Moby Dick - Allegri ha ragione: non si può vincere ogni battaglia, l'importante è arrivare primi alla fine. Rinnovo vicino ma il tecnico prende tempo. A Napoli per fare la storia

Storie di ordinaria follia. Un pareggio raffazzonato, ottenuto al netto di una Juventus incerottata, ha prodotto qualche mugugno di troppo. L'ambiente appare saturo, non e' concesso alcun tipo di passo falso, nemmeno con un margine di sei punti sulla seconda in classifica e ben dieci sulla terza. Un ragionamento fantascientifico, impossibile da discutere se rapportato ai canoni della logica pura.

La famigerata "media inglese" appare superata, un retaggio vetusto abbarbicato sulla fine del precedente millennio pallonaro. Allegri e' ufficialmente entrato nella storia, con una media punti da far invidia a Lippi, Capello ed Antonio Conte. Non avra' il dono della simpatia, forse nemmeno quello dell'improvvisazione ma, al netto di qualche errore, resta il miglior allenatore italiano per pragmatismo e risultati.

Il rinnovo sino al 2020 con opzione sino al 2021 e' stato proposto per ben due volte ed in entrambi i casi Allegri ha declinato l'invito, manifestando il proprio interesse  a prolungare il contratto solo dopo il doppio confronto con il Barcellona. Dalla Juventus filtra ottimismo, il tecnico ha smarrito la voglia di Inghilterra maturata in autunno. Tutto sembra essersi dissolto in una bolla di sapone.

La sfida di Napoli sara' l'ulteriore crocevia di una stagione che procede sul filo, parallelo, di un doppio obiettivo. Tornare a vincere in Italia per la sesta volta, record assoluto, cercando di raggiungere la finale di Cardiff in Champions League. Un sano turn over, e la gestione piu' corretta di Dybala, potrebbero consentire alla Juventus di arrivare al doppio confronto europeo con la migliore condizione atletica possibile. Perche', per il motto sabaudo, vincere non e' importante, e' l'unica cosa che conta...