Gli eroi in bianconero: EMERSON

Pionieri, capitani coraggiosi, protagonisti, meteore, delusioni; tutti i calciatori che hanno indossato la nostra gloriosa maglia
04.04.2013 08:00 di  Stefano Bedeschi   vedi letture
Gli eroi in bianconero: EMERSON
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© foto di Federico De Luca

Emerson Ferreira da Rosa, noto come Emerson, nasce a Pelotas, in Brasile, il 4 aprile 1976. Soprannominato “Il Puma” per i suoi movimenti felini nel catturare la palla a centrocampo e nell’impostare rapidamente il gioco, inizia la sua carriera professionistica nel 1993, quando debutta nelle file del Gremio.

Nel 1997 si trasferisce in Germania, al Bayer Leverkusen e tre anni dopo in Italia, alla Roma, voluto fortemente da Fabio Capello. Con la squadra giallorossa vince subito il campionato, anche se la prima parte della stagione la deve seguire come spettatore, a causa di un grave infortunio.

Nell’estate del 2004 segue Capello alla Juventus, dopo una lunga ed estenuante trattativa. Il suo innesto nel centrocampo bianconero è fondamentale e, nonostante sia afflitto dalla pubalgia, contribuisce in modo determinante alla conquista del 28° scudetto. L’estate successiva, è affiancato da Patrick Vieira ed il centrocampo bianconero diventa quasi imperforabile; è una conseguenza logica la conquista del 29° scudetto.

Purtroppo, la squadra bianconera non ha grande fortuna in Champions League; il primo anno è il Liverpool ad eliminare la squadra di Capello, nella stagione successiva è sempre una squadra inglese a deludere le aspettative bianconere, l’Arsenal dell’ex Henry. Emerson, comunque, è sempre protagonista e riesce a realizzare dei goal decisivi, come nei preliminari contro il Djurgarden oppure, in modo rocambolesco, contro il Werder Brema.

Nell’estate 2006, a seguito delle vicende giudiziarie che vedono implicata la Juventus, si trasferisce al Real Madrid seguendo, per l’ennesima volta, Fabio Capello. Le cifre parlano di 91 presenze in maglia bianconera e di 6 reti realizzate.

Titolare della nazionale brasiliana, con la quale ha disputato i campionati del mondo del 1998 e del 2006. Non ha partecipato, però, al Mondiale coreano del 2002, vinto proprio dal Brasile, a causa dell’infortunio ad una mano prima, procuratosi in allenamento, cercando di parare a mani nude il tiro di un compagno.