Gli eroi in bianconero: Massimo CARRERA

Pionieri, capitani coraggiosi, protagonisti, meteore, delusioni; tutti i calciatori che hanno indossato la nostra gloriosa maglia
22.04.2014 10:15 di Stefano Bedeschi   vedi letture
Gli eroi in bianconero: Massimo CARRERA
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Nasce a Sesto S.Giovanni (MI), il 22 aprile 1964. Si mette in mostra con il Bari, tanto che nel 1991/92 viene acquistato dalla Juventus. La squadra bianconera ripresenta Trapattoni in panchina, dopo il disastroso campionato del duo Montezemolo/Maifredi. «Ad un certo punto ho pensato che avrei concluso la carriera con la squadra barese. Sentivo parlare di possibili cessioni a grandi club, però alla fine non se ne faceva nulla. Credo che la Juventus abbia rappresentato davvero l’ultima chance, ma anche la migliore possibilità».

Carrera è schierato come terzino destro, ruolo che ricopriva anche al Bari ed offre sempre buone prestazioni, culminate anche con una convocazione nella Nazionale di Sacchi. «Forse ho dato il meglio di me come libero, nel ruolo che continuo a preferire. Però, Trapattoni, mi ha quasi sempre impiegato in marcatura e mi sembra di essermela cavata. Non ho problemi neppure come terzino di fascia, posizione che tra l’altro mi consente di realizzare qualche goal. E, se c’è bisogno, non mi trovo male neanche a centrocampo».

Parole pronunciate senza presunzione, anche perché si tratta di rilievi quasi cronistici. La versatilità di Carrera è infatti fuori discussione e non si limita alle incombenze tattiche: perché questo difensore/camaleonte passa con facilità pure da uno schema di gioco all’altro. Efficacissimo nel modulo tradizionale del “Trap”, a proprio agio nella “zona”. Questione di gavetta. «Il gioco a zona lo conosco bene, perché l’ho praticato per alcuni anni agli ordini di Catuzzi nel Pescara. Ritengo fondamentali quelle stagioni per la mia crescita professionale e umana, e pensare che gli inizi furono piuttosto difficili: restavo spesso in panchina e temevo di perdere la fiducia in me stesso. Invece, l’allenatore mi ripeteva di non scoraggiarmi, così ho tenuto duro e sono diventato titolare».

Con l’arrivo di Lippi, Massimo viene schierato da libero anche se, inizialmente è la riserva di Fusi, il quale, però, denuncia molte incertezze e Lippi butta nella mischia il già esperto difensore lombardo. Carrera entra stabilmente in squadra e comanda la difesa da vero leader, contribuendo all’esaltante stagione culminata nell’accoppiata Campionato/Coppa Italia, tanto da essere definito da Lippi un vero fuoriclasse.

Nelle stagioni successive, arrivano Vierchowod e Montero e Carrera parte quasi sempre dalla panchina ma, tutte le volte che è chiamato in causa, offre ottime prestazioni. Nell’estate del 1996, viene ceduto all’Atalanta, dopo aver totalizzato 166 presenze con un goals ed un palmares di tutto rispetto: 1 scudetto, 1 Coppa Italia, 1 Champions League, 1 Coppa Uefa ed 1 Supercoppa Europea. Diventa subito il capitano ed il leader della squadra orobica, che lascia nel 2003 per accasarsi al Napoli. Dopo aver militato nel Treviso, si trasferisce alla Pro Vercelli, dove, nonostante i quarantaquattro anni, è ancora protagonista.