Questa Juve è la squadra più forte nella storia del calcio italiano? Futuro, piani variabili ma le idee sono chiare. E a Roma c'è un ninja scontento

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga. Laurea in giurisprudenza, titolo di avvocato e dottorato di ricerca: tutto nel cassetto, per scrivere di calcio. Su TuttoMercatoWeb.com
23.05.2017 00:20 di Ivan Cardia Twitter:    vedi letture
Questa Juve è la squadra più forte nella storia del calcio italiano? Futuro, piani variabili ma le idee sono chiare. E a Roma c'è un ninja scontento

L'emozione di Claudio Marchisio dice tutto. Può un calciatore che ha passato metà della sua carriera a vincere scudetti, emozionarsi per l'ennesimo tricolore? Certo che sì, se ha un valore particolare. Diverso dagli altri, perché unico, irripetibile: sei scudetti non li aveva vinti nessuno. È un dato di fatto, è qualcosa che di per sé basterebbe a iscrivere questa Juventus nelle pagine di storia del calcio italiano. Da ieri, però, mi frulla in testa una domanda: abbiamo visto giocare la squadra più forte in assoluto, nelle storia del nostro pallone?

È una domanda a cui è difficile, quasi impossibile, dare una risposta, e forse non serve neanche. Abbiamo visto l'Inter del triplete, la Juve di Lippi, il Milan degli olandesi e poi di Ancelotti. Chi ha qualche anno in più di me ha visto anche la Juve di Trapattoni, il Napoli di Maradona e magari la Grande Inter. Qualche fortunato arriva al Grande Torino, pochissimi alla Juve del Quinquennio d'oro. Abbiamo visto, noi intesi come calciofili e memoria collettiva pallonara di un Paese, grandissime squadre. I paragoni tecnici non hanno senso: come confrontare il calcio del 2017 con quello del 1949? Facendone a meno, la Juventus di Allegri (e Conte, sono la stessa cosa) ha però esibito un predominio così totale e incontestato sulle avversarie, da far pensare che ci sia qualcosa in più. Il nostro calcio è diverso da quello ricco degli anni '90, per esempio. E sono mancate le milanesi in questi sei anni. Però anche questa squadra e questa società sono figlie del loro tempo: la base di partenza era la stessa delle rivali, eppure la Vecchia Signora le ha annichilite. 

Le manca, inutile prendersi in giro, la ciliegina sulla torta. Vincere in casa è quasi la norma, vincere in Europa quello che serve per dire di essere davvero i più forti in assoluto. La Juve di Allegri, da questo punto di visto, ha tutto per riuscire nell'impresa. Non ha mai tradito le aspettative, ha sempre dimostrato di essere una squadra e non un insieme di figurine, non ha quasi mai sbagliato la partita decisiva. È questo il punto di forza: in tre anni, con sporadiche eccezioni (Bayern Monaco e Barcellona), Allegri ha sempre centrato l'obiettivo. In tre anni ha messo in bacheca tre double, come si usa dire adesso: anche questo, non era mai riuscito a nessuno. Il tecnico livornese, con alcuni elementi dello spogliatoio, è la vera garanzia per Cardiff. Di mezzo, ovvio, c'è il Real Madrid. Mi fa un po' sorridere chi dice che Juve e Real sono al 50/50 di possibilità. È un bel complimento ai bianconeri, ma la verità è che il Real parte ancora un po' avanti. Il Real, nel complesso, è quello che la Juve aspira a diventare. Un insieme di campioni, la cui panchina è una parata di stelle, con la voglia di vincere tutto. Il Real è un re, la Juve il pretendente al trono. E la mattina del 4 giugno speriamo di poter gridare il re è morto viva il re. 

Quello che succederà dopo è una terra straniera, in cui avventurarsi è rischioso. La Juve sta pianificando, ma nel calcio si vive anche di stimoli e ambizioni, oltre che di contratti e di progetti. Tutti da verificare, dopo Cardiff. Nel frattempo, i piani sono suscettibili di cambiare, ma le idee di fondo sono abbastanza chiare. La squadra è forte, va puntellata. In porta, se Neto partirà, arriverà un buon secondo per Buffon, con Donnarumma o Meret come prescelti per il futuro. In difesa arriverà al 70% De Sciglio dal Milan e dovrebbe ritornare Spinazzola dall'Atalanta, utile come alternativa anche più avanti. In attacco, almeno un esterno: Bernardeschi si sta riavvicinando alla Fiorentina, Keita è a un passo dal Milan, Sanchez è quasi un sogno visto il suo ingaggio. Però i nomi sono più o meno quelli. Poi c'è da valutare un'alternativa a Higuain. E a centrocampo? Non l'ho dimenticato, ma lasciato in fondo, perché è quello il reparto in cui ci si può aspettare il grande colpo. Verratti è molto complicato ma intrigante, però un occhio lo si può dare anche al campionato. A Roma, per esempio, parlano di un Nainggolan molto insoddisfatto. Si è sempre espresso contro la Juve, ma due battute nel mezzo di trenta tifosi non possono condizionare un mercato. A Torino lo sanno e infatti ci pensano, con la consapevolezza che il colpo è molto difficile, perché avverrebbe un anno dopo Pjanic e perché il belga piace a tutte le big europee, soprattutto in Inghilterra. Prima, però, c'è Cardiff. Per non essere presi per pazzi quando ci chiediamo: questa Juve è la squadra più forte di sempre nella storia del calcio italiano?