Gli eroi in bianconero: Pietro CARMIGNANI

Pionieri, capitani coraggiosi, protagonisti, meteore, delusioni; tutti i calciatori che hanno indossato la nostra gloriosa maglia
22.01.2015 10:31 di  Stefano Bedeschi   vedi letture
Gli eroi in bianconero: Pietro CARMIGNANI
TuttoJuve.com

Nasce ad Altopascio, in provincia di Lucca, il 22 gennaio 1945; la svolta calcistica avvenne a Firenze, quando è ancora una giovane promessa, a diciotto anni. Lo visionò Pandolfini e, l’ex mezzala della Nazionale, diede il suo parere favorevole; la Fiorentina, però, nicchiò ed il talent scout Franceschini, se lo portò a Como. Tre anni in riva al lago e poi il trasferimento a Varese, da dove comincia la sua ascesa; l’affermazione, la promozione in serie A e l’acquisto delle doti necessarie per difendere i pali di una squadra che lotta disperatamente per la salvezza. Volente o nolente, deve fare i miracoli, ma lui è uno che ha un fisico di ferro; 38 partite su 38 in serie B, 30 su 30 in serie A, dove subisce più di 30 goal, ma fa almeno il triplo di miracoli. 
Allodi, e quindi la Juventus, lo vede una volta a San Siro parare un tiro di Hamrin quando già i rossoneri si abbracciavano per festeggiare il goal. Pietro, invece, devia quella palla lasciando di stucco tutto lo stadio. Allodi andò a congratularsi con lui e gli propose di indossare la maglia numero 1 della Juventus, per la stagione 1971-72.
Soprannominato Gedeone, doveva essere il portiere del futuro ed invece, si fece notare per alcune prestazioni opache ed un rendimento altalenante; è diventata storica la “papera” di Cagliari quando, allo scadere della partita, si fece scivolare fra le mani un innocuo traversone di Domenghini, permettendo a Bobo Gori di insaccare ed agli isolani di vincere quella partita.
Così, nonostante lo scudetto vinto e le 37 presenze, fra campionato e coppe, Carmignani viene ceduto al Napoli, dove resterà per cinque stagioni, vincendo anche la Coppa Italia del 1976, per poi passare e chiudere la carriera alla Fiorentina, prima di intraprendere la carriera di allenatore, con alterne fortune.
Il suo passaggio al Napoli, permise il trasferimento a Torino di Dino Zoff, l’uomo leggenda. Peccato, comunque, per Gedeone che, in precedenza e più precisamente a Como ed a Varese, aveva mostrato notevoli doti che, alla Juventus, pochi ebbero la fortuna di ammirare.