Moby Dick - Allegri e la sua “royal rumble” con i senatori dello spogliatoio. Il tecnico con il piglio democristiano che riesce a superare ogni corrente politica. Nasce la Juventus iper offensiva. Quanto durerà?

25.01.2017 01:10 di  Alvise Cagnazzo  Twitter:    vedi letture
Moby Dick - Allegri e la sua “royal rumble” con i senatori dello spogliatoio. Il tecnico con il piglio democristiano che riesce a superare ogni corrente politica. Nasce la Juventus iper offensiva. Quanto durerà?

L'americanismo che soffiava, come un vento suadente, sull'Italia degli anni novanta pare essersi riaffacciato sulla nostra piccola penisola dal giorno dell'elezione di Donald Trump. Sì, il capo della prima potenza d'Occidente rappresenta la fotografia ideale di un paese cucito attorno a slogan e slang di facile lettura. Il tycon a stelle e strisce fu persino protagonista di alcune puntate del celebre, quanto folkloristico, wrestling americano. Una sceneggiata più che uno sport, fatto di lanci, balzi e tanto “cinema”. L'ultima trasformazione tattica della Juventus di Allegri somiglia molto ad uno spettacolo artefatto, ad un copione già scritto.

 

Proprio come quelli che videro protagonista Trump nelle sue apparizioni televisive in una delle manifestazioni più attese dell'America confezionata in uno show pentastellato: la “Royal Rumble”. Uno scontro fra tutti gli atleti, contemporaneamente impegnati nel quadrato di gomma piuma. Vince chi rimane in piedi, vince chi non viene buttato gù dal ring. Il vero vincitore, nonostante la sconfitta nella battaglia delle idee, risulta essere proprio Allegri. Il confronto, doveroso quanto informale, con i decani dello spogliatoio ha infatti prodotto l'abbandono delle idee tattiche sino ad ora partorite in favore di uno schema fortemente voluto dalla squadra per poter impiegare, contemporaneamente, tutti l'artiglieria a disposizione.

 

Massimiliano Allegri ha il dono, antico, di quei politici democristiani, abili nello scollinare ogni querelle interna, riacciuffando le redini del proprio destriero a pochi centimetri dal capitombolo definitivo. La scelta di ascoltare le richieste dello spogliatoio ha di fatto dimostrato, qualora ce ne fosse bisogno, l'intelligenza di un allenatore che ha sempre avuto il dono di ribaltare, completamente, ogni tipo di pronostico. Alex Sandro, Cuadrado, Pjanic, Dybala, Mandzukic ed Higuain. Tutto insieme, amorevolmente. Un 4-2-3-1 a tratti disegnato in quel 4-2-4 a lungo bramato da Conte. Con gli esterni di difesa pronti ad accompagnare, selvaggiamente, le manovra d'attacco.

 

Una sinfonia perfetta, quella ammirata contro la Lazio, con dieci uomini dietro la linea del pallone in fase difensiva e ben sette giocatori a ruggire in attacco in fase offensiva. Il risultato, nella follia tattica elaborata, è a dir poco impressionante. Un paio di tiri in porta, figli della disperazione, e nulla più. Con un Mandzukic, peraltro sul mercato nel rispetto dell'assioma agnelliano del “tutti utili e nessuno indispensabile”, idolo della “torcida” dello Juventus Stadium. Sarebbe beffardo soltanto immaginare un dietrofront tattico dinnanzi a tanta grazia, dinnanzi a tanta qualità...