dei giornalisti sportivi. Che, ivi compreso chi vi scrive, un po’ per necessità e un po’ per intraprendenza, cercano di trovare indizi ove difettano prove e di svelare i retroscena del mercato juventino. Peccato che questi, poveri noi, nella stragrande maggioranza dei casi restano segreti. Il riscatto di Mario Lemina è emblematico: non vi erano dubbi che il centrocampista francese avesse convinto la Juventus. Che il suo acquisto fosse più che probabile, complici le difficoltà finanziarie e societarie dell’Olympique Marsiglia, era risaputo. Ma fino al momento dell’annuncio ufficiale nessuno si era sbilanciato annunciandone la sua imminenza, per il semplice fatto che pochi, o forse proprio nessuno, sanno davvero cosa succede nelle stanze dei bottoni di Corso Galileo Ferraris. Qualche anno fa, Moggi andava a Marsiglia per visionare un obiettivo di mercato e diceva ai colleghi di essere lì per Domoraud, poi meteora all’Inter; senza alcun paragone su altri fronti, anche Marotta e Paratici qualche trucco del mestiere lo conoscono. Guardate pure la Luna, mentre noi prepariamo lo sbarco su Marte. Chapeau alla Juve, allerta ai lettori: conviene diffidare quasi sempre dei nomi che circolano. Non perché chi ve li propone faccia male il proprio mestiere, ma perché chi li deve acquistare è bravo nell’occultare i propri piani. Tessuta la lode dell’apparato dirigenziale bianconero, sia nell’elaborare strategie di mercato che nel tenerle nascoste, qualche tasto dolente c’è. Perché a volte converrebbe anche dare ascolto a un’indiscrezione di mercato, che se non sempre ha un fondo di verità, può avere valenza di suggerimento. L’anno scorso si immaginava una Juventus tesa alla caccia di un 10, inteso come ruolo prima ancora che come numero di maglia, in grado di alzare il tasso di qualità della squadra, soprattutto in ambito europeo. Sono arrivati Cuadrado e Hernanes: il primo ha avuto un ottimo impatto, ma con caratteristiche tecniche non del tutto conciliabili con l’idea di gioco preferita da Massimiliano Allegri, che, al netto delle dichiarazioni, di un trequartista di livello lo voleva e lo vorrebbe eccome. Il secondo è stato, per ammissione dello stesso Marotta, una seconda scelta, per quanto comunque relativamente proficua. La storia della stagione lo testimonia: col Bayern Monaco si è sfiorata la qualificazione, ma di fatto è mancato il salto di qualità in Champions League. Nessuno dubitava che la Juventus fosse ormai una grande del palcoscenico continentale: provate a inserire Real Madrid, Barcellona o lo stesso Bayern in Serie A, i risultati sarebbero gli stessi di quest’anno. Ma la squadra bianconera ha perso un’ottima occasione, in una stagione in cui oggettivamente tutte le big d’Europa hanno le loro difficoltà e alle semifinali di ritorno non vi è una seria e indiscussa pretendente al titolo, come invece era il Barcellona l’anno scorso. Attenzione quindi: bravi, bravissimi i dirigenti della Juve. E ai lettori conviene diffidare dei titoli sul prossimo colpo di mercato bianconero. Ma, qualche volta, chi cerca l’indiscrezione trova un suggerimento e in quel caso qualche titolo potrebbe fare comodo a Marotta & Co.

Come potrebbe fare comodo prendere esempio dalla vera notizia di serata: il successo del Leicester in Premier League, il primo in 132 anni di storia delle Foxes. Una storia di riscatto e di sorprese: difficile immaginare la Juventus come il Leicester d'Europa, sarebbe irrispettoso nei confronti della storia bianconera. Ma Ranieri e la proprietà thailandese hanno costruito una delle pagine più belle di questo sport facendo leva sulla voglia di giocatori in cui nessuno sembrava credere più: Vardy, Mahrez, Kanté. Kasper Schmeichel era dalla parte sbagliata di quel cognome e invece ora può guardare il padre quasi da pari a pari. La Juventus è rinata nel campionato italiano allo stesso modo: con Barzagli preso a 300 mila euro dal Wolfsburg. Con Pogba quasi scartato dal Manchester United, con Pirlo sicuramente scartato dal Milan, con bomber non troppo pubblicizzati come Alessandro Matri e Mirko Vucinic, oltre ovviamente a Fabio Quagliarella. Con la capacità, insomma, di fare affari dove altri non riuscivano a vederli. La stessa ricetta può essere ancora applicata: Cavani può essere anche un sogno, ma a volte la fame agonistica fa più delle qualità teoriche, destinate per sempre a restare sulla carta. Ci pensi la dirigenza, ci pensino i tifosi: dovesse arrivare un nome meno altisonante, non vorrebbe dire puntare al ribasso. Il Leicester insegna.