Moby Dick - Turarsi il naso ed andare avanti. Nessuno prenoti il funerale di questa squadra. La Juventus saprà rinascere

Editorialista del mensile "Calcio 2000" fondato da Marino Bartoletti, collaboratore de "Il Riformista". Vincitore del premio "Miglior giornalista di Puglia". Autore delle biografie di Paolo Montero e Antonio Conte.
30.09.2015 01:10 di Alvise Cagnazzo Twitter:    vedi letture
Moby Dick - Turarsi il naso ed andare avanti. Nessuno prenoti il funerale di questa squadra. La Juventus saprà rinascere

Di acqua ne è passata molta sotto i ponti, negli nell'ultra centenaria storia bianconera. Ma la Juventus è sempre rimasta li, in cima ad ogni monte o ad ogni collina, a seconda dei periodi. Che si tratti di scalare l'Everest o di scarpinare lungo le pendici di promontori meno pretenziosi, i bianconeri hanno sempre recitato, salvo sporadiche e fisiologiche gestioni, un ruolo da protagonisti. A Torino, per una impostazione filosofica, non si è soliti pregare nessuno. Pirlo, Tevez e Vidal, quello dei primi tre anni più che quello dell'ultimo, hanno scelto di affrescare, chi per soldi e chi per amore, in maniera diversa il loro orizzonte.

 

Alla Juventus, con grande capacità gestionale, si è deciso di rinascere. Per tale ragione, a corredo della decisione presa, è necessario armarsi di quella pazienza tipica dei monaci certosini. Dybala, Lemina, Alex Sandro e, in particolar modo, Cuadrado, se messi nelle condizioni di potersi esprimere al meglio, possono aprire un ciclo vincente. Vincere consecutivamente per cinque anni non è un dovere. L'obbligo, semmai, è quello di lottare. Con l'obiettivo di veder assecondate le qualità dei giocatori a disposizioni in un quadro tattico calzante e non coprente. Questa Juventus, per i giocatori a disposizioni, può indistintamente giocare con due schemi. Il 3-5-2 ed il 4-3-3 rappresentato il passato, il presente ed il futuro di una formazione assai tecnica.

 

Allegri lavori su questo, senza l'ansia di dimostrare ai dirigenti gli errori di pianificazione palesati in estate. Draxler allo Shalke 04 è stata una vittoria e non una sconfitta. Semmai, a sbagliare, è stata la dirigenza bianconera. In balia di un giocatore fragile fisicamente e caratterialmente. Lemina è forse il vero grande acquisto agostano, in ragione di una falcata e di una grinta che tanto ricordano il primo Makelele. Le palle perse a centrocampo, solo sino a qualche mese addietro, erano una prerogativa di Pirlo, complice un vezzo tecnico divenuto vizio con l'incedere degli anni.

 

Giusto non ricordare il migliore regista bianconero degli ultimi venti anni solo per qualche sporadico errore commesso davanti alla difesa ma, a conti fatti, non pare corretto, per la medesima regione, crocifiggere Hernanes, secondo centrocampista per reti segnate degli ultimi otto anni. A questa squadra occorre soltanto far saltare qualche briglia psicologica per tornare a ruggire. Il gioco arriverà, le reti anche...

 

I VIDEO DI ALVISE CAGNAZZO

 

http://www.youtube.com/user/wlarai?feature=results_main

CHI E' ALVISE CAGNAZZO - Alvise Cagnazzo (1987) è nato a Bergamo e vive a Bari. Giornalista, scrittore, autore e conduttore televisivo, è il più giovane vincitore del premio “Miglior giornalista di Puglia” sezione carta stampata -sport, istituito dall’Odg. È autore dei libri “Tutti zitti, parlano loro”, (2007), “Semplicemente Rafa” (2010) e, “Montero, l’ultimo Guerriero (2010) e, sempre per Bradipolibri, "Antonio Conte, l'ultimo gladiatore" (2011). Ha collaborato con Carlo Nesti. Ha condotto, per centosessantaquattro puntate, il programma televisivo “Parliamo di calcio”, in onda su Rtg Puglia in prima serata. È firma di Calcio2000, mensile nazionale e internazionale fondato da Marino Bartoletti, diffuso in trentadue paesi. Collabora con il giornale “Puglia”, fondato da Mario Gismondi, ex direttore del “Corriere dello Sport”. Collabora con “Il Riformista”. Editorialista per “Tuttojuve.com con la rubrica Moby Dick”. Ha partecipato come opinionista tv a “Quelli che il calcio” su Rai 2 e “La giostra dei Gol” su Rai International.