Cinque cose che succederanno nel 2017 della Juventus

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga. Titolo di avvocato e dottorato di ricerca nel cassetto per scrivere di calcio, su TuttoMercatoWeb.com
27.12.2016 00:00 di  Ivan Cardia  Twitter:    vedi letture
Cinque cose che succederanno nel 2017 della Juventus

Auguri a tutti, di buon Natale e felice anno nuovo. Perché tutto sommato siamo educati. E poi serviva un incipit. Posto che la tre giorni di tour de force natalizio e culinario ha steso un po' tutti, chi scrive e chi legge, ci si affida alla sintesi. E a cinque cose che succederanno (o dovrebbero succedere) nel 2017 della Juventus. Perché i bilanci sono sempre belli e bellissimi, però nell'opinionismo ipertrofico in cui siamo immersi vengono fatti ogni giorno e quindi non vale la pena aspettare l'ultima settimana dell'anno. Tanto vale provare a fare delle previsioni: il rischio di sbagliare c'è, ma possono anche intendersi come buoni propositi, consigli. E poi il "te l'avevo detto" dà sempre quell'amara soddisfazione. Schadenfreude, dicono i tedeschi.

Allegri troverà l'assetto tattico necessario. Partiamo dalla cosa più necessaria, ma forse anche più vicina. Supercoppa a parte (il calcio d'agosto è meglio che rimanga ad agosto e non si giochi a settembre), forse anche la partita contro la Roma comunque vinta, l'ultimo periodo della Juventus è stato un crescendo. A livello di risultati, dopo un po' di corrente alternata, ma soprattutto di gioco, ove la corrente è stata più spesso spenta o al minimo fin qui. Ci siamo quasi. E per assetto tattico non intendo i numeri del modulo: quelli valevano nel calcio di una decina d'anni fa, ammesso che siano davvero stati utili a decifrarlo. 3-5-2, 4-4-2, 4-3-3 e via discorrendo sono gabbie teoriche in cui si cerca di inquadrare la disposizione di una squadra, ma l'essenza sta altrove. L'identità di questa Juventus sta iniziando a formarsi: era da rifondare, perché il mercato estivo è stato quasi rivoluzionario, però ci siamo quasi. E l'allenatore livornese è stato bravissimo in questo, nel riportare la chiesa al centro del villaggio per citare un suo recente collega e avversario. Sturaro in campo e Pjanic in panchina vuol dire bocciare il mercato estivo? Sì, però è anche un netto passo verso l'equilibrio che in fin dei conti è l'elemento fondamentale di una squadra di calcio. L'idea di poter alternare senza traumi diversi schemi tattici, nella stagione o nella partita, è un po' alla base di tutta l'avventura in bianconero di Allegri. Perché fosse praticabile e soprattutto efficace, però, era necessario che il gruppo acquisisse consapevolezza e automatismi. Sembrano vicini. Il ritorno di Dybala, forse persino troppo indispensabile, ridarà linfa vitale alla manovra. Il bosniaco, che a conti fatti resta più o meno un quesito irrisolto, può essere l'arma in più, da interno o da trequartista. E questo ci porta al secondo avvenimento dei prossimi mesi.

La Juve acquisterà Witsel. O chi per lui. La musichetta del "serve un centrocampista" è ormai vecchia come Babbo Natale, non è il caso di ripeterla. Però la dirigenza bianconera ha individuato la necessità della squadra e anche il calciatore adatto a soddisfarla, almeno a fidarsi delle parole di Marotta. Che si è sbilanciato sul belga e quindi è pronto a stravolgere il modus operandi degli anni recenti. C'è qualcosa da riparare in questa Vecchia Signora e sarà fatto. O almeno si farà il massimo perché succeda. Il centrocampista dello Zenit è a questo punto, nell'immaginario collettivo bianconero e in queste battute, l'emblema della necessità di cui sopra. Qualcuno che abbia piede e fisico, le famose qualità e quantità. Un sostituto di Pogba, più o meno. Perché Pogba non lo puoi riprendere e quindi devi comunque accontentarti di un fac-simile, a cui però si possono dare molte meno responsabilità rispetto a quelle che aveva il francese e che può essere inserito in un contesto tattico leggermente diverso. I nomi? Witsel è il primo della lista: da queste parti c'è un noto scetticismo, dalle parti di Vinovo paiono convinti. Sarà. A livello economico, potrebbe essere un affare (però si spera di non ripetere il teatrino di fine agosto), per il resto forse si può guardare altrove. L'opzione numero uno sarebbe (dovrebbe essere?) Lucas Biglia: costa di più, sia pure. Però Marchisio è più bravo di Witsel nel fare l'interno e Biglia più adatto di Marchisio a fare il regista. L'argentino sarebbe, tra i tanti nomi nel calderone del mercato, quello più adatto. Molto meno, Steven N'Zonzi del Siviglia. Il cui acquisto a gennaio, sia detto pure in maniera sintetica, sarebbe un errore. Il giocatore non si discute e neanche la valutazione del Siviglia. Però ha già giocato in Champions League con gli andalusi e non potrebbe farlo. E quello è l'obiettivo numero uno di casa bianconera.

Evra spazzerà quella palla. Anche qui, si parte con una metafora, a metà tra il serio e il faceto. L'anno scorso, la decisione del francese di cercare il fraseggio nella propria metà campo per uscire dal pressing del Bayern Monaco, anziché mandare il pallone nella stratosfera, fu uno dei momenti in cui si decise l'eliminazione della Juventus dalla Champions League. Senza tornare sul passato, ché di errori ne facciamo tutti e anche parecchio più grossi, è una situazione che non si ripeterà. Non che la Juve debba alzare per forza la coppa delle grandi orecchie, però c'è una nuova idea. A prescindere dal gioco che si può affinare, questa squadra ha la consapevolezza di poter andare in fondo. Due anni fa fu una cavalcata trionfale, ma un po' inattesa e infatti l'idea di poter davvero battere il Barcellona è durata forse dieci minuti su novanta. L'anno scorso è stata sprecata una grandissima occasione, però non c'era ancora la giusta maturità e forse dopo il Bayern si sarebbe andati a sbattere contro un altro ostacolo (forse). Quest'anno, la Juve è: fra le tre-quattro squadre più forti d'Europa. Per esperienza e per mezzi tecnici: i bianconeri lo sanno, errori un po' banali come quello dell'ex Manchester United non ricapiteranno. Poi magari Allegri & co non arriveranno in finale, però se ci sarà uno stop avverrà per ragioni un po' diverse.

In estate ci sarà un bel trambusto attorno a Dybala. Marotta, quando di recente ha dichiarato che la Juve sul mercato può ambire in alto, ha detto una mezza verità. L'anno scorso è arrivato Higuain ma è dovuto partire Pogba perché l'innesto del Pipita fosse possibile. Vuol dire che la Juve ha il carisma per i grandi colpi, però a livello economico deve comunque fare qualche compito in più rispetto alle grandissime d'Europa per far quadrare il bilancio. Il calciatore più appetibile in rosa, al momento, è Paulo Dybala. Lo stesso Higuain, nel paragonarlo a Messi, non è andato troppo lontano dal sentore dei principali operatori di mercato europei. Il numero 21 juventino sarà il calciatore più ambito della prossima finestra di trasferimenti. Se ne sarà anche il pezzo forte, è tutto da vedere. Di fronte a certe offerte, la Juve può fare poco: è la storia del calcio italiano recente, è una previsione abbastanza facile. Dybala sarà il sacrificio eccellente dell'estate 2017? Forse no. Probabilmente no. Però questo interrogativo dovremo portarcelo avanti per qualche mese.

Il ricambio generazionale è a un passo. E ha il volto di Daniele Rugani. Il difensore bianconero è il nuovo di casa Juventus: è un campione, o un potenziale tale. Ha dovuto prendere un paio di cartellini gialli per essere considerato un difensore vero, ma lo era già prima. Ha pulizia, forza fisica, tempismo, classe. Siamo davanti a uno dei giocatori che tra qualche anno potrebbe essere inserito di diritto nel novero dei grandi difensori della scuola italiana. Da qui a giugno, giocherà molto di Andrea Barzagli, che nella cerchia di cui sopra ha già un monumento. E Rugani guiderà lo svecchiamento necessario di una rosa che in molti suoi elementi è arrivata a fine ciclo. Il rinnovo fantasma di Lichtsteiner ne è un altro esempio. L'infortunio di Dani Alves potrebbe riaprire qualche finestra per il laterale svizzero, però siamo più o meno ai titoli di coda. Quest'anno lui ed Evra; nel 2018 Barzagli, Dani Alves e chissà cosa farà Buffon. Non vi sono rivoluzioni da fare, ma la nuova Juve che avanza è pronta a prendere il posto della "vecchia" Juve. Qualche nome c'è già: oltre a Rugani, i vari Sturaro, Mandragora e Pjaca. Sto citando i giovani e sto dimenticando qualcuno, sia chiaro: Bonucci, Khedira, Marchisio, Alex Sandro e altri campioni già affermati rimarranno dalle parti di casa Juve ancora a lungo. Qualcun altro rientrerà: Pol Lirola, per esempio, se riuscirà a confermare quanto di buono mostrato nelle premesse. Altri arriveranno: Mattia Caldara, già prenotato come Rodrigo Bentancur. Rincon è un altro nome spendibile: lo si potrebbe già inserire tra i papabili rinfozi di gennaio, ma a livello di esperienza internazionale ha qualcosa in meno di Witsel e Biglia. Meno di Caldara arriveranno Kessié e Conti, forse destinati ad altri lidi, mentre Gagliardini è un punto interrogativo fra i tanti gioielli della vetrina Atalanta che piace un po' a tutti. Cinque cose: siamo alla fine. Un po' meno sintetico del previsto, tra dodici mesi conteremo gli errori. Buon 2017.