Remuntarem, a Barcellona sono certi. Ma questa Juve può non avere paura

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga. Laurea in giurisprudenza, titolo di avvocato e dottorato di ricerca: tutto nel cassetto, per scrivere di calcio. Su TuttoMercatoWeb.com
18.04.2017 00:00 di Ivan Cardia Twitter:    vedi letture
Remuntarem, a Barcellona sono certi. Ma questa Juve può non avere paura


Remuntarem. A Barcellona dicono così, con l'orgoglio o la spocchia dei catalani, ma anche con la convinzione di chi non ha alcun dubbio. Rimonteremo: non c'è spazio per l'incertezza. La tranquillità riecheggia non tanto dalle parole di Luis Enrique - "più facile  con la Juve che col PSG" - metà boutade e metà aritmetica, quanto da tutto il contorno. Il club che su Twitter ricorda le altre prestazioni casalinghe di stagione in Champions (da 4-0 a 6-1, quasi tutte buone per rimontare un 3-0); la tifoseria che prepara l'ennesimo spettacolo del Camp Nou; i giocatori che non sembrano avere troppa pressione. D'altra parte il Barça è mes que un club: può piacere o meno, ma l'aura di grandezza blaugrana, da una decina d'anni a questa parte, non ha eguali in Europa.
La Juve, però, grande lo sta diventando. Lo è già. E può permettersi, se fa la Juve, di non avere paura di nessuno, neanche di questo Barcellona. Prima di tutto, per quello che i bianconeri stanno diventando: solidi, con solo due gol al passivo in Champions, ma non più solo solidi. La squadra di Allegri gioca a calcio: come sa, come è stata costruita, ma non parcheggia il bus. Non deve farlo neanche mercoledì sera, quando avrà di fronte uno spettacolo tanto elettrizzante quanto difficile da fronteggiare: il Camp Nou gremito e convinto che la remuntada sia una certezza. Accettare la superiorità dei catalani, schiacciarsi in maniera passiva a difesa del risultato: questo è l'errore da evitare.

Bravo Allegri a dire che bisogna fare gol; non perché il gol di per sé sia davvero indispensabile, ma perché la Juve deve avere l'atteggiamento da Juve. Che non vuol dire buttarsi all'attacco nella tana dell'orso, ma neanche fingersi morti sperando che non ti mangi. L'equilibrio, in fin dei conti, è la vera caratteristica di questa squadra.
Che poi, e qui ci salutiamo, il Barcellona ha difetti. Bisogna capire se l'eccezione sia il 6-1 storico o la doppia pesante sconfitta fuori casa, ma la squadra di Luis Enrique non è la macchina perfetta del 2015. In serata di grazia può battere davvero chiunque, ma soprattutto perché ha quei tre fenomeni lì davanti. Dietro balla, ha un portiere mediocre e un paio di difensori non da Barcellona. A centrocampo, ha sbagliato gli ultimi due grandi acquisti (Arda Turin e André Gomes), Xavi non è mai stato davvero rimpiazzato e anche quel fenomeno assoluto di Iniesta prima o poi saluterà. Mercoledì torna Busquets, fin troppo sottovalutato, ma nel complesso ci sono tanti alti (altissimi) e però anche parecchi bassi. Il rispetto, in conclusione, è dovuto. Ma questa Juve può non aver paura di nessuno. E poi chissà, la strada che può percorrere verso Cardiff. Intanto, però, va superata la tappa di Barcellona.