Il mercato della Serie A come il fantacalcio, tra chi chiama per primo e chi rialza (quasi) a casaccio. Juve, Cuadrado a un passo. Vietato sbagliare il colpo finale: un secondo Hernanes non serve a nessuno

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga. Titolo di avvocato e dottorato di ricerca nel cassetto per scrivere di calcio, su TuttoMercatoWeb.com
30.08.2016 00:00 di Ivan Cardia Twitter:    vedi letture
Il mercato della Serie A come il fantacalcio, tra chi chiama per primo e chi rialza (quasi) a casaccio. Juve, Cuadrado a un passo. Vietato sbagliare il colpo finale: un secondo Hernanes non serve a nessuno

Passeggi per il centro di Milano e ti rendi conto di come funziona davvero il mercato. Che ogni giorno a dirla tutta si fa sempre di più per telefono e a distanza, ma ha il suo cuore ancora nel capoluogo lombardo. Tra alberghi di lusso e chi dall'altra parte della strada chiede l'elemosina sul marciapiede, dolorosa contrapposizione che non potrà durare per sempre, ma questo è un altro discorso. Troppo complicato perché lo si possa affrontare qui. Siamo a 47 ore dalla chiusura del mercato, non ci si può distrarre dalla frivolezza del tema principale del calcio(mercato) agostano che volge ormai al termine. Per fortuna, perché di centrocampisti che arrivano domani ne sono passati sin troppi ormai e qualcuno si è anche stancato di leggere nomi altisonanti. Si avvicina la chiusura del mercato, si avvicina il momento del fantacalcio, per i tanti fra noi che affronteranno questa piacevole consuetudine di fine estate. All'asta del fantacalcio un po' assomiglia, in fin dei conti, anche il mercato della Serie A. Chi chiama per primo pesca meglio, molto spesso, vedi la Juventus che prima di tutte si è mossa e fa la parte della regina incontrastata. Miralem Pjanic a 32 milioni e Joao Mario a 45 milioni: clausola o no, la contrapposizione è fin troppo evidente. L'Inter, a proposito di paragoni, è quell'amico che rilancia quando meno te lo aspetti: chiami a 1, lui risponde a 40 e se lo prende, pure tutto contento. Ma Allegri e compagnia devono comunque rimanere attenti: i nerazzurri contro il Palermo hanno destato un'impressione migliore rispetto alla prima uscita contro il Chievo, restano un cantiere aperto ma saranno la principale avversaria per la lotta allo Scudetto. Perché tutto sommato anche Roma e Napoli ricordano degli amici: quelli persino bravi a scegliere i giocatori da comprare, ma che tutto sommato non vinceranno mai. Si perdono in piccolezze: i giallorossi hanno rivoluzionato mezza difesa ma in Champions si presentano con De Rossi centrale ed Emerson Palmieri prima alternativa. Gli azzurri devono gestire l'eredità più complicata di tutte, chissà per quale ragione non credono in Gabbiadini e sfogliano la margherita con nomi più o meno (im)probabili. Il Milan ha esaurito i crediti da un po' di tempo e vorrebbe pescare il jolly a 1; la Fiorentina gioca da outsider, si lecca i baffi per le cessioni, almeno una sarà fin troppo ricca; la Lazio non riesce a far pace con la propria tifoseria ma in Simone Inzaghi potrebbe aver trovato, forse un po' per caso, un ottimo allenatore. Sassuolo e Torino saranno gli underdog del campionato, almeno una delle due arriverà in Europa League. Perché operano con attenzione e intelligenza, mica per fortuna: qualcun altro dovrebbe imparare da loro. Ma torniamo alla Juventus, avete ragione: siamo su queste pagine e ci becchiamo un pippone sul mercato a Milano, il fantacalcio e le avversarie in campionato? State tranquilli, arriva quello tutto dedicato ai bianconeri.

Bravi a chiamare per primi con i vari Alves, Pjanic, Pjaca, Benatia e Higuain, meno nell'arrivare alle ultime ore con un paio di situazioni cruciali ancora da chiarire. La cessione di Simone Zaza cambia la fisionomia dell'attacco, perché Marko Pjaca è molto diverso dal centravanti lucano e il 4-3-3 prende quota come prima alternativa al 3-5-2: da questo punto di vista, l'obiettivo è chiaro e conclamato. Si chiama Juan Guillermo Cuadrado Bello: il suo agente Alessandro Lucci è a Londra, tratta col Chelsea e prova a superare l'ostracismo dei Blues. Il ritorno della Vespa si farà, perché Allegri non ha dubbi: perfetto per ogni vestito, il colombiano offre una quantità enorme di soluzioni dalla cintola in su, qualcosa che nessun altro elemento della pur variegata rosa bianconera può al momento offrire. E fin qui tutto bene, anche se dover aspettare il penultimo giorno, o magari proprio l'ultimo, per mettere a segno un colpo così rilevante non è il massimo della vita. Più complicato il discorso sul centrocampo, che ricorda pericolosamente la scorsa stagione: dopo un lungo inseguimento a Julian Draxler, Marotta e Paratici presero in extremis Hernanes. Definito seconda scelta dallo stesso amministratore delegato, pagato fin troppo per il suo successivo apporto alle fortune della società di Corso Galileo Ferraris, ora marinaio che non trova porti verso cui navigare. Lo stesso scenario non può ripetersi adesso che si è costruita una squadra per puntare in altissimo anche in Europa: se si dovesse trovare un palliativo per completare la rosa solo a livello numerico, meglio evitarlo. Però al momento la possibilità di un climax ascendente in chiusura c'è ancora e la cessione di Paul Pogba, strapagato ma fenomenale, impone alla Juve di tutelarsi. Da tanti punti di vista: di natura tecnica, perché Pjanic è fortissimo ma è anche qualcosa di molto diverso dal Polpo. Per ragioni numeriche, perché Khedira è un fenomeno ma fragile e il recupero di Marchisio è ancora lontano, mentre negli ultimi anni Pogba è stato uno dei più presenti, in pratica una certezza dalle parti di Vinovo. Non serve a tutti i costi un giocatore della sua inarrivabile caratura, serve un innesto che fornisca soluzioni in parte analoghe a quelle che Pogba poteva offrire, in un contesto tattico che dipende molto meno dalle giocate di un singolo centrocampista, avendo spostato il focus del proprio gioco dieci metri più avanti con Higuain (o Mandzukic, ma solo per ora) terminale offensivo e Dybala deus ex machina della manovra nella metà campo avversaria. Mettiamo la mano nel bussolotto e cacciamo il nome buono? Meglio di no. Però dalle parti di Milano c'è Marcelo Brozovic con le valigie già belle pronte. L'Inter non riesce a trovare acquirenti, ha 23 anni (quasi quattro in meno di Witsel, cinque in meno di Matuidi), ha dimestichezza col calcio italiano, non costa uno sproposito e può ampliare le soluzioni in mediana a disposizione di Allegri. È il nome giusto? Non sarebbe un nuovo colpo Hernanes, questo è poco ma sicuro. Non sarebbe neanche James Rodriguez, ma se si continua a sognare la luna ci si può ritrovare a fissare lo stagno. Arriverà, lui o un altro giocatore in grado di soddisfare il palato dei tifosi e le necessità della squadra? Vedremo. Siamo a due giorni dalla chiusura, anzi un'ora in meno perché alle 23 del 31 agosto finisce la lotteria del mercato: mancare il colpo finale non vorrebbe dire vanificare quanto di buono fatto finora. Però sarebbe un peccato.