Gli eroi in bianconero: Roberto SOLDÀ

Pionieri, capitani coraggiosi, protagonisti, meteore, delusioni; tutti i calciatori che hanno indossato la nostra gloriosa maglia
29.05.2015 10:07 di Stefano Bedeschi   vedi letture
Gli eroi in bianconero: Roberto SOLDÀ
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Acquistato come successore del grande Scirea, Soldà si rivelerà un giocatore modesto, sicuramente non all’altezza di vestire la maglia numero 6 bianconera. Esordisce in serie A con il Como, a Napoli, l’11 ottobre 1981; la squadra lariana non riesce ad evitare la retrocessione in serie B e Soldà disputa un ottimo campionato cadetto, giocando ben 36 partite. L’Atalanta gli mette gli occhi addosso, avendo bisogno di un libero in grado di ispirare gli schemi e trascinare la squadra; in 32 partite, Soldà gioca da maestro, segnando anche 2 goal e l’Atalanta, anche per la sua regia equidistante e valorosa, approda alla serie A.
Anche nella massima serie, Roberto si mette in evidenza, tanto da meritarsi l’approdo alla Juventus, nell’estate del 1986; l’allenatore orobico Nedo Sonetti, assicura che: «Soldà è il libero ideale per la Juventus. Ha un gioco d’appoggio per linee interne che ricalca il maestro Scirea. Ho già detto che può benissimo prenderne il posto in futuro».
Quella Juventus è allenata da Rino Marchesi; è l’ultima stagione di Platini, la penultima di Scirea. Soldà viene sballottato fra difesa e centrocampo; addirittura, a Firenze, viene schierato con un improbabile numero 10! Dice Marchesi: «Soldà può essere valido anche a tutto campo, mancatomi Bonini ho pensato a lui proprio per le sue risorse nella corsa, assistite da un buon tocco di palla».
Soldà è potente ed acrobatico, forte sulle parabole, sempre costruttivo nel tocco di palla. Difetta solamente di personalità, quella che deve avere il leader della difesa della Juventus; certo, la squadra bianconera non lo aiuta, gli eroi di mille battaglie sono stanchi, i giovani troppo acerbi e Marchesi non è in grado di gestire la situazione. La Juventus, piano piano, va alla deriva; il campionato è dominato dal Napoli di Maradona e la Coppa dei Campioni è presto perduta, di fronte ad un modestissimo Real Madrid.
Alla fine di quella stagione, dopo 27 presenze ed una rete in Coppa Italia, viene ceduto al Verona, in cambio di Tricella; la caccia all’erede di Scirea continua.