Il mercato più noioso, dal campionato più noioso: cambiare è un obbligo. Juve bella in campo e prudente sul mercato: forse troppo?

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga. Laurea in giurisprudenza, titolo di avvocato e dottorato di ricerca: tutto nel cassetto, per scrivere di calcio. Su TuttoMercatoWeb.com
31.01.2017 00:00 di  Ivan Cardia  Twitter:    vedi letture
Il mercato più noioso, dal campionato più noioso: cambiare è un obbligo. Juve bella in campo e prudente sul mercato: forse troppo?

Venghino signori, venghino! I botti di mercato, i conti alla rovescia, le ultime 24 ore di fuochi d'artificio fino alla chiusura di mercato! Sono 23? Poco cambia, non è quello il problema. Una giornata alla chiusura del calciomercato più noioso degli ultimi anni. Non parliamo solo di Juve, ché lo facciamo sempre: l'esigenza di raccontare il calcio, ma anche di vendere il prodotto, fa sì che a volte si narri qualcosa che non esiste. L'emozione del calciomercato, in questo gennaio 2017, non l'abbiamo proprio provata. Pochissimi colpi di rilievo, sia in Italia che all'estero: l'ultima giornata potrà regalare qualche sorpresa, ma, Juve a parte, fin qui ci siamo annoiati.

Le cause? Tante, italiane e non. Per rimanere nell'ambito della Serie A, il mercato più noioso di sempre è il diretto risultato del campionato più noioso di sempre. Le uniche operazioni di vero rilievo le hanno fatte il Napoli e l'Inter, con Pavoletti e Gagliardini. Nel primo caso si è trattato di riparazione in senso stretto, visti l'infortuno di Milik e l'inconsistenza di Gabbiadini; nel secondo, di un'operazione molto interessante in prospettiva. Un po' come quelle della Juve con Caldara e Orsolini: gran bei colpi, ma di oggi per domani o dopodomani. Nessuno, anche i bianconeri con Rincon, ha messo a segno un colpo che potesse scardinare le gerarchie. Non si è accesa la miccia, né dall'alto né dal basso. Due su tre delle ultime, Crotone e Palermo, hanno già programmato il mercato per la Serie B; il Pescara ci ha provato, ma Muntari e Gilardino sono colpi da classica ultima spiaggia. Le tre, comunque, hanno pochissime possibilità di raggiungere la salvezza; di conseguenza, lo raccontiamo da tempo, almeno altre dieci squadre non hanno più alcun obiettivo reale. Non temono per la salvezza e sanno di non poter ambire all'Europa: perché spendere, per arrivare dodicesimi anziché quindicesimi? Qualcosa non va: troppe squadre, pochi incentivi a migliorarsi, zero equità nella redistribuzione delle risorse. Lì sopra, infine, nessuno crede che la Juve sia davvero raggiungibile: Inter, Roma e Napoli si giocano la Champions, ma non hanno bisogno di grandi rinforzi a tal fine. Gerarchie troppo delineate, sin dall'inizio, per poterle ritenere modificabili in corsa. 

In Europa, stessa storia, più o meno. È mancato l'innesco alla catena dei grandi colpi; tra le big europee, solo il PSG si è mosso in maniera decisa a livello economico. Ma Draxler e Guedes, sotto il profilo tecnico, non smuovono poi tanto i valori in campo. Il Manchester City ha tesserato Gabriel Jesus, preso da mesi: lì finiscono i rinforzi delle grandi. E le altre, di conseguenza, non hanno ritenuto necessario dar fiato alle trombe in ottica Champions League. Aggiungiamoci la Cina, i cui milioni hanno sottratto alcuni obiettivi sensibili (per esempio e per fortuna, Witsel alla Juventus), così il quadro è completo. Come aggiustare lo spettacolo, perché vada avanti come vuole la saggezza mediatica? Cambiare le regole, in Italia ma anche in Europa, dove il fair play finanziario blocca i ricchi (se non riescono ad aggirarlo), ma non favorisce i poveri.

Chiudiamo con la Juve, finalmente. Che voto dare al mercato bianconero? Il compito spetta a chi ne scriverà dopo l'ultimo giorno, ché qualche colpo di coda può sempre esservi. Per ora siamo comunque sul 6,5. I bianconeri si sono mossi con prudenza, ma a volte anche questa può essere rischiosa. In difesa, per esempio, non avere un terzino sinistro di ruolo che non sia Alex Sandro è un discreto rischio. Dalla cintola in su, se il 4-2-3-1, o comunque un modulo assimilabile, deve essere il futuro di questa squadra, il rischio è di non avere ricambi a sufficienza. Prendiamo la gara col Sassuolo: è andata bene dall'inizio alla fine. Ma se la difesa neroverde non fosse stata scardinata nel primo tempo, Allegri avrebbe avuto in panchina il solo Marko Pjaca come alternativa offensiva a gara in corso. Un po' pochino, per una squadra che non sempre troverà avversari così ospitali nella propria area. È una critica? No, è un dato su cui riflettere. La Juve, polimorfa e per nulla amorfa, varata dal tecnico livornese è stata uno spettacolo nelle ultime uscite. Mandzukic esterno sinistro puro, persino più basso di Cuadrado, una gioia assoluta per gli occhi. Chapeau. Ma questa squadra deve sapersi adattare a diverse situazioni, non solo dall'inizio della partita. Il nome più caldo, nella sempiterna ricerca di un centrocampista che alzi il tasso tecnico della mediana, è quello di Leandro Paredes: gran bel giocatore, ma non è detto che la Vecchia Signora voglia davvero pagare sull'unghia i 25 milioni chiesti dalla Roma. E non è detto che, almeno nell'immediato, sia quello il tassello mancante. Più comprensibile, ma portafogli alla mano quasi impossibile, sarebbe l'ipotesi Javier Pastore. Questa Juve non aveva grandi cose da riparare, ma poteva (può?) migliorarsi, anche approfittando dello stallo generale di cui sopra. Può essere un'opportunità persa: niente di drammatico, ma pur sempre l'occasione mancata per sistemare qualcosa, anche alla luce del nuovo assetto. Ma ci sono ancora 23 ore per aspettare i fuochi d'artificio. Venghino signori, venghino!