SOTTOBOSCO - Anche stavolta non se l'è sentita. Errori sì, ignoranza no. Lo stile di Allegri e della Juve. E per qualcuno non era rigore. Marotta, hai visto Conti?

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
30.04.2017 00:50 di  Andrea Bosco   vedi letture
SOTTOBOSCO - Anche stavolta non se l'è sentita. Errori sì, ignoranza no. Lo stile di Allegri e della Juve. E per qualcuno non era rigore. Marotta, hai visto Conti?
© foto di Andrea Bosco nella foto di Mariangela Me

NON SE L'E' SENTITA

Non se l'è sentita. Come l'altra volta in Juventus – Genoa.

 Marco Guida, internazionale di Torre Annunziata, tifoso del Napoli e del Savoia, è tornato a far parlare di sé. Alcuni anni fa fece incazzare  Antonio Conte e Beppe Marotta, per un rigore negato alla Juventus allo Stadium nelle fasi finali di Juve – Genoa (un giocatore del Grifone che stoppa male la palla su un cross teso dal fondo e dal piede la fa schizzare sul braccio allargato. Evidente l'interruzione della traiettoria).

Guida, alla fine confesserà: “Non me la sono sentita“. Le polemiche si sprecheranno per settimane

In Atalanta – Juventus il bis. Calcio di punizione, batte Pjanic, si elevano Bonucci e Toloi, l'atalantino volontariamente intercetta la palla con un pugno in area di rigore. Sfera che scivola  successivamente verso Mandzukic. Che la arpiona ma la spedisce fuori. Tutto lo stadio ha visto. Tutti, tranne Guida. Che però viene indirizzato dall'arbitro di porta Rizzoli. Il labiale non lascia dubbi: “E' mano“. Guida indica il dischetto. Ma un secondo dopo si “ravvede” e assegna un fuori gioco inesistente. A condizionarlo, via radio, l'arbitro laterale di destra. Si chiama Riccardo Di Fiore della sezione di Aosta. La gara in quel momento è in parità. Si riprende con un calcio di punizione per gli orobici.

BERGAMO FOTOCOPIA DI MILANO

Alla Juventus (2-2 il risultato finale) va anche di lusso. Particolare in più o in meno, l'episodio di Bergamo è la fotocopia di quanto accaduto al Meazza in Milan – Juventus . Gol (valido) annullato a Pjanic per un fuorigioco inesistente di Bonucci. Allora la “visione“ (che indusse all'errore Rizzoli che correttamente interpretando la bandierina dell'assistente laterale di destra, abbassata e puntata verso il centro del campo, aveva convalidato la rete) fu dell'arbitro di porta Davide Massa. Via radio Massa comunicò di aver visto  "altro“.

A dire il vero si “presume“ sia stato (per esclusione degli altri) Massa. Il gran capo dei fischietti Nicchi, sull'episodio, non ha mai chiarito. Per la cronaca Massa, in tempi più recenti è stato fatto oggetto di gravi minacce da un tifoso milanista per un altro episodio. Dopo settimane di indagini il “tifoso“ (si fa per dire) è stato per fortuna individuato.

ERRORI SI': IGNORANZA NO

Ora, la cosa preoccupante non è l'errore arbitrale. Ci sta. Gli arbitri sono umani e commettono errori. Ma in questi due casi (Milan- Juventus e Atalanta – Juventus) non c'è errore che tenga. Errore è (forse) quello di Guida in Juventus- Genoa. Questo di Bergamo è altro.  Ci sono “internazionali“ che non conoscono il regolamento. Sono ignoranti: ignorano la grammatica del loro lavoro.

Arbitri che il designatore manda a dirigere anche dopo conclamate vaccate. Tipo quella confezionata da Guida e Di Fiore. Un conto è sbagliare, un altro è non conoscere il regolamento. Massa come “punizione“ ritornò una settimana dopo sul “luogo del delitto“ a dirigere l'Inter. Come se niente fosse. Neppure fermato.

Detto questo, il pari di Bergamo è giusto. L'Atalanta ha giocato un primo tempo splendido mettendo sovente in imbarazzo la Juventus. La quale si è rifatta nel secondo. Ma la Juve ha i suoi demeriti. Un gol preso al 45esimo e uno all'89esimo. Max Allegri non  ha usato perifrasi: “La Juve ha mancato di attenzione. Se lo farà anche nel Principato a Monaco potrebbe subire una pesante lezione“.

STILE JUVE

Non ha commentato l'episodio del mancato rigore, Allegri, perché degli arbitri - per abitudine - non parla. E perché la Juventus ha uno stile assai diverso dalle altre. Non ci sono state proteste. Nessuno ha aggredito in campo Guida. Nessuno ha distrutto negli spogliatoi i vessilli dell'Atalanta. Nessuna interrogazione parlamentare. Per dirla con il titolo della rubrica di TMW Radio, curata dell'amico Nick De Bonis: Juventus Style 

 “Tuttosport” ha titolato in prima pagina “Stile Juve“. Il “Corriere dello Sport“ ha evidenziato nel catenaccio il mancato rigore. La “Gazzetta dello Sport“ ne ha parlato nel sommario.  “Il Corriere della Sera“ ha fugacemente citato la cosa nel resoconto del suo cronista.

Il risultato di Bergamo è equo. La Juventus non avrebbe meritato di vincere. Madama ha fatto un primo tempo molle. Un secondo di corsa. Ma l'errore che ha portato al pareggio bergamasco è stato una topica da matita rossa e blu .

“Parlare di arbitri“ sarà, come ha scritto Brian Liotti anche "l'alibi dei perdenti“. Ma parlare di arbitri, non quando sbagliano (accade) ma quando visibilmente non conoscono il regolamento, è sacrosanto. Anzi è un dovere.

COME MAI ORSATO....

 Magari Nicchi e Messina si convincono che certi “internazionali“ sono stati valutati male. Promossi troppo rapidamente. Come mai Orsato raramente sbaglia? Come mai (al netto delle ridicole proteste dell'Inter nel derby, per il recupero) con Orsato quasi mai ci sono casini? Come mai con Orsato i cartellini gialli sono sporadici e con altri finisce 6 a 5 o anche di più?  Semplicemente perché Orsato è bravo. Anzi è il più bravo. Guida e Massa non lo sono. Punto .

MAROTTA: VISTO CONTI?

La gara ha confermato che Andrea Conti è da Juventus: un gol e Mandzukic tenuto a meraviglia anche dal punto di vista fisico. Spero che la prestazione di Conti abbia convinto anche Beppe Marotta. Idem Caldara, puntuale su Higuain. Sfortunato Spinazzola: un'autorete e una disattenzione sul colpo di testa vincente di Dani Alves .

E POI C'E' MARELLI

Finito? No: poi c'è Marelli.

 Prendo a prestito la popolare trasmissione di Sky “E poi c'è Cattelan“.

Fantasia al limite del surreale. Luca Marelli, avvocato di Como ha arbitrato solo 15 gare in serie A. Esordio nel 2005: nel 2007 la sua carriera finisce dopo un  Ascoli-Treviso.  A vederlo c'è nientemeno che Pierluigi Collina il cui labiale in tribuna a metà gara è una sentenza: “Marelli, basta“. Dismesso a fine stagione, Marelli entra in conflitto anche con il capo-designatore Nicchi. Si difende nel “tribunale“ arbitrale ma la sua difesa non trova credito. Nel 2011 si dimette definitivamente.

 Cosa ha combinato Marelli di tanto grave? Non sono in grado di dirlo. Ma una idea su di lui, commentatore in varie emittenti televisive, me la sono fatta: Marelli vuole stupire.

 Per qualcuno Marelli è la Sacra Rota del calcio: inappellabile.

 Là dove celebrati ex fischietti ( mettiamo Casarin e Cesari,) ed esperti ex campioni (mettiamo Del Piero, Marocchi, Costacurta) hanno evidenziato il clamoroso errore di Guida, ancora una volta Marelli se n'è uscito con qualche cosa di sorprendente.

“Non c'è rigore, perché è il fallo di Bonucci che induce Toloi a colpire con il pugno. Con l'introduzione della Var, dieci arbitri su dieci arriveranno alla mia conclusione“ .

Mecojoni, dicono a Roma .

Servita Madama (e con lei arbitri e campioni) di barba e parrucca. Marelli è una variabile indipendente. Onorando il suo cognome, una calamita che “attira“ le più incredibili  interpretazioni. Chissà, forse Marelli è nato in  terra di Lidia, nella città dove fu rinvenuto il primo magnete.

Avrei una proposta per Nicchi e  Tavecchio: volete mettere pepe al prossimo campionato? Volete che giornali e televisioni parlino per settimane di questo o quell'episodio?  Volete che aumenti l'audience? Affidate la gestione della Var a Luca Marelli: la più stupefacente testa di calcio (copyright Mimmo Pesce) del football nostrano .