LA LANTERNA VERDE - LA SOSTENIBILE LEGGEREZZA DI ESSERE CUADRADO…

02.03.2017 00:05 di  Fabrizio Ponciroli  Twitter:    vedi letture
LA LANTERNA VERDE - LA SOSTENIBILE LEGGEREZZA DI ESSERE CUADRADO…

Il calcio di oggi è un giochino piuttosto complicato. La tattica è sempre più imperante, i moduli soffocano il talento, ingabbiandolo in rigidi schemi. Ogni calciatore che si rispetti deve saper svolgere, come si suol dire, “entrambe le fasi”, ossia deve saper attaccare e saper difendere, a prescindere dal ruolo che ha stampato sulla carta d’identità calcistica. Di fenomeni, autentici, in circolazione ce ne sono pochi, di gente che sa migliorare il resto della squadra ancor meno… Juan Guillermo Cuadrado Bello, noto a tutti come Cuadrado non è un fenomeno ma, sicuramente, è uno di quelli che sa come far rendere al meglio chi gli gioca insieme. Il nativo di Necocli, paese colombiano della zona di Antioquia, dopo anni a cercare la propria dimensione, è riuscito, grazie alla Juventus e, soprattutto, ad Allegri, a scovare il suo vero io, quello più profondo… Neppure nel suo migliore anno alla Fiorentina (stagione 2013/14, 15 reti in 43 gettoni complessivi), il colombiano era risultato tanto decisivo, quando indispensabile.
Allegri, incredibile ma vero, non può rinunciare a Cuadrado. Ma perché il colombiano è tanto importante nello scacchiere bianconero? Semplice, perché Cuadrado ha caratteristiche uniche, diverse da qualsiasi altro elemento presente nella rosa della Vecchia Signora. Con il pallone tra i piedi, l’ex Chelsea è capace di colpi imprevedibili, quelli che mandano all’aria ogni sistema difensivo, anche il più collaudato (leggi Napoli, tanto per fare un esempio recente). Non può essere ingabbiato, non può essere “educato” ma, se sfruttato a dovere, diventa irresistibile.
La sua fortuna? Un allenatore che ha compreso come, uno come Cuadrado, non va limitato ma solamente incoraggiato. E’ un’anima pura, leggera, libera, va preso per quello che è, senza provare ad etichettarlo. Può perdere sei palle di fila ma, al momento opportuno, può confezionare l’assist al bacio o il gol che vale la vittoria (ne sanno qualcosa Lione e Inter).

Merito, come detto, di Allegri. A differenza di Conte, Max se lo coccola. Niente bastone ma tante, gustose carotine, esattamente la ricetta inversa rispetto a quella adottata dal sergente di ferro Conte.
E, se Cuadrado gioca con il sorriso sul volto, ne beneficia il resto della squadra. Lui fa felici tutti, anche il duro, in tutti i sensi, Mandzukic, uno che, per natura, non è incline a scherzare in campo. Ma Cuadrado è contagioso, di lui non si può proprio fare a meno. Lo hanno capito tutti, l’ha sempre saputo Allegri che, infatti, ha spinto, come un forsennato, per riaverlo a Torino. Nel calcio di oggi, le “iso” come Cuadrado (citazione dal film Tron: Legacy) sono necessarie quanto i fuoriclasse. Gli Higuain e i Dybala fanno i gol, i Cuadrado li aiutano a rendere al meglio. Tutti insieme rendono, in questo caso la Juventus, una squadra bellissima e fortissima… E gli altri che fanno? Si lamentano di fantomatiche ingiustizie arbitrali…