SOTTOBOSCO - Il "vizio" di Andrea Agnelli

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
09.04.2017 16:00 di Andrea Bosco   vedi letture
SOTTOBOSCO - Il "vizio" di Andrea Agnelli
© foto di Andrea Bosco nella foto di Mariangela Me

Spiegava l'Avvocato che Omar Enrique Sivori era un “vizio“. Adesso è ufficiale:  anche Andrea Agnelli ha il suo “vizio“. Si chiama Paulo Dybala e  sul campo fa cose simili a quelle che esibiva  ogni domenica, l'Angelo dalla Faccia Sporca. Per chi ama il calcio, Paulo Dybala contro il Chievo è stato un gioia per gli occhi. La Joya ha ricamato dribbling, veroniche , accelerazioni palla al piede, inutilmente braccato dagli  avversari. Ha trovato una strada verso la porta, nell'azione che ha portato al primo gol di Higuain. Là dove non sarebbe passato neppure un foglio di giornale. Doppia finta di corpo per entrare in un pertugio:  un paio di passi, poi lo scodellamento a ritroso per il tap-in angolato di Higuain.

E se il sombrero duettando con Cuadrado, o il tunnel al volo per mettere in area avversaria ancora il colombiano, sono state magie da Silvan, la difficoltà tecnica nell'azione del secondo gol ha accontentato i palati fini: dribbling dentro all'area, finta di corpo ad illudere l'avversario che avrebbe concluso di sinistro, la palla che continua a correre e in una frazione di secondo passa sul destro che libera  Lichtsteiner per l'imbucata che esalta  per la seconda volta Higuain.

Non ha segnato Dybala, ma ha scavato smeraldi di folgorante bellezza. Nessun fuoriclasse con il suo talento, macina - grazie ad una grande capacità aerobica - tanti chilometri nel corso di una partita quanti Dybala. Un poco Messi e molto Sivori: un connubio letale. E un compagno, Higuain, che si esprime con la medesima sintassi calcistica. La cosa più incredibile  di Higuain, riavvolgendo il film di Juventus – Chievo, è stata la girata in un millesimo di secondo verso la porta dei veneti, con un avversario addosso, la palla piegata dall'alto in basso, shout poderoso che lambisce il palo della porta dei veneti. Solo Ferenc Puskas aveva tempi di esecuzione tanto rapidi e precisi. Non ha nel repertorio il colpo di testa che aveva Charles, il Pipita . Ma ha piedi migliori del gallese. E la coppia Hd, per come si cerca, per come si intende, sembra  davvero simile a quella della Juve di Umberto, il papà di Andrea.

Ne ha messi 21 in campionato, finora, il Pipita Gonzalo, senza tirare rigori e punizioni. Era dai tempi di Sivori e Charles che un attaccante non varcava - a questo punto della stagione – quota venti reti. Manca il Boniperti della situazione, il “cervello“ di quella Juventus, spettacolare come poche altre nella sua lunga storia. Tocca a Marchisio. La posizione in campo è quella. Sta recuperando alla grande, il Principino dopo l'infortunio. Dopo il leader di Barengo, dopo l'immenso Pinturicchio, tocca a lui il passaporto di “uomo chiamato Juventus“. Corre, sgambetta, segna ed illumina fin da quando portava i calzoni corti. Sempre (tranne una stagione per prepararlo al grande scenario, con l'Empoli) con la maglia a strisce bianconere. Talmente “gobbo“ nei globuli, Marchisio, da avere fin da lattante, due avversari da punire: il Toro e l'Inter. A un giocatore della Juventus, nessun tifoso juventino potrebbe chiedere di più. I cugini e gli “inimici“ .

Paulo Dybala avrà prestissimo una grande duplice occasione: prendersi lo scettro della Pulce Lionel Messi con gli occhi del mondo pallonaro addosso. Messi è sempre un fenomeno, ma un poco meno di un tempo: gli anni, inesorabilmente, passano per tutti. Dybala è il nuovo messia dell'Argentina. Uno accolto dai Messi, Mascherano, Higuain, Tevez,  Aguero, Di Maria, a braccia aperte fin dal primo allenamento .

 Sivori è stato come Garrincha, qualche cosa di irripetibile. Non il più forte: meglio di lui (anche se lui in cuor suo pensava il contrario) Pelè e Maradona. Ma che tanto, di lui, si sia trasferito sul  bimbo con la faccia da killer, che  come lui, gioca con i calzettoni arrotolati, è evidente. Non c'è juventino con i capelli grigi, gente che ha visto Baggio e Del Piero, Platini e Zidane, Pirlo e Tevez che sugli spalti, non si dica, quando la gara si fa complicata: “ci fosse il Cabezòn!“. Un amore  transitato di generazione in generazione. Omar Sivori è sempre, lì: scolpito nei cuori del popolo bianconero. E allora non è temerario azzardare che lassù, nel paradiso della gente di calcio (dove probabilmente Omar continuerà a dire all'amico Alfredo Di Stefano“ Ero più forte io: ti rammenti quella notte al Bernabeu?“)  per concessione  del Padreterno, l'intatta autorità dell'Avvocato, abbia ottenuto il trasferimento delle cellule di Sivori nel corpo di Dybala. Certi amori non finiscono. La gente della Signora, meritava, di poter riavere, uno così. Paulo Dybala è il “prescelto“. Nessuno è come lui. “La differenza tra gloria reale e fittizia - spiegava Byron -  sta nel sopravvivere nella storia o in una storia“.  L'Angelo con la faccia sporca, da tempo si è presa la sua fetta di immortalità. La Joya, decisamente, si è portata avanti col lavoro .