La Juve e una stagione paradossale: ha senso parlare del dopo Allegri?

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga. Laurea in giurisprudenza, titolo di avvocato e dottorato di ricerca: tutto nel cassetto, per scrivere di calcio. Su TuttoMercatoWeb.com
28.02.2017 00:00 di  Ivan Cardia  Twitter:    vedi letture
La Juve e una stagione paradossale: ha senso parlare del dopo Allegri?


La stagione della Juventus è un paradosso. Nella percezione di chi la commenta e ne scrive: prima con ampio margine in campionato, a un passo dai quarti di finale in Champions League e in semifinale di Coppa Italia. Eppure nasce un caso dopo l'altro: prima gioca male, poi non compra (due volte, a dirla tutta) Witsel, poi ci sono frizioni inspiegabili e non spiegate (Evra), oppure fin troppo plateali (leggi Bonucci). Una corazzata o una polveriera? Il dubbio è lecito, leggendo alcuni commenti. Anche su queste pagine, per carità, però l'idea è che la critica, se costruttiva, aiuti.


Il nome più chiacchierato dell'ultima settimana è quello di Massimiliano Allegri. Sui risultati, c'è anzitutto da essere obiettivi: questa Juve, per ora, non avrebbe potuto fare di più. A volte non ha giocato benissimo e il Porto è un test utile ma non decisivo per capirne le potenzialità in chiave Champions League, ma per ora al tecnico livornese non si poteva chiedere di meglio. Sul futuro, l'auspicio è che si vada avanti col tecnico livornese. Fin qui non ha quasi mai sbagliato e in alcuni aspetti ha dimostrato di essere davvero tra i migliori al mondo. Nella lettura della partita a gara in corso, per esempio, ha pochi rivali. Nella capacità di infondere alla squadra un gioco che prescinda dal modulo, ha saputo capire e applicare meglio di molti colleghi la lezione che Guardiola ha donato al calcio del nuovo millennio.


La gestione del caso Bonucci, pessima, potrebbe essere la punta di un iceberg. I panni sporchi, nel calcio, si lavano in casa: l'immagine del miglior difensore al mondo costretto sullo sgabello dopo essere stato convocato non ha fatto bene a nessuno. Di chi è la colpa? Sono dinamiche interne, la Juve come squadra e come società poteva gestire il tutto meglio, molto meglio. Segnali della fine di un ciclo? I cicli, di solito, si concludono benissimo o malissimo. Fin qui Allegri ha fatto molto bene, ma l'unico modo per alzare l'asticella è alzare quella Champions che manca da troppo tempo. Finisse così, ci si può anche salutare, pure col sorriso. Altrimenti sarebbe un peccato, forse una grandissima occasione sprecata.


Anche perché, arriviamo al tasto dolente: chi può essere, il dopo Allegri? Detto che il buon Max è arrivato nello scontento generale, la sua successione sarà, quando ci sarà da sceglierla, forse ancora più complicata di quella, un po' improvvisata, di Conte. Paulo Sousa piace e ha dimostrato di poter produrre gran calcio, ma con poca costanza. La sua esperienza alla Fiorentina è stata fatta di pochi alti (ma altissimi) e parecchi bassi. Spalletti è un grande allenatore, ma sulla sua compatibilità con un ambiente particolare come quello della Juve ci si conceda qualche dubbio. In fin dei conti, che sia superiore ad Allegri è tutto da dimostrare. Sarri, a titolo del tutto personale, mi piace tantissimo, perché il suo Napoli è troppo bello per essere vero. E infatti quando si inceppa mostra le sue falle. Sarebbe una scommessa ambiziosa, ma non è detto che sia un passo avanti. Jardim col Monaco sta dando spettacolo, ma in un campionato di livello nettamente inferiore. Una margherita dai tanti petali, ma la vera domanda rimane una: ha senso cambiare?


Chiudiamo sul calcio giocato. Dicono esserci una partita, questa sera. Juventus-Napoli sarà un bello spettacolo, in un teatro dell'assurdo. La partita ha tutto per essere un big match: i valori in campo, la rivalità, la voglia di rivalsa del Napoli. La competizione però è un relitto del nostro calcio. Della Coppa Italia, diciamolo chiaramente, non frega più niente a nessuno. Almeno, non agli spettatori. È un formato vecchio e con regole discutibili (perché le gare a turno unico si giocano in casa della più forte?), per di più anche la storia della qualificazione all'Europa è una barzelletta. In semifinale con questo formato arrivano quasi sempre squadre che in Europa andranno comunque. Godiamoci Juve-Napoli e i bianconeri non sottovalutino l'avversario: d'altra parte chi vuole vincere tutto deve vincere sempre. Però poi cambiamolo, questo calcio.