Gli eroi in bianconero: Giacomo MARI

Pionieri, capitani coraggiosi, protagonisti, meteore, delusioni; tutti i calciatori che hanno indossato la nostra gloriosa maglia
17.10.2014 10:45 di Stefano Bedeschi   vedi letture
Gli eroi in bianconero: Giacomo MARI
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Nato a Vescovato (Cremona), il 17 ottobre del 1924, iniziò la carriera nella Cremonese; passò, poi, all’Atalanta all’inizio della stagione 1946-47, dove riuscì ad imporre il suo nome all’attenzione dei tecnici ed ottenere la convocazione per le Olimpiadi di Londra del 1948. La Juventus, protesa a rinverdire gli allori del passato ed a ripetere le prodezze del quinquennio, decise di acquistarlo, insieme a Piccinini. Il compito dei due mediani era fra i più difficili: dovevano sostituire il tandem Depetrini-Locatelli, ormai declinante, ma che aveva lasciato un’impronta indelebile nel gioco della Juventus; poche partite furono sufficienti a Mari ed a Piccinini per sgombrare il campo da ogni dubbio. La Juventus, edizione 1949-50, formato WM, la prima Juventus voluta dall’avvocato Gianni Agnelli, aveva trovato, con un colpo fortunato, la sua naturale propulsione a centrocampo.
La grande grinta della difesa (Viola, Bertuccelli, Manente), ma di più le voglie sfolgoranti del centrocampo, l’esplosività di John Hansen, il felpato tocco creativo di Rinaldo Martino, i rilanci di Piccinini per gli scatti possessivi di Præst ed i goal puntuali del terribile Boniperti, che dai cross di Muccinelli riceveva costante ispirazione, si equilibravano nel lavoro fondamentale, quanto oscuro di Mari. Quando Parola si sganciava, retrocedeva sul centravanti; in generale assolveva al ruolo di marcatore ma era il suo senso della posizione, il suo altruismo a maniche rimboccate, la sua duttilità nel coprire ogni spazio scoperto, a farne l’elemento più veloce e prezioso di quella grandissima squadra, considerata una delle più forti di ogni epoca.
Giocatore inesauribile, pur non toccando vertici sublimi di tecnica pura, Mari interpretò il compito del mediano laterale in maniera ottimale; forte nell’interdizione e nel gioco aereo, abilissimo nel rilancio, sfruttava l’ottima condizione atletica, per inserirsi sempre con profitto nel perfetto gioco della Juventus. Nel 1950, Giacomo esordiva in azzurro contro l’Austria, a Vienna ed, in quell’occasione, l’Italia schierò la mediana juventina al completo (Mari, Parola e Piccinini). Selezionato per i Mondiali del 1950, Giacomo giocò contro il Paraguay la seconda gara di qualificazione. Nel 1952, a Firenze contro l’Inghilterra, Mari era ancora in campo con Ferrario e Piccinini, ad affermare la superiorità della Juventus in campo nazionale.
Mari lasciò la Juventus all’inizio della stagione 1953-54, dopo aver vestito per 133 volte la casacca bianconera ed aver segnato 9 goal. Fu scambiato con Oppezzo e passò alla Sampdoria; sembrava finito, disputò delle ottime stagioni nella Sampdoria, prima, e nel Padova di Rocco, poi, tanto da meritarsi la convocazione per i Mondiali svizzeri del 1954.